Il clima terrestre è sempre più fuori controllo, e rischia ormai di esserlo irrimediabilmente. Ecco perché 36 premi Nobel si sono riuniti recentemente per firmare una nuova dichiarazione di Mainau. Su quest’isola tedesca, già 60 anni fa, altri 52 Nobel si riunirono contro la possibile tragedia nucleare planetaria.
Oggi, però, l’oggetto delle preoccupazioni degli studiosi (fisici, chimici, medici ecc.) non è una comunque gravissima emergenza nucleare (basti pensare a Fukushima, a tutti i reattori funzionanti e in costruzione, o ai possibili sviluppi geopolitici dei prossimi anni), ma i rischi e i danni causati dai cambiamenti climatici.
Principali accusati? L’ottusa società dei consumi, gli sprechi di risorse e l’ossessiva ricerca della crescita economica, con tutto ciò che ne consegue.
“Generazioni di ricercatori hanno contribuito a creare un mondo di sempre più prospero”, scrivono gli scienziati: “Questa prosperità è stata ottenuta al prezzo di un rapido aumento del consumo di risorse naturali”. E aggiungono: “In assenza di un controllo, la nostra crescente domanda di cibo, acqua ed energia finirà per superare la capacità della Terra di soddisfare i bisogni dell’umanità, e porterà a una tragedia umana generale”.
In realtà, questa capacità del pianeta è già stata in parte superata. Che fare, quindi?
Siamo sicuri che i “grandi” leader mondiali si vogliano dare finalmente una mossa, per risparmiarci il peggio?
Per quanto mi riguarda, so che farò tutto quanto mi è possibile per progredire nella lotta al cambiamento climatico, sia nella sfera privata che in ambito politico. Ecco perché questo a dicembre sarò anche io al summit COP21 di Parigi: per seguire da vicino e se possibile fare pressione affinché questa Conferenza internazionale non si trasformi nella solita sagra di retorica e chiacchiere inutili.
“Secondo le valutazioni dell’IPCC, il mondo deve fare rapidi progressi nella riduzione delle emissioni attuali e future di gas a effetto serra per ridurre al minimo i rischi significativi del cambiamento climatico”, scrivono a questo proposito i Nobel nel loro appello: “Noi crediamo che le nazioni del mondo debbano cogliere l’opportunità offerta dalla Conferenza sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite a Parigi per intraprendere un’azione decisiva per limitare le emissioni globali future. Questo sforzo richiederà la cooperazione di tutte le nazioni, sviluppate o in via di sviluppo, e dovrebbe proseguire in futuro, secondo valutazioni scientifiche aggiornate”.
Vedremo se verrà fatto, questo benedetto sforzo per salvarci da noi stessi!
Del resto, l’ultima a morire è sempre la speranza, no?