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Quanti commenti e quante critiche al mio ultimo post che parlava di geoingegneria! Oltre ai commenti, articoli pietosi, offensivi e conditi da crassa ignoranza e/o malafede su Giornalettismo, Blitzquotidiano e pure Il Giornale.

Nell’articolo precedente ho adottato un taglio divulgativo, pur citando (con i link diretti) le fonti cui facevo riferimento, che erano principalmente IPCC e l’ultimo rapporto del NAS. Di certo non mi aspettavo degli attacchi così strumentali e pretestuosi (che ingenuo!).

Unica soddisfazione, è che almeno si parla di questi temi…

Comincio a rispondere ad alcune delle questioni sollevate, ma soprattutto cerco di fare un po’ di chiarezza. In particolare, in questo primo post parlerò della definizione di geoingegneria e della sua applicazione.

Nei prossimi post, passerò in rassegna le tecnologie descritte nella precedente infografica. Spiegherò il loro utilizzo e i rischi potenziali, sempre utilizzando fonti di letteratura scientifica.

Il concetto di geoingegneria è stato definito in tempi relativamente recenti, in occasione del quinto rapporto IPCC (2013). Non stiamo quindi ovviamente parlando dell’ottimo corso di geoingegneria ambientale (!) che, peraltro, ho pure seguito al Politecnico di Torino.

Partiamo dall’ABC: l’ IPCC è Intergovernmental Panel on Climate Change (Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico), il foro scientifico formato nel 1988 dalle Nazioni Unite allo scopo di studiare il cambiamento climatico.

L’IPCC fonda le sue valutazioni principalmente su letteratura scientifica pubblicata. La sua attività principale è la preparazione di valutazioni esaustive e aggiornate delle informazioni scientifiche, tecniche e socio-economiche rilevanti per la comprensione dei mutamenti climatici.

Fino ad ora i rapporti pubblicati sono cinque.

Quindi i rapporti IPCC sono una fonte ufficiale…

La definizione di geoingegneria è presente nel quinto rapporto IPCC ed in particolare in quello del gruppo di lavoro 1 (WG1), quello che si occupa della base teorica.

Spiegato in poche parole, la geoingegneria consta di due filoni:

  • CDR (Carbon Dioxide Removal): tecniche per ridurre la CO2 in atmosfera con tecnologie come la cattura e sequestro (o stoccaggio) del carbonio (CCS).
  • SRM (Solar Radiation Management): tecniche per gestire la radiazione solare, riducendo la quantità che il sistema climatico assorbe.

In sintesi, se non riduci la concentrazione in atmosfera di gas che causano l’effetto serra, allora provi a ridurre il quantitativo di radiazione solare che riscalda il pianeta aumentando la capacità di rifletterla verso lo spazio.

Ma come funzionerebbe?

Più informazioni si trovano nel quinto rapporto IPCC WG3, sulla mitigazione del cambiamento climatico.

In sintesi, per SRM si intendono tecnologie che mirano a evitare gli effetti climatici dell’accresciuta concentrazione di gas serra basandosi, per esempio, sull’iniezione di particelle o aerosol negli strati superiori dell’atmosfera per aumentare la capacità di riflettere la radiazione solare (ovvero l’albedo).

Questa tecnologia ha attratto un’attenzione considerevole per il suo potenziale di sviluppo, ma manca una conoscenza dettagliata degli effetti positivi e negativi. Farne uso potrebbe modificare parametri quali le precipitazioni e la temperatura, ma anche modificare il ciclo dell’acqua con effetti incerti (uno studio nel Journal of Geophysical Research, suggerisce inoltre che la SRM ridurrebbe considerevolmente le precipitazioni, fino a impattare i raccolti e l’acqua potabile). Altri effetti potrebbero riguardare la riduzione dell’ozono stratosferico con effetti assai negativi.

Passiamo ora allo studio del NAS, ricco di spunti molto interessanti.

L’Accademia Nazionale delle Scienze (NAS) è una associazione no-profit di illustri studiosi, scelti tra partecipanti attivi alla comunità scientifica internazionale, istituita con la finalità di fornire una consulenza indipendente al governo americano sulle materie scientifiche e tecnologiche.

Lo studio NAS mira a valutare i potenziali impatti, i benefici e i costi delle due classi di interventi proposti. La rimozione di CO2 (CDR, di cui sopra), e la modifica dell’albedo (SRM).

Definiamo il concetto di albedo: il rapporto fra l’intensità della radiazione riflessa da un corpo e quella con cui è stato irraggiato. Un corpo perfettamente bianco, ossia riflettente, ha albedo uguale a 1, mentre un corpo perfettamente nero ha albedo uguale a 0, ossia assorbe tutta la radiazione ricevuta (Treccani).

Nel rapporto NAS la modificazione dell’albedo è definita come: “modificare la capacità di riflettere la radiazione solare attraverso anche “iniezione di aerosol (di solfati) nella stratosfera, schiarimento delle nubi e altri metodi per aumentare la riflettività della superficie terrestre.”

In conclusione del rapporto NAS viene presentata una sorta di analisi costi-benefici delle tecnologie di modifica dell’albedo: “impiegare tecniche di modificazione dell’albedo su grande scala porterebbe una serie di rischi ambientali, sociali, legali, economici ed etici. Questi includono la riduzione dell’ozono stratosferico e modifiche nel quantitativo e nelle modalità delle precipitazioni. Inoltre, la modificazione dell’albedo non contrasta gli impatti della elevata concentrazione di CO2 in atmosfera, come l’acidificazione degli oceani.”

