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In vista del convegno del 14 febbraio Olio di palma: criticità e alternative, intervisto il presidente di Alce Nero, Lucio Cavazzoni che sarà tra i relatori dell’incontro.

Alce Nero è una cooperativa italiana nata negli anni ‘70 dall’incontro tra la Cooperativa Apistica Valle dell’Idice e la Cooperativa Alce Nero, riunisce agricoltori, apicoltori e trasformatori biologici impegnati nel produrre cibi buoni e che nutrono in modo corretto, frutto di un’agricoltura che rispetta la terra e la sua fertilità.

Da più di 30 anni Alce Nero percorre la strada del biologico con oltre 6.000 ettari convertiti nel nostro Paese e oltre 1.000 agricoltori e apicoltori italiani, riuniti in 12 grandi soci che presto diventeranno 16. A questi si aggiungono 14.000 piccoli agricoltori latino americani, con la mission comune di “coltivare, raccogliere, produrre e proporre cibo vero, sviluppando un’economia sostenibile e responsabile che promuove un nuovo modo di alimentarsi e vivere”.

Per tutti questi motivi Alce Nero sceglie di produrre senza olio di palma, nel rispetto della salute dei consumatori, prima di tutto. La decisione di escludere l’olio di palma dai nostri prodotti è stata frutto di un’intuizione – afferma il presidente di Alce Nero, Lucio Cavazzoni – A fine anni ‘90 non era ancora chiara la motivazione ambientale ma avevamo molto chiara quella salutare: ovvero la scelta di evitare i grassi saturi nei nostri prodotti. E così, sebbene l’olio di palma fosse molto economico e l’olio extravergine di oliva biologico molto caro (e nei frollini vi fosse in media il 13% di olio), il secondo ha avuto la meglio.

Da quanto tempo Alce Nero non utilizza olio di palma nei propri prodotti?
 Perché questa scelta?
 Sull’olio di palma, prima di escluderlo dai vostri prodotti, avete fatto ricerche e approfondimenti? In tal caso, con quali risultati?
 Con quali ingredienti si può sostituire questa sostanza?

Alce Nero si è presentato già nel 2000 sul mercato con un’ ampia gamma di frollini fatti con solo olio extravergine di oliva. La decisione di escludere l’olio di palma dai nostri prodotti è stata frutto di un’intuizione; a fine anni 90 non ci era chiara la motivazione ambientale ma avevamo molto chiara quella salutare, ovvero la scelta di evitare i grassi saturi nei nostri prodotti.

L’olio di palma era molto economico e l’olio extravergine di oliva biologico era molto caro e nei frollini avevamo in media il 13% di olio. L’olio di palma è un grasso e parlando genericamente può essere sostituito da grassi liquidi e solidi vegetali e animali. E’ una valutazione da fare in base alle caratteristiche che deve avere il prodotto finito.

L’olio di palma raffinato, secondo l’Efsa, presenta tre contaminanti tossici, tra cui uno classificato come cancerogeno. Nei vostri prodotti sono presenti contaminanti tossici? 

I contaminanti chimici nei prodotti alimentari sono regolati da una normativa specifica; i prodotti Alce Nero non solo sono entro i limiti della normativa ma anche ampiamente al di sotto degli stessi.

Un altro problema rilevante relativo all’olio di palma è la quantità di grassi saturi in esso contenuti: è vostra prassi monitorate le quantità di grassi saturi nei vostri prodotti? E quelle di grassi trans?

Noi effettuiamo sempre analisi nutrizionali e valori specifici su tutti i valori nutrizionali. Non monitoriamo i grassi trans perché i nostri prodotti non ne contengono e non subiscono processi di idrogenazione.

Pensate che per i consumatori sia un valore aggiunto l’assenza di olio di palma?
 Perché molte altre realtà tutt’ora lo utilizzano (anche in prodotti come il dado vegetale o le patatine fritte)?

Riteniamo che il fruitore Alce Nero sia molto attento all’ingredientistica e quindi un grasso non saturo sia preferito rispetto ad uno saturo. Probabilmente il motivo per cui molte realtà industriali lo utilizzano è per le prestazioni tecnologiche in termini di stabilità organolettica e per il basso costo.

Pensate che una produzione più sostenibile e salubre possa andare di pari passo con le esigenze del mercato e gli interessi economici di un’azienda?
Nella vostra mission si legge “Lavoriamo per darvi prodotti biologici buoni, puliti e giusti”, ci spiegate in che senso?

Noi siamo partiti quasi 40 anni fa con l’obiettivo di costruire un sistema produttivo ed economico basato su una relazione sana con la terra e con chi la coltiva. Siamo quindi fermamente convinti che si debba e si possa fare.

Inoltre noi scegliamo di lavorare con il biologico perché salvaguarda la fertilità dell’ambiente, perché rispetta chi coltiva e chi si nutre di quei prodotti; lo scegliamo per offrire ai fruitori una lista ingredienti il più possibile “pulita”, occupandoci così di nutrire la salute e ottenere inoltre dei prodotti dal sapore il più “originario” possibile, senza rinunciare al gusto.

Come avviene il monitoraggio della filiera (soprattutto quella di prodotti importati da zone in cui lo sfruttamento è all’ordine del giorno, per esempio caffè, cioccolato, cacao e zuccheri di canna)?

Alce Nero non controlla la filiera ma E’ la filiera stessa. I soci e quindi i proprietari stessi di Alce Nero S.p.A. sono agricoltori e trasformatori, e questo vale sia per le coltivazioni italiane che per quelle del centro-sud America. Inoltre all’estero le produzioni non solo soltanto biologiche ma anche Fairtrade.

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