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La breve parentesi del nucleare italiano ha lasciato una eredità molto pesante. Parliamo decine di migliaia di metri cubi di rifiuti radioattivi ora stoccati nei depositi temporanei della Sogin (la società di Stato incaricata dello smantellamento degli impianti nucleari e della messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi). Rifiuti che sono sparsi per il territorio italiano in pessime condizioni di sicurezza. Basti pensare che solo a Saluggia, in provincia di Vercelli, sono concentrate in un’area totalmente inadeguata praticamente tutte le scorie più pericolose: quelle ad alta attività.

Una situazione di rischio costante per i cittadini. Ma oltre il danno si aggiunge la beffa perché il ritardo di Sogin e del governo nel trovare una sistemazione “definitiva” a questi rifiuti pesa anche sulle bollette. Ebbene sì, perché ognuno di noi paga tramite la bolletta elettrica il contributo per i costi di smantellamento del nucleare (il cosiddetto decommissioning). Per cui, mentre la politica dorme, più passa il tempo più aumentano le bollette degli italiani (parliamo di 300 milioni di euro l’anno!).

Fonte: Sogin

L’Italia, inoltre, è in clamoroso ritardo sulla pubblicazione della Cnapi, la Carta delle aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito unico delle scorie radioattive. E per questo arriva l’ennesima bacchettata dell’Europa con una nuova procedura di infrazione. Se la Cnapi non verrà pubblicata a settembre (avremmo dovuto già farlo in extremis a giugno) la Commissione europea deferirà l’Italia alla Corte di Giustizia UE. Un fatto gravissimo perché poi, naturalmente, a pagare saremo sempre noi cittadini.

Lo scorso 5 luglio, inoltre, i ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico hanno comunicato l’avvio della fase di consultazione pubblica della Valutazione Ambientale Strategica (VAS) per il Programma Nazionale per la gestione dei rifiuti radioattivi. Peccato però che, come sottolinea anche Gianni Girotto, il Governo abbia deciso di sfruttare le ferie di agosto in cui mezza Italia è al mare per evitare un vero confronto con i territori. Ci sono infatti 60 giorni di tempo per presentare le osservazioni a quel documento, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale pochi giorni fa.

Leggi di più “Il rischio è altissimo e le multe salate”

Forse si aspetta che siano passate le prossime elezioni politiche per sistemare questa delicata questione? Pare proprio che nel nostro Paese qualcuno continui a giocare sporco sulla pelle delle persone.

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