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Mi sembrava strano che nessuna voce autorevole del giornalismo o della politica italiani si fosse ancora levata contro i contenuti offerti dal programma televisivo di Rai Tre, Scala Mercalli. E invece, quasi puntuale, eccola. Dalle pagine del Corriere (o Pompiere) della Sera tuonano i tasti di Aldo Grasso. Che, in una sua critica tanto triste quanto inutile, definisce Luca Mercalli un “profeta di sventure”, solamente perché si permette di parlare in prima serata di cambiamenti climatici, esaurimento delle risorse e stili di vita sostenibili.

L’esimio giornalista e docente universitario Grasso, quello che non ha mai fatto in vita sua una critica a un potente (vi sfido a trovarla, da qualche parte), portatore di verità, di pensiero scientifico e soprattutto di freschezza, lamenta il fatto che la Rai abbia abbandonato il “rassicurante Angela” per scegliere invece il catastrofismo, appunto. Ma soprattutto si propone che la Rai non sprofondi abbandonandosi all’ideologia nell’affrontare questi problemi.

Il Grasso, però, dall’alto della sua saccenteria non vede due cose. La prima è che Mercalli generalmente porta esempi positivi di cambiamento, di cui per fortuna è pieno il mondo. La seconda è che l’unico ad avere un approccio ideologico è proprio lui, intellectual radical chic che vuole cambiare il mondo dalla sua comoda poltrona, guardando (il pur ottimo) Quark per altri 40 anni, e illudendosi che la soluzione ai serissimi problemi ambientali si trovi semplicemente dicendo alle persone che va tutto bene e che le cose possono solo migliorare.

Per fortuna molte persone hanno capito che, invece, un minimo di responsabilità bisogna prendersela tutti, se si vogliono affrontare quelli che anche il Grasso definisce “rischi e problemi serissimi”. Tanto urgenti e di interesse generale che se ne parla finalmente anche in prima serata su una rete pubblica. E vuoi vedere che è proprio questo, il problema, che le rassicurazioni e la scienza da salotto perbene dei dinosauri come lui non bastano più?

Un consiglio ad Aldo Grasso: si metta a scrivere articoli interessanti, magari su temi scientifici o ambientali, invece che sbraitare sul Web il suo disprezzo per chi ha più visibilità di lui. E vedrà che non avrà più bisogno di queste patetiche uscite per attirare un po’ di attenzione.

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