Nata da una tecnologia tutta italiana ma a lungo dimenticata, l’Eliopompa è una macchina che permette di pompare acqua senza corrente elettrica e usando solo la luce del sole. In altre parole, un sistema che permette di portare acqua anche a chi non ha elettricità.
Questa geniale idea, oggi ripresa da una startup riminese, potrebbe letteralmente cambiare la vita (in meglio) a quel miliardo di persone che nel mondo non ha accesso all’acqua potabile.
L’Eliopompa non ha componenti elettrici, e funziona semplicemente con l’energia solare. Allo stesso tempo, non usa neppure pannelli fotovoltaici o altri materiali che possano essere di difficile smaltimento una volta finito il suo lungo ciclo di vita. O, se il sole non c’è, con un po’ legna o con i cascami agricoli.
Come è possibile? In pratica, questa rivoluzionaria invenzione per il sollevamento e la distribuzione dell’acqua è stata sviluppata basandosi sulle tecnologie solari termodinamiche a bassa temperatura, azionate con gas volatili o ad alta tensione di vapore. Un apparecchio che, in sostanza, racchiude tutte le potenziali applicazioni dei motori solari termodinamici a bassa temperatura.
Dal pompaggio di acqua da pozzi, laghi, torrenti e invasi per irrigare orti, serre, campi, al prelievo di acqua dal mare e potabilizzazione, fino alla produzione di sistemi per il recupero di calore perduto nei motori navali, riducendo così i consumi di carburante, questa invenzione può essere sfruttata in mille modi.
Questa invenzione è opera di Nova Somor, un’azienda nata dall’esperienza e dalla passione degli imprenditori Giordano Mancini e Roberto Belardinelli, quest’ultimo già creatore di oltre 100 invenzioni e con 24 brevetti all’attivo in diversi settori produttivi.
O meglio, è un’invenzione ripresa e perfezionata dalla giovane startup romagnola.
Lo stesso Mancini, infatti, studiando la documentazione dell’Organizzazione di Volontariato GSES (Gruppo per la Storia dell’Energia Solare), rese pubbliche solo in questi ultimi anni, ha scoperto che lo scienziato italiano Mario Dornig pensava allo sfruttamento dell’energia solare già nel 1919. Una quindicina di anni dopo, nel 1935, Daniele Gasperini presentò a Tripoli la sua Elio Dinamic, una pompa idraulica a energia solare.
Dopo la guerra, Gasperini fondò con l’ingegner Grassi di Lecco la “Società Motori a Recupero calor perduto e solare” (Somor). L’azienda fabbricò fino al 1964 motori solari e pompe idrauliche per uso agricolo e civile, modelli conosciuti e apprezzati allora anche in America.
Il problema di quei veri e propri pionieri delle rinnovabili? Arrivarono sul mercato “proprio mentre il boom economico magnificava la società dei consumi e le qualità del petrolio a basso costo”, fa presente Mancini: “Dovettero così soccombere, e nel 1964 la Somor andò in liquidazione”.
Dopo mezzo secolo, Giordano Mancini ha deciso di riprendere quelle antiche tecnologie solari, aggiornandole e coinvolgendo l’inventore Roberto Belardinelli.
I due, dopo avere verificato che le “vecchie” tecnologie riscoperte dal GSES sono tutt’oggi validissime e competitive, hanno deciso di avventurarsi nel progetto Nova Somor, “facendo in modo che l’impresa che fu di Gasperini e di Grassi possa rinascere dalle proprie ceneri come l’Araba Fenice”.
“Le antiche tecnologie attualizzate ed ottimizzate consentono ai nostri prodotti di competere con le prestazioni di analoghi sistemi alimentati ad energia elettrica o da carburanti da fonti fossili, ma con un impatto ambientale molto più basso”, spiegano Mancini e Belardinelli: “I nostri sistemi continueranno a funzionare fino a che il sole illuminerà la Terra, anche quando non ci sarà più petrolio per i motori o silicio per i pannelli fotovoltaici”.
Questo sì che è parlare di tecnologie e di energie per il futuro. Altro che trivelle!