Secondo i dati ISTAT, anche nel secondo trimestre 2013 il PIL registra un calo dello 0.2% rispetto al trimestre precedente. Il Prodotto Interno Lordo scende pertanto a metà anno dell’1,7% superando quel 1,3% previsto.
Sul meccanismo del PIL ci sarebbe molto da dire ma certo è che in questo caso è evidente il riscontro del forte calo dei “consumi”, prevalentemente dovuto alla riduzione del potere di acquisto generale che a sua volta si riflette su chi produce beni-servizi e quindi sull’occupazione. Infatti le richieste degli ammortizzatori destinati agli stati di mobilità e disoccupazione, sono saliti a giugno del 14,7% ma Antonio Mastropasqua, il presidente dell’INPS, si felicita per la riduzione delle richieste di Cassa Integrazione che dice essersi ridotte da 3 mesi a questa parte.
Forse chi guadagna all’incirca 1.2 milioni di euro all’anno per i suoi molteplici incarichi pubblici e privati, ha sicuramente poco interesse a vedere il bicchiere quasi vuoto o addirittura crepato, e non si spinge a valutare se le richieste calano perché le aziende semplicemente chiudono. Come spesso accade, a seconda di come si “guardano” i dati si sceglie la prospettiva che più fa comodo a chi si deve accontentare per gli interessi politici del caso.
Ma in realtà tutti coloro che hanno guadagni spropositati, ben si guardano anche dal solo evidenziare che forse con un provvedimento legislativo mirato che esclude i multi incarichi e istituisce tetti alle pensioni, si creerebbero subito molti posti di lavoro, si ripristinerebbe il potere di acquisto dei pensionati rimboccandogli un po’ le pensioni, si recupererebbe parte (o tutto?) di quel che serve per garantire il reddito di cittadinanza, e chissà quant’altro.
Questo è solo un semplice esempio su come ottenere subito economia e lavoro, ma poi seguono altri “piccoli” esempi su come creare nuovo lavoro, nuovi tipi di attività e nuove professioni.
Solo nel settore della economia verde sostenibile si potrebbero creare centinaia di migliaia di posti di lavoro, in gran parte strutturali e pertanto veri posti occupazionali. Ma l’Italia preferisce ancora incenerire i rifiuti anziché recuperare i materiali in essi presenti, che a nostro avviso favorirebbe lo sviluppo di molte nuove piccole e medie imprese legate all’indotto.
Ma prendiamo anche l’inganno delle vecchie soluzioni.
Ogni volta si parla di ottenere lavoro facendo ripartire il settore edile.
Anche in questo caso una scusante per giustificare la politica delle grandi opere, che ahinoi risultano spesso miraggi poco utili o addirittura dannosi alla collettività, la quale viene comunque ammansita con lo zuccherino occupazionale.
Ma l’edilizia non è affatto composta solo dalle grandi colate di cemento, gran parte di essa potrebbe occuparsi per esempio di attività di restauro ed adeguamento delle strutture esistenti; attività prevalentemente manuali che impegnerebbero uno stuolo di artigiani e non di mega macchinari. Pensiamo per esempio cosa “non è stato ancora fatto” per l’Aquila, e quanti posti di lavoro e piccole e medie imprese territoriali potrebbero occuparsene.
Noi sappiamo che le politiche del cemento indiscriminato distruggono terre e ambienti.
Annullano il buon vivere di migliaia di cittadini deturpando vasti territori che andrebbero invece valorizzati diversamente garantendo anche il lavoro in armonia con salute e ambiente.
Quante volte abbiamo detto o sentito dire “l’Italia potrebbe vivere solo di turismo” ?
E allora facciamo in modo che questo concetto si trasformi in realtà ed iniziamo ad abbattere tutti quei muri reali o metaforici che ci impediscono di costruire il nostro futuro migliore!
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