Olio di palma: nel resto d’Europa è sinonimo di bassa qualità, ma in Italia c’è chi lo difende a spada tratta.
Proprio così, nei Paesi dell’est Europa dire olio di palma significa dire prodotto di serie B, tant’è che alcuni Paesi hanno portato la questione addirittura al Consiglio Europeo. Il problema? Secondo l’attuale legislazione le multinazionali possono cambiare gli ingredienti da Paese a Paese, purché l’etichetta sia veritiera.
Un test condotto su diversi cibi prodotti da grandi multinazionali – tra queste Coca Cola, Ferrero, Bahlsen, Igloo – e in commercio in tutti i Paesi Ue mostra che in alcuni di questi (in particolare Polonia, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca) gli ingredienti sono di qualità più scadente rispetto a quelli venduti nel resto d’Europa.
I primi a verificare la faccenda sono stati gli slovacchi che hanno analizzato in laboratorio 22 prodotti di grandi multinazionali dimostrando che gli ingredienti erano diversi rispetto a quelli usati in Austria.
Ad esempio, un succo di frutta tedesco in Austria conteneva effettivamente frutta, in Slovacchia neanche un po’.
Così è stato smascherato il “doppio standard” utilizzato da questi marchi. E indovinate un po’ tra i vari criteri che delineavano la bassa qualità cosa si è misurato? La presenza o meno di olio di palma.
Più c’era olio di palma in un prodotto minore era la qualità.
I biscotti Bahlsen, che in Paolonia contengono olio di palma, in Germania ne sono privi. Stesso discorso per la famosa crema spalmabile… nei Paesi dell’Est le dosi di olio di palma aumentano, mentre in altri diminuiscono.
A fronte di questi dati, il gruppo di Visegaard formato da Polonia, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca ha insistito con il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, affinché nelle conclusioni finali del Consiglio fosse inserita una frase di appena due righe che riguarda anche la crema alla nocciola più famosa al mondo. Il testo recita che:
“il Consiglio europeo accoglie la decisione della Commissione di risolvere il problema della doppia qualità degli alimenti nel mercato interno”.
Il ministro dell’Agricoltura ceco, sempre in sede Europea ha affermato “Siamo stufi di essere il bidone della spazzatura d’Europa”. E noi italiani? Non siamo ancora stufi di essere presi in giro?