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Brutte notizie sul TTIP, a meno che non ci si muova tutti da subito per cambiare le cose. Oggi, infatti, gli europarlamentari membri della Commissione per il Commercio Internazionale voteranno l’introduzione nel TTIP stesso di una clausola arbitrale, l’Investor-state dispute settlement (ISDS), per decidere sulle controversie fra le multinazionali e gli Stati.

Si tratta di un arbitrato internazionale privato, costituito ogni volta da tre arbitri fuori dai tribunali ordinari. In altre parole, se l’ISDS verrà approvato, qualora una multinazionale facesse causa ad uno Stato accusandolo di intralciare i suoi interessi e i suoi profitti con una normativa in difesa dell’ambiente, della salute o dei diritti sociali, e la vincesse, a pagare saremmo noi cittadini!

Con la clausola ISDS possiamo davvero dire che il diavolo si nasconde nei dettagli. Non è quindi un caso se su questo tema la disinformazione è alta, in Italia. E non è in caso se in paesi in cui invece si parla molto e pubblicamente di TTIP e vergogne affini, come la Germania, il governo e l’opinione pubblica stiano mostrando un atteggiamento ostile.

Facciamo dunque un po’ di chiarezza.

Cos’è di preciso questo ISDS? In pratica, è l’istituzione di tribunali d’arbitrato commerciale in cui le leggi e la politica nazionale non hanno alcun potere d’intervento. Tali tribunali sono costituiti di 3 membri fra una lista ristretta di avvocati e studi legali privati – a livello mondiale una lista di 300 avvocati circa.

Le parti scelgono il proprio difensore e il giudice. È prassi ormai comune che i difensori possono fare anche i giudici anche in contemporanea allo svolgimento di altri processi.

Ci rendiamo conto di cosa vogliono decidere sulle nostre teste? Il conflitto d’interessi a favore delle grandi corporation è più che evidente. Così come sono i rischi di condizionamento e/corruzione che ne deriverebbero, ben più alti che con i tribunali ordinari.

E le corporation d’Oltreoceano potrebbero rivalersi su di noi, ogni volta che uno Stato si oppone all’introduzione dei loro Ogm, o dei loro combustibili fossili devastanti o dei loro pesticidi.

Ricapitolando: affidarsi a tribunali esterni privati permetterà alle multinazionali Usa che investono in Europa di aggirare ogni corte nazionale o europea e di accusare direttamente i governi europei ogni volta che ritengono che una legge in materia di salute pubblica, ambiente e protezione sociale interferisca con i loro profitti e interessi.

Grandi somme di denaro in compensazione per l’applicazione di leggi decise democraticamente per proteggere l’interesse pubblico, ma che penalizzano gli investitori privati.

Non possiamo permettere che, con l’ISDS, delle multinazionali possano trascinare i governi di fronte a un tribunale di arbitrato internazionale, ogni volta che ritengano violati i loro diritti di far soldi sulle nostre vite.

E visto che i diritti delle multinazionali si traducono nel cercare mercati e profitti ad ogni costo, tutte le decisioni democratiche prese per difendere l’interesse pubblico diventeranno materia per cause ISDS.

Non si scaricano sulla collettività gli interessi privati delle multinazionali!

Chiediamo dunque subito di fermare questo schifo.

Come? Greenpeace Italia suggerisce ad esempio di scrivere agli europarlamentari che oggi voteranno questa proposta una semplice frase:

Le multinazionali fanno causa e i cittadini pagano? Fermi questa vergogna! Il 28 maggio voti NO ISDS! Non si scaricano sulla collettività gli interessi delle multinazionali. #StopTTIP

Non risponderanno, statene certi. Ma capiranno che anche noi cittadini sappiamo bene cosa stanno cercando di fare, e gli stiamo col fiato sul collo.

Anche sul TTIP lo possiamo dire: “Loro non molleranno mai. Noi neppure!”

Ne va della nostra salute, del nostro ambiente, dei nostri diritti.

Ringraziamo per la consulenza e le informazioni riguardanti l’ISDS l’avvocato Stefano Bianco di Varese.

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