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Ieri l’Organizzazione meteorologica mondiale delle Nazioni Unite ha diffuso nuovi e più preoccupanti dati in merito al cambiamento del clima (link Il Fatto + articolo originale WMO).

Pochi giorni prima della marcia globale per il clima questi numeri arrivano a ulteriore conferma della nostra preoccupazione.

Nel 2013 l’effetto serra non soffre la crisi ed è invece un anno di grandi record.

Record di concentrazione di CO2 in atmosfera, che ha raggiunto la soglia di 396 parti per milione (ppm), e anche record di incremento annuale delle emissioni, con ben 2,9 ppm in più dal 2012 al 2013, il maggiore dal 1984.

La capacità della terra di trattenere il calore è aumentata del 34% dal 1990, invece di diminuire come ci si auspicava e come chiedevano gli obiettivi di Kyoto.

Ma l’aumento delle emissioni non appare sufficiente a spiegare questo ultimo dato.

Sta probabilmente diminuendo la capacità del pianeta di assorbire le nostre emissioni inquinanti, la capacità di mantenere l’equilibrio. La nostra biosfera assorbe infatti circa un quarto delle emissioni climalteranti mentre un altro quarto viene assorbito dagli oceani.

La capacità di assorbire la CO2 degli oceani è legata alla loro acidificazione che ha gravi conseguenze per gli habitat e la biodiversità marine. Ma più il mare si acidifica più si riduce la presenza di ioni carbonato e di conseguenza la capacità di assorbire CO2. La conseguenza è che oggi gli oceani assorbono il 30% in meno di quanto facevano prima dell’era industriale e si prevede che arrivino ad assorbire fino al 80% in meno entro la fine del secolo.

Nel frattempo la capacità di assorbimento della biosfera risente della deforestazione e della distruzione degli ecosistemi.

Insomma il pianeta terra fatica sempre più a star dietro alle nostre malsane abitudini.

E l’Italia con il giovane ”innovatore” Renzi che fa?

Continua la grande abbuffata.

Da una parte ci assicura sempre più emissioni. Sovvenziona le fonti fossili più inquinanti, come il carbone, e si adopera per trivellare il nostro territorio per estrarre poche gocce di petrolio e gas, che secondo il Global Sustainability Institute una volta estratte tutte basterebbero per meno di un anno di consumi Italiani.

Dall’altra favorisce la cementificazione selvaggia diminuendo la capacità di assorbimento della CO2 dei suoli (la biosfera) e incrementando le emissioni della industria del cemento, notoriamente uno dei settori che più contribuiscono alle emissioni globali di CO2.

Chi si attiva ogni giorno sa bene che, per quanto il suo meccanismo di funzionamento possa essere de-umanizzato e fare riferimento a protocolli automatici e burocrazia, ogni istituzione è pur sempre composta da esseri umani.

E che questi ultimi, come nel caso del nostro governo, non sempre sono animati dalle migliori intenzioni in fatto di beni comuni.

Per smuovere la macchina dal basso, ho deciso di partecipare domenica 21 settembre a un evento a 5 Stelle nei pressi di Roma.

Gli attivisti mi hanno invitato a passare un pomeriggio in un bosco, per ripulire l’area e insegnare tutti insieme ai bambini e ragazzi presenti che i rifiuti sono risorse e non scarti.

Qual è il significato di questo apparentemente piccolo gesto?

Il futuro che ci attende purtroppo non ci farà sconti.

La corsa alle risorse nell’illusione di un ultimo slancio di crescita è una strategia perdente.

Usiamo l’intelligenza e cooperiamo per un uso sostenibile delle risorse.

Stare con il fiato sul collo a una casta distratta e annoiata proponendo nuovi modelli di comportamento li costringerà  – magari controvoglia –  a migliorare.

Spesso scrivo che la prima rivoluzione parte dal nostro piatto, dallo scoprire le buone pratiche della nostra bellissima terra e dal pretendere una filiera più rispettosa per l’ambiente.

Possiamo iniziare anche adesso.

Marcia clima Roma, può servire?

Unitevi e siate in marcia ogni giorno!

Sempre vostro, Mirko Busto

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