Basta Olio di Palma: ecco la proposta di legge del MoVimento 5 Stelle
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Ieri, insieme a Carlo Martelli, senatore del M5S in commissione Ambiente al Senato, Dario Novellino, antropologo e ricercatore e Michela Montevecchi, capogruppo M5s al Senato abbiamo presentato il Ddl a prima firma Martelli che vieta l’utilizzo dell’olio di palma. La proposta di legge, prima pubblicata per 60 giorni su Rousseau, nella sezione Lex Parlamento, poi emendata dagli iscritti, con commenti e indicazioni, sarà ora depositata come Ddl in Senato.
Si tratta di un segnale forte e chiaro: il Movimento 5 Stelle chiede di bandire l’utilizzo e la commercializzazione di olio di palma su tutto il territorio nazionale e in qualsiasi forma. Nella nostra proposta di legge che questa sostanza non potrà più essere utilizzata né a scopo alimentare, né come acido per la produzione di cosmetici, né come componente per combustibili denominati “bio”. Sia l’olio di palma, che quello di palmisto, non potranno essere lavorati dalle aziende in Italia, neanche per eventuali esportazioni.
Condivido da tempo questa battaglia con il senatore Martelli e i motivi sono ormai noti a tutti: l’olio di palma, nascosto ormai in tantissimi cibi di uso quotidiano, è dannoso per la salute; per l’ambiente, in quanto per produrlo vengono deforestate le foreste tropicali, inquinata le terre e le acque di interi Paesi, distrutte molte specie animali e l’habitat in cui vivevano; per le popolazioni locali e indigeni che abitano le terre in cui questa sostanza viene prodotta, costrette ad abbandonare le proprie case o al lavoro forzato in condizioni di semi schiavitù, come ha recentemente denunciato anche Amnesty.
Dal punto di vista alimentare ed economico, qualcuno obietta che la sostituzione dell’olio di palma con un’altra materia prima creerebbe un buco nel mercato, ma non è così. Secondo l’Istat, le abitudini alimentari degli italiani sono cambiate dal dopoguerra ad oggi, con un incremento degli zuccheri raffinati e degli acidi grassi dal 1100 al 1400 per cento. Si tratta di numeri incredibili che ci dovrebbero costringere, prima di tutto, a una riflessione seria sulle nostre abitudini alimentari. Possiamo e dobbiamo invertire questa rotta solo attraverso una corretta informazione sui nutrienti che si introducono con la dieta e sulle reali conseguenze dell’assunzione quotidiana di sostanze dannose.
Da un punto di vista sociale e ambientale, la coltivazione e la produzione di olio di palma è solo la punta dell’iceberg di un processo di land grabbing, ovvero la sottrazione di terra alle comunità locali, con il trasferimento di colonie di indigeni, per riconvertirla ad una coltivazione che va solo a favore del mercato occidentale. Questo comporta la distruzione delle foreste pluviali, che per essere nuovamente ricostituite necessitano di centinaia di migliaia di anni. Con conseguenze devastanti per l’ambiente. Per non parlare dell’impiego nelle piantagioni di palma da olio di manodopera locale sottopagata e sfruttata, compresi i bambini.
La produzione di olio di palma muove interessi in molti settori, quello dei cosiddetti bio-carburanti vede l’Italia fra i tre paesi maggiormente interessati alle importazioni. Ma, come sottolinea Dario Novellino, non dobbiamo dimenticare che quando l’Eni pubblicizza il bio-carburante fatto con l’Olio di palma, si tratta del frutto della deforestazione e della distruzione di popolazioni e foresta tropicale. L’80% della biodiversità esistente si trova in territori abitati dalle comunità indigene che hanno avuto la capacità di conservare foreste millenarie, poche oasi protette che dovrebbero essere patrimonio dell’umanità e che invece si trovano tutt’oggi a rischio a causa della nostra industria e del nostro mercato.
Come Movimento 5 stelle abbiamo incontrato le associazioni, i consumatori, gli attivisti ambientali, le aziende, anche quelle che minimizzano gli effetti nocivi dell’olio di palma e solo dopo svariati colloqui e mesi e mesi di approfondimenti abbiamo deciso di tracciare una linea così netta e dire un basta così deciso all’olio di palma. Siamo consapevoli da un lato che la questione sia talmente tragica e impellente da non poter più essere trattata con superficialità. Dall’altro lato siamo convinti che anche i cittadini siano ormai consapevoli di questo.
Quella dell’olio di palma è, infatti, prima di tutto una storia di successo del consumatore sulle multinazionali. Grazie alle informazioni che sono circolate attraverso i media e soprattutto sul web, il cittadino ha potuto fare delle scelte di acquisto consapevoli, merito anche di una etichettatura più trasparente. Di conseguenza il mercato ha dovuto in molti casi adeguarsi alle richieste dei consumatori.
Questo è il modello della politica che il M5s vuole portare avanti, una politica che ascolta le esigenze, le preoccupazioni, le attenzioni dei consumatori. Una politica che consenta al consumatore di scegliere grazie ad una informazione corretta, che vada oltre gli interessi di parte.
Ci vuole una volontà forte per fermare questa ecatombe ambientale, questa violazione dei diritti umani e quelli dei lavoratori che vengono sfruttati nelle piantagioni. Il nostro Paese può dare un segnale importante in questo senso. Ne va della possibilità di sopravvivenza delle prossime generazioni.
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