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Canta vittoria troppo presto l’associazione dei cittadini ‘Campagne liberali‘ che ormai, quasi fosse un mantra, elogia quasi quotidianamente la sostenibilità dell’olio di palma. Per farlo questa volta ha tirato in ballo il rapporto del WWF Germania del 2016 che analizza le criticità ma anche i vantaggi di questa produzione.

Sebbene il rapporto riconosca la maggior resa per ettaro e la versatilità dell’olio tropicale, ammetta le difficoltà nel sostituirlo oggi in tutti i settori e riconosca il fallimento della sua sostituzione con altri oli tropicali non nega però le problematiche ambientali e sociali legate alla sua produzione: perdita di biodiversità, ingiustizie sociali e sfruttamento dei lavoratori (come denunciato da Amnesty), cosa che ‘Campagne Liberali’ naturalmente si è guardata bene dal dire.

Ed è naturale che, per sostenere gli attuali livelli di consumo, sostituire l’olio di palma con altri oli non comporterebbe la risoluzione del problema e non cambierebbe la situazione drammatica dei paesi in via di sviluppo dove sono situate le maggiori piantagioni. Perché è proprio questo il punto, è il meccanismo che è distorto, che non funziona.

Non funziona la produzione accentrata nelle mani di pochi e basata sullo sfruttamento dei lavoratori.
Non funziona anteporre gli interessi commerciali di alcune multinazionali ai beni comuni e al rispetto dell’ambiente e dei diritti umani.
Non funziona il consumo, soprattutto da parte dei più giovani, di merendine, dolci e cibo spazzatura.
Non funziona l’utilizzo di prodotti agricoli per produrre carburante o biodisel.
Non funziona una delocalizzazione della produzione.
È lo stesso report a sottolineare come intervenendo proprio su quello che non funziona e assumendo buone pratiche politiche e alimentari, solo in Germania si potrebbe ridurre del 50% l’utilizzo dell’olio di palma. In sintesi WWF Germania individua una serie di interventi che potrebbero essere messi in campo: utilizzare solo prodotti di scarto per i biocarburanti, limitare snack, dolci e cibo spazzatura, ridurre il consumo di carne, utilizzare mezzi di trasporto sostenibili come la bicicletta, produrre localmente e quindi incentivare gli oli europei come girasole e colza.
E allora mi chiedo: perché campagne liberali non dà tutte le “buone” notizie?
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