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La maggioranza della popolazione Italiana potrebbe già essere infetta dal Coronavirus con sintomi lievi o inesistenti. Lo dice uno studio appena rilasciato dall’università di Oxford.

I risultati dello studio suggeriscono che le epidemie in corso in Inghilterra ed Italia sarebbero iniziate molto in anticipo, almeno un mese prima, della prima morte dichiarata. Inoltre in entrambe i paesi si sarebbero ormai raggiunti livelli significativi di “immunità di gregge”.

L'”immunità di gregge” è l’idea che il virus smetterà di diffondersi quando un numero sufficiente di persone li sarà diventato resistente perché già infettati.

I ricercatori dell’università di Oxford hanno costruito un modello matematico calibrato sui dati di mortalità associata al coronavirus in Inghilterra e Italia. L’assunzione principale è che solo una percentuale molto piccola della popolazione è a rischio di malattie che necessitano ospedalizzazione. Solo una piccola parte, quindi , di gruppi a rischio come anziani o persone con patologie critiche come l’asma.

Con una percentuale dell’1% di popolazione a rischio di malattia grave, i risultati per l’Italia ( vedi Figura in basso) mostrano che il momento di ingresso del virus sarebbe avvenuto 10 giorni prima del primo caso confermato e circa un mese prima del primo decesso confermato. Con una percentuale tra il 60% e il 64% della popolazione già contagiate dal Coronavirus entro il 6 Marzo.

Ipotizzando un un tasso di popolazione a rischio dello 0,1%, invece, lo studio afferma che l’inizio della trasmissione potrebbe essere avvenuto 17 giorni prima della rilevazione del primo caso e 38 giorni prima della prima morte confermata, con l’80% già infetto entro il 06/03/2020.

Che questi risultati siano confermati o meno questo poco cambierebbe alla necessità delle restrizioni in corso indispensabili per non sovraccaricare ulteriormente il Servizio sanitario nazionale.

Leggi lo studio dell’università di Oxford (lingua inglese)

EDIT:

Lo studio dell’Università di Oxford è stato ripreso solo da due testate Italiane: Repubblica e Il Messaggero.

Repubblica ha completamente omesso i dati italiani riportando soltanto la parte con quelli inglesi. Leggi qui la mia risposta al tweet di Ezio Mauro (senza risposta ad ora).

Il Messagero riporta parzialmente e molto velocemente i dati italiani a fondo articolo e a margine di una considerazione di Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), il quale afferma che il modello di Oxford sarebbe: “una valutazione solo teorica» e «poco attendibile».

Personalmente trovo difficile sostenere in questo momento l’inaffidabilità dello studio, come pure la sua affidabilità. Dato che si tratta di una bozza di paper scientifico dove mancano gli elementi tecnici per poter verificare e replicare i risultati. Per questo occorrerà una pubblicazione su rivista peer reviewed.

Per poterci capire qualcosa, dovremo aspettare i dati dei test sierologici, che ci diranno quanto abbiamo già sviluppato anticorpi al virus e quindi se siamo già stati contagiati e probabilmente immunizzati.

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