Sono tra noi, anzi dentro di noi!
I microrganismi, presenti a miliardi fuori e dentro di noi, hanno un ruolo fondamentale per la fertilità dei suoli, per la nostra salute e per garantire gli equilibri degli ecosistemi.
L’essere umano vive in stretta simbiosi con numerosi microrganismi che popolano il suo intestino, microrganismi indispensabili per l’assimilazione del cibo e per il corretto funzionamento del nostro corpo.
La popolazione dei batteri che convive con noi è dieci volte più numerosa delle cellule che compongono il corpo umano! L’intera massa di microbi nel nostro corpo è di circa un chilo, maggiore rispetto a organi come il cuore o i reni, un vero e proprio organo microbico.
I microbi buoni veicolati dal cibo hanno colonizzato per decine di secoli il nostro intestino, condizionando positivamente la nostra salute. Anzi, alcuni ricercatori ritengono che l’allarmante aumento delle malattie autoimmuni in Occidente sia dovuto proprio al mutato rapporto tra i nostri corpi e le loro “vecchi amici”. O meglio, alla guerra su più fronti che abbiamo condotto nell’ultimo secolo contro di loro, e che ci ha portati oggi a quello che viene definito un “microbiota occidentalizzato”, ossia impoverito.
Un simile cambiamento di paradigma ha portato alcuni scienziati a chiedersi se non sia giunto il momento di intraprendere un progetto di “ecologia restauro“. Non solo nella foresta pluviale, ma anche nell’intestino umano, dove si trova la maggior parte dei nostri “amici germi”.
Proprio la depressione della biodiversità microbica dell’intestino è la causa di alcune importanti patologie, in grande espansione appunto, come il diabete di tipo mellito, il fegato grasso e i processi infiammatori.
Dal nostro corpo, quindi, passiamo a ciò che ci circonda.
Anche qui troviamo dei “facilitatori” per il buon funzionamento del grande mistero della vita…
I microrganismi che abitano il suolo, ad esempio, provvedono alla demolizione della sostanza organica, mobilizzano i nutrienti delle piante, stabiliscono legami più o meno diretti con le radici delle piante (come la fissazione dell’azoto delle leguminose), contribuiscono allo sviluppo della pianta fornendo nutrienti essenziali (ad esempio azoto), acqua e sostanze fitostimolanti, incrementano la qualità delle colture migliorandone gli aspetti nutrizionali e, infine, contribuiscono alla salute delle piante aiutandole a difendersi dalle malattie.
Inoltre i microrganismi riducono significativamente gli inquinanti tossici nel suolo tramite il loro potenziale di bio-risanamento, contribuiscono alla biodiversità del suolo, agiscono come agenti primari nei cicli biogeochimici, contribuiscono alla nutrizione e al benessere degli animali.
Le attività dei microbi aiutano le piante a crescere più in salute, ad esempio attraverso la produzione di sostanze tossiche per i patogeni, competendo con i patogeni della pianta e inducendo resistenza nelle colture.
Comunemente i microbi non si trovano come singole specie, ma associati sotto forma di “consorzi microbici”, traendo vantaggio dalle interazioni fra i tanti e diversi membri che la compongono. Dei vero e propri ecosistemi negli ecosistemi.
In un singolo centimetro cubico di suolo agrario si possono trovare anche 100 milioni di microbi con centinaia di genomi diversi, che concorrono alla fisiologia delle piante.
La mancanza di microbi “buoni” nei suoli agricoli mette in crisi sia il sistema agricolo, sia la salute dei consumatori.
Negli ultimi 70 anni l’agricoltura ha dato sempre meno importanza alla componente organica viva del suolo. L’agricoltura industriale si è ingegnata nella produzione di pesticidi capaci di uccidere i microrganismi patogeni, in una guerra che non prevedeva prigionieri ma solo lo sterminio dell’intera comunità microbica dei suoli agricoli.
Il deperimento delle comunità microbiche della pianta porta ad una depressione nelle difese della pianta ed ad una maggiore vulnerabilità nei confronti delle malattie.
Lo stesso deperimento influenza anche la popolazione microbiologica umana, come dimostrano recenti studi, influendo sulla nostra salute.
Una filiera agricola che rispetti la fertilità dei suoli porta nel cibo una grande varietà di microbi indispensabili per la salute umana. Viceversa la mancanza di microbi “buoni” nel cibo porta in dote numerose malattie.
Dopo 70 anni di questa guerra, le conseguenze cominciano a diventare evidenti…