A volte un piccolo gesto, come scegliere di cambiare la propria dieta, può avere grandi conseguenze.
Secondo la FAO la produzione di cibo dovrà raddoppiare entro il 2050 per poter sfamare la popolazione del pianeta che arriverà dagli attuali 7 a oltre 9 miliardi di abitanti. Ma la crescita della popolazione è solo uno dei fattori che ci spingono a questo drammatico (e difficile da ottenersi) aumento della produzione alimentare. Molto influirà, infatti, la transizione della popolazione globale da stili di vita tradizionali verso quelli tipici dei paesi ricchi industriali. Più alimenti trasformati, conservati e soprattutto più alimenti di origine animale.
In poche parole nel mondo si mangiano sempre più carne e derivati.
Nutrirsi di carne è un modo ecologicamente inefficiente di nutrirci. Tanto che è stata coniata la dicitura fabbriche di proteine alla rovescia: ci vuole 1 chilo di proteine vegetali per avere 71 grammi di proteine animali. Da un singolo ettaro si producono 1848 kg di proteine vegetali (nel caso migliore, la soya) e solo 66 chili di proteine animali (28 volte in meno).
Ridurre l’apporto proteico animale dal consumo attuale, pari al 20% ad un 5%, permetterebbe di sfamare 2 miliardi di persone in più. (Westhoek et al.)
Inoltre, se tutti fossero vegetariani, la terra potrebbero sfamare 10 miliardi di persone (FAO). Ecco perchè si parla di alimentazione sostenibile.
Discuteremo di questo ed altri temi al convegno/dibattito “ Alimentazione, salute e ambiente: scegliere per un futuro equo e sostenibile ”, che si terrà a Roma martedì 24 marzo alle ore 17:00 presso il Palazzo dei Gruppi, Sala Tatarella, in via degli Uffici del Vicario 21.