Veniamo ora alla definizione presentata nell’expert meeting sulla Geoingegneria del 2011 a Lima in Perù.

Anche qui si parla di modificare la riflettività (albedo), per esempio introducendo aerosol di acqua marina nelle nubi e imitare l’effetto delle eruzioni vulcaniche iniettando aerosol di solfati nella bassa stratosfera o anche piazzare scudi o deflettori nello spazio per ridurre il quantitativo di radiazione solare (!).

Incredibile… ma vero!

Nello stesso rapporto viene citato l’intervento di Alan Robock, ricercatore statunitense dal curriculum invidiabile, che propone un confronto tra diverse modalità di iniezione di aerosol nella  stratosfera.

Comparando l’uso di aeroplani, palloni aerostatici e artiglieria definisce come più economica quella con tramite l’utilizzo di aerei.

Insomma TUTTO quello che ho citato è presente in letteratura scientifica proveniente da istituti di ricerca internazionale.

Niente “GOMBLOTTO”, assurdità scientifica, follie futuristiche e quant’altro. Tutte tecnologie che, secondo quello che dicono IPCC e NAS, sono allo studio usando modelli matematici e che potrebbero venire presto testate sul campo.

Di qui la necessità di informare i cittadini delle tecnologie e dei loro rischi, dato che, come le reazioni al mio post dimostrano, il livello di disinformazione è abissale. E non solo quello…

Concludo rispondendo a chi mi chiedeva quali fossero le reazioni chimiche dietro allo “sbiancamento” delle nuvole. Semplice, nessuna reazione chimica. “Sbiancare”, quindi rendere più bianche, le nuvole ne aumenta l’albedo e quindi la capacità di riflettere la radiazione solare…

Non esistono scorciatoie. Cambiare radicalmente il sistema economico e produttivo riducendo le emissioni di gas serra è l’unica soluzione.


 

P.S. Ricordo che le fonti scientifiche sono direttamente inserite come link nel testo e allego una serie interminabile di articoli usciti in questi giorni in Italia e USA, tra cui pure su Repubblica! Leggete!

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2015/02/12/manipolare-il-clima-per-ridurre-i-gas-serra-la-pazza-sfida-della-geoingegneria39.html

11/02 Geoingegneria «irresponsabile e irrazionale» per la NAS: http://www.rinnovabili.it/ambiente/geoingegneria-irresponsabile-irrazionale-national-academy-sciences-333/

12/02 Castellari: “Ignoriamo i rischi della geoingegneria, è meglio puntare sulle rinnovabili”: http://www.repubblica.it/cronaca/2015/02/12/news/castellari_ignoriamo_i_rischi_della_geoingegneria_meglio_puntare_sulle_rinnovabili-107113740/

16/02 La CIA vuole usare la geoingegneria a fini militari? http://www.rinnovabili.it/ambiente/cia-geoingegneria-fini-militari-333/

17/02 Cambiamenti climatici: la geoingegneria diventera’ un’arma? http://www.greenbiz.it/panorama/news/12840-cambiamenti-climatici-geoingegneria

18/02 Blog di repubblica, Oca sapiens: geoingegneria molto pericolosa e ultima spiaggia: http://ocasapiens-dweb.blogautore.repubblica.it/2015/02/18/e-molto-pericoloso/

19/02 La Geoingegneria, la CIA e il controllo globale del clima: http://www.primapaginadiyvs.it/la-geoingeneria-la-cia-e-il-controllo-globale-del-clima/

23/02 Blog Repubblica, Oca sapiens: perché la geoingegneria è molto difficile: http://ocasapiens-dweb.blogautore.repubblica.it/2015/02/23/chimica-delle-scie/

http://www.rinnovabili.it/ambiente/geoingegneria-irresponsabile-irrazionale-national-academy-sciences-333/

 

IN INGLESE NE STANNO PARLANDO ANCHE “THE GUARDIAN” E “NATIONAL GEOGRAPHIC”

 

10/02: There’s a Good and a Bad Way to ‘Geoengineer’ the Planet: http://news.nationalgeographic.com/news/2015/02/150210-national-academy-geoengineering-report-climate-change-environment/

11/02: Is geoengineering a bad idea? http://www.theguardian.com/environment/2015/feb/11/is-geoengineering-a-bad-idea-climate-change

17/02: Geoengineering is no place for corporate profit making http://www.theguardian.com/sustainable-business/2015/feb/17/geoengineering-is-no-place-for-corporate-profit-making

 

ALTRE FONTI

http://www.nanowerk.com/news2/green/newsid=39007.php

http://www.natureworldnews.com/articles/12686/20150211/geoengineering-not-the-solution-to-climate-change.htm

http://nas-sites.org/americasclimatechoices/public-release-event-climate-intervention-reports/

http://www.houstonchronicle.com/business/energy/article/Panel-urges-geoengineering-studies-to-counter-6074184.php

http://www.hngn.com/articles/68581/20150211/climate-change-geoengineering-not-an-alternative-to-reducing-carbon-emissions-according-to-national-research-council.htm

http://www.forbes.com/sites/ericmack/2015/02/11/hide-the-co2-not-the-sunshine-to-fight-climate-change-says-science/

http://www.inquisitr.com/1832530/climate-change-panel-warns-geoengineering-may-be-humanities-last-hope/

 

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