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Nel Diciannovesimo secolo, la malattia era qualcosa di spaventoso, ma tutto sommato di più tangibile ed evidente.

Così un maestro del brivido del tempo, come lo scrittore Edgar Allan Poe, poteva rappresentare la peste come un sudario chiazzato di sangue con il volto di un cadavere.

Dalla letteratura alla scienza, ci troviamo oggi di fronte a nemici subdoli per la nostra salute e l’ambiente, che rendono invisibile nel breve periodo il rischio. Esso può però concretizzarsi in pesanti e inevitabili conseguenze nel tempo e nelle generazioni successive.

Da tempo circolano studi sulla pericolosità dei fitofarmaci e sulla possibilità di conseguenze epigenetiche, cioè in grado di alterare il nostro patrimonio genetico (fenotipo) anche per la nostra progenie.

Una nuova evidenza è portata dalla recente pubblicazione di tre ricercatori indipendenti: Stephanie Seneff, Nancy Swanson e Chen Li.

Quest’ultimo studio confermerebbe le relazioni tra esposizione a fitofarmaci e autismo, malattie degenerative ma anche, e qui sta un campo ancora non molto studiato, sui disturbi del sonno.

Cosa lega il sonno e le sue alterazioni con le malattie?

La prima considerazione del trio scientifico è che molte malattie neurologiche, tra cui autismo, depressione, demenza, disturbo d’ansia e Parkinson sono associate a modelli di sonno anomali, che a loro volta sono direttamente collegati alla disfunzione della ghiandola pineale.

La ghiandola pineale è altamente sensibile alle sostanze tossiche ambientale quali l’alluminio e il glifosate, principio attivo nei pesticidi che trovate anche al supermercato quando volete liberarvi dalle “erbacce” (basterebbe invece trapiantare qualche pianta ornamentale infestante e avere la pazienza di tenerla a bada…).

La combinazione di queste due sostanze, altamente presenti nella civiltà industrializzata, ha effetti devastanti sulla nostra salute.

Tra alluminio e glifosate si crea, secondo gli studiosi, una pericolosa sinergia.

Il glifosate distrugge i batteri intestinali, portando alla produzione di un prodotto tossico, il p-cresolo, già riscontrato in soggetti autistici. Questa tossina ha la spiacevole conseguenza di migliorare l’assorbimento di alluminio nell’organismo.

Tutto ciò causa anemia nell’organismo e disfunzioni alla ghiandola pineale.

La conseguente ipossia può indurre il parto prematuro e l’autismo del nascituro.

Sulle disfunzioni della ghiandola pineale lo studio si sofferma a lungo.

Sia il glifosato sia l’alluminio disturbano, per esempio, gli enzimi del citocromo P450, che sono coinvolti nel metabolismo della melatonina, prodotta appunto dalla ghiandola pineale e che regola il ciclo sonno-veglia.

Lo studio dimostra anche che questa combinazione killer riduce la produzione del neurotrasmettitore serotonina, prodotto sia nel sistema nervoso centrale, sia in alcune cellule nell’apparato gastrointestinale e che è coinvolto nella regolazione del nostro umore (tanto da essere noto anche come ormone del buonumore) .

Quando capiremo che è ora di cambiare passo?

Sempre vostro, Mirko Busto

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1 Comment

  1. 23 Febbraio, 2015 at 05:48 — Rispondi

    naturalmente non si parla di subire la luce alitficiare dall’esterno, ma di subire 1) il cambiamento di stile di vita che ci ha portato tutti a modificare le nostre abitudini nel corso del tempo, ben lontano dai cicli naturali regolati dalla luce del sole (problema che riguarda tutti)chi e8 che oggi va pif9 a dormire alle 10 di sera? in pochi credo2) si parla di persone costrette a stare sveglie di notte per vari motivi (il lavoro su tutti) e a subire quindi la luce alitficiareproblema che non riguarda tutti, ma probabilmente moltispero di essermi spiegato megliociao

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