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Ci sono mille motivi per schierarsi contro il baraccone di Expo 2015, i suoi sprechi e le sue contraddizioni. Il più valido, però, è il fatto che invece di “nutrire il pianeta” questa assurda esposizione lo affama, lo asseta e lo devasta ulteriormente. Anche e soprattutto a livello locale. Che ne sarà infatti dei terreni agricoli cementificati per questa Disneyland degli ingordi? E in quali condizioni si ritrovano i campi rimasti? Grazie all’esposizione, già prosciugati!

E’ quanto lamentano ben settemila aziende agricole che vivono grazie alle acque del Ticino: per riempire i suoi canali, infatti, l’Esposizione universale prosciuga il fiume lasciando letteralmente a bocca asciutta gli agricoltori della regione circostante.

Temperature elevate e siccità non bastavano, insomma. E a poco più di due mesi dall’avvio di Expo Milano 2015 si iniziano già a quantificare i danni alle economie e agli ecosistemi locali. E se da una parte ci sono già migliaia di aziende che chiedono a Expo di pagare i danni, dall’altra l’associazione del Parco del Ticino lancia un vero e proprio allarme: il fiume sta calando di ben 10 centimetri al giorno!

Tra fontane, laghetti, canali e “Lake Arena” vari, Expo ha fatto dell’acqua uno dei suoi punti forti. E di sicuro non lascerà i suoi pochi visitatori a guardare delle pozze vuote di cemento. A cosa si sta pensando quindi per non far soccombere gli agricoltori derubati della loro risorsa più preziosa?

No, non di ridurre il prelievo di acqua dal Ticino, figuriamoci! Ma di andare a pescarla anche dal Lago Maggiore.

Sì, perché essendo l’acqua del fiume già a tre metri sotto il suo livello medio, l’unico modo per fare continuare Expo 2015 a “bere come una spugna”, come ha detto la stessa associazione del Parco del Ticino, sarebbe quella di rivedere il livello di 1 metro e 25 cm sopra lo zero idrometrico del lago stesso, deciso da Ministero dell’Ambiente, Regioni Piemonte e Lombardia e autorità di bacino.

Sempre che caldo e siccità estivi non peggiorino la situazione. Perché se così fosse, allora si potrebbe finalmente dire addio a Expo.

Dell’ennesima figuraccia internazionale del governo Renzi ce ne faremmo una ragione. Ma almeno salveremmo ciò che è davvero importante: non il circo di Expo, ovviamente, ma le migliaia di agricoltori del luogo, a cui la normativa dà giustamente priorità in caso di emergenza idrica.

“Il nostro compito è quello di tutelare le attività produttive del Ticino”, fa presente Gian Pietro Beltrami, presidente del Parco del Ticino. Che, intanto, si sta già preparando a chiedere istanza di calamità naturale.

Proprio un bell’affare questa Expo, non c’è che dire. Un affare per pochi che non ha futuro, e compromette anche quello di chi potrebbe invece averne uno!

Se è così che Renzi e la sua cricca di industriali e palazzinari vari propongono di nutrire il pianeta, o anche solo l’Italia, è meglio che lascino le cose come stanno. Di peggiorare ulteriormente la situazione grazie alla loro ingordigia o incompetenza non ne abbiamo certamente bisogno.

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