Mirko Busto Blog » Ecologia http://mirkobusto.net Cittadino portavoce alla Camera dei Deputati Thu, 05 Dec 2013 22:18:08 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=3.7.1 Tutte le cose sono collegate, qualunque cosa succeda alla terra succede ai figli della terra. http://mirkobusto.net/tutte-le-cose-sono-collegate-qualunque-cosa-succeda-alla-terra-succede-ai-figli-della-terra/ http://mirkobusto.net/tutte-le-cose-sono-collegate-qualunque-cosa-succeda-alla-terra-succede-ai-figli-della-terra/#comments Tue, 19 Nov 2013 14:48:06 +0000 http://mirkobusto.net/?p=1360 Questo documento, scritto dal capo indiano Seattle all’allora Presidente degli Stati Uniti, incarna tutta la bellezza e la profondità della visione unitaria tipica dell’età Paleolitica, che rimase incontaminata negli Indiani d’America fino al tempo della loro assoggettazione da parte dell’uomo bianco. Nel 1852, il Gran Capo Bianco di Washington cioè