Parlare di olio di palma sostenibile è un messaggio falsato e distorto che alcune aziende continuano a perpetuare. Tra queste Ferrero che, nel suo ultimo spot, ha esaltato qualità dell’olio di palma palesemente volte a ingannare il consumatore sulle reali caratteristiche di questa sostanza e della sua produzione.
Per questi motivi abbiamo deciso di presentare un esposto al Garante della Pubblicità al fine di richiedere la sospensione della trasmissione dello spot in questione, la rettifica delle informazioni scorrette fornite al consumatore e l’adempimento delle sanzioni previste dalle norme vigenti per pubblicità ingannevole.
Ferrero nella pubblicità parla di olio di palma sicuro e sostenibile, dichiarazioni scorrette, aggravate da affermazioni ancora più gravi, quali all’olio di palma non può essere attribuito nessun particolare effetto negativo sulla salute che sia scientificamente provato. Queste dichiarazioni che compaiono in vari articoli, comunicati dell’azienda e nel loro sito ufficiale vorrebbero addirittura confutare gli studi pubblicati dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) per cui l’olio di palma presenta invece al proprio interno contaminanti tossici, tra i quali il glicidolo esterificato, sostanza considerata cancerogena.
Come può Ferrero a mentire in maniera così sfacciata ai consumatori?
Per non parlare poi della presunta sostenibilità, tanto infondata quanto enfatizzata. A parte i fiumi di parole sul tema, l’unico sistema di certificazione della sostenibilità è tutt’ora il Roundtable on Sustainable Palm Oil (RSPO), una farsa.
Una garanzia di sostenibilità ridicola e decretata fallimentare da tutti e su tutti i fronti. Nei Paesi in cui avviene la massima coltivazione di palme da olio, Indonesia e Malesia, non vi sono sistemi concreti di tracciabilità della filiera, di monitoraggio dei suoli, di controlli sulla destinazione d’uso degli stessi, sui pesticidi utilizzati. La legislazione a tutela dell’ambiente, degli animali e delle popolazioni è carente e spesso facilmente elusa, anche a causa della corruzione diffusa.
Basti pensare al recente dossier pubblicato da Amnesty International per farsi un’idea di quanto parlare di ‘sostenibilità’ nel settore dell’olio di palma sia ipocrita e risibile. Sfruttamento del lavoro, anche minorile, devastazione dei territori, land grabbing, in poche decine di anni poche e potenti multinazionali occidentali hanno devastato due interi Paesi e adesso, dopo aver fatto tabula rasa, si apprestano a colonizzarne di nuovi. Le alternative all’olio di palma ci sono, magari non così economicamente vantaggiose per Ferrero, ma di certo migliori per l’ambiente, la salute dei consumatori e anche la nostra economia tante aziende lo stanno dimostrando, con numeri alla mano. Se Ferrero vuole continuare sulla vecchia strada faccia pure, ma non ci venga a raccontare la favoletta della sostenibilità, perché ormai è lampante che si tratta di informazioni ingannevoli, ipocrite e vili, per cui noi faremo tutto ciò che politicamente c’è possibile per tutelare la salute dei cittadini e il nostro pianeta.