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L’agguato al presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, andato in scena nei mesi scorsi è un serio segnale di una situazione ormai fuori controllo: quella delle agromafie, dei pascoli abusivi e del business delle macellazioni clandestine. Da alcuni anni alla guida del Parco dei Nebrodi, Antoci combatte, infatti, in prima linea nella battaglia per sottrarre pascoli e terreni alla mafia e per proteggere il territorio dall’illegalità. Proprio per questo è stato più volte minacciato e da tempo vive sotto scorta.
A dar fastidio è il suo impegno per mettere alle porte del Parco dei Nebrodi – la più grande area protetta dell’isola che sposa 24 Comuni fra Enna, Messina e Catania – i pascoli abusivi, gli abigeati, le macellazioni clandestine, il furto di macchinari agricoli e le frodi per ottenere finanziamenti europei.

Tutto questo ha dato vita a un giro d’affari miliardario – si stimano 5 miliardi nella sola Sicilia – e a un serio pericolo per i consumatori ignari delle condizioni di illegalità in cui vengono allevati gli animali. Condizioni che spesso portano alla proliferazione di virus e infezioni  causa di gravi malattie in chi ne consuma. Come dimostra anche l’interessante inchiesta di SkyTG24 andata in onda di recente. Nel servizio oltre alle testimonianze di allevatori, medici, esperti e Forze dell’Ordine sul tema, anche le interviste a persone colpite da malattia per l’assenza dei dovuti accertamenti su animali purtroppo rivelatisi infetti.

Negli stessi giorni altre trasmissioni e uno speciale di Rai Tg1 avevano messo la lente di ingrandimento su un altro preoccupante fenomeno della carne: il bombardamento degli animali con farmaci (ormoni e antibiotici) somministrati per non far ammalare gli animali dentro quella sorta di catena industriale infernale che si chiama allevamento intensivo.

Tutto questo è il dietro alle quinte di un’industria della carne troppe volte sorretta dall’illegalità, dalla mancanza di garanzie, di igiene e di sicurezza e foraggiata da consumatori ignari che continuano a finanziarla.

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