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L’Uomo Muore in Tutti Coloro che Tacciono di Fronte alla Tirannia.

Perché questa frase è così importante per le manifestazioni No Triv che si sono svolte domenica 9 novembre in 7 regioni d’Italia in contemporanea?

Queste parole sono state dette da Wole Soyinka, drammaturgo, poeta, scrittore e saggista nigeriano tuttora vivente.

A chi crede che un poeta – un’idealista – non possa essere un attivista, magari contro trivelle devastanti, ricordo che nel 2009 Soyinka fu designato tra i negoziatori incaricati di sorvegliare il processo di disarmo del MEND, l’organizzazione armata che da alcuni anni organizzava attacchi contro gli impianti petroliferi nel delta del Niger.

Domenica mattina ho partecipato al corteo di Licata (Agrigento).

Qui si parla non solo dei danni che ci saranno all’economia del turismo e dell’agroalimentare.

Bucheranno il fondo del mare in zone a elevato rischio sismico, a rischio di esplosione per la presenza di giacimenti di metano.

Le possibili conseguenze arrivano fino alla generazione di onde anomale (tsunami!) che potrebbero entrare fino a 12 km nella costa…

Per poche gocce di petrolio distruggiamo l’ambiente, il paesaggio, la salute e mettiamo a rischio la vita dei cittadini.

La politica deve guardare avanti, alle prossime generazioni.

Questa è politica…fossile!

Il governo capisca subito che il popolo italiano vuole vivere una vita degna in un ambiente sano!

Nel video degli attivisti di Agrigento, ai minuti 7 e 13 vi racconto il percorso dello Sblocca Italia in Parlamento tra interessi delle multinazionali e armi di “distrazione” di massa.

 

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