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Quando si pensa all’inquinamento da particolato la prima cosa che salta in mente è il traffico. Ma siamo sicuri che sia quello il principale responsabile? In piena crisi da COVID-19 è giunto il momento di volgere l’attenzione anche all’allevamento intensivo e al conseguente spandimento dei liquami.

Sempre più evidenze scientifiche confermano che l’inquinamento da particolato sia un fattore che aggrava la situazione di contagio e mortalità del COVID-19. All’analisi della SIMA si affiancano il paper dell’Università di Siena e quello di Harvard che ha correlato la mortalità con l’inquinamento da particolato fine (PM2.5[1]).

L’inquinamento da particolato ha diverse origini: può derivare da fonti dirette (il cosiddetto particolato primario) o da fonti secondarie, vale a dire derivate da gas precursori che si trasformano in particolato in seguito a trasformazioni fisico-chimiche (il cosiddetto particolato secondario). Il particolato secondario può avere a sua volta due tipi di origini: inorganica (Aerosol Secondari Inorganici – SIA) o organica (Aerosol Secondari Organici -SOA).

Nella pianura padana – durante l’inverno – la principale fonte di particolato è il particolato secondario[2] che contribuisce per il 54% alla massa del PM10 di cui il 36% di derivazione inorganica e il 18% organica. Mentre per quanto riguarda il PM2.5 la componente secondaria inorganica contribuisce per il 49% e quella organica per il 26%.

Quindi quasi la metà del PM2.5 viene dal particolato secondario inorganico. E quali sono i gas (i precursori) da cui si forma? L’anidride solforosa (SO2), gli ossidi di azoto (NOx), l’ammoniaca (NH3) e i composti organici volatili (VOC).

Di questi tempi in cui le fonti di origine industriale e il traffico sono molto ridotti dal lockdown, l’ammoniaca è una fonte di inquinamento da particolato molto importante.

E quale è la principale fonte di emissioni di ammoniaca in pianura padana? È la gestione dei reflui provenienti dalla produzione zootecnica.

Stando ai dati Ispra, in Italia il 76,7% dell’ammoniaca è di origine zootecnica. Tale dato, però, peggiora in maniera importante nelle Regioni ad elevata vocazione zootecnica. Come la Lombardia, che con il 51% della popolazione suina e il 24% di quella bovina, è senza dubbio la Regione con il maggior numero di capi allevati e con una concentrazione di ammoniaca derivata dal comparto zootecnico pari al 98%.

Nella particolare situazione della Pianura Padana la seconda fonte più importante sono le emissioni primarie del trasporto su strada (il traffico), che contribuisce al 17% della massa del PM10 e al 16% della massa del PM2,5.

L’abbruciamento delle biomasse è la terza fonte più importante contribuendo al 10% della massa del PM10 e del 12% alla massa del PM2,5

Visto che il traffico è già quasi fermo per il lockdown, perché per tutelare la salute pubblica non si procede a fermare lo spandimento dei liquami zootecnici e a perlomeno ridurre la produzione energetica da biomasse?

Perché inoltre la regione Lombardia ha consentito lo spandimento dei liquami in piena emergenza sanitaria andando a generare picchi di emissione di particolato che possono aver contribuito a veicolare il virus oltre che a minare ulteriormente la salute pubblica?

Visto che un impianto a biogas emette 3 volte tanto gli NOx di una normale centrale a turbogas[3], perché la regione Lombardia non impone la sospensione forzata anche degli impianti biogas invece di incentivarli autorizzando l’utilizzo del siero di latte come matrice negli impianti?

Credo proprio che sarebbe il momento che la politica cominci a prendere seriamente in considerazione questi risultati e si attivi per limitare il più possibile TUTTE le principali fonti di emissione di particolato, nell’immediato e nel futuro. Considerando anche la relazione tra le emissioni dell’allevamento intensivo e il COVID-19.


[1] Con le sigle PM10 e il PM2.5 si indicano rispettivamente il materiale particolato avente un diametro aerodinamico medio inferiore a 10 µm e a 2,5 µm.

[2] Larsen BR, Gilardoni S, Stenström K, et al (2012) Sources for PM air pollution in the Po Plain, Italy: II. Probabilistic uncertainty characterization and sensitivity analysis of secondary and primary sources. Atmos Environ 50:203–213. https://doi.org/10.1016/J.ATMOSENV.2011.12.038

[3] Macor A, Benato A (2020) Regulated emissions of biogas engines—on site experimental measurements and damage assessment on human health. Energies 13:. https://doi.org/10.3390/en13051044

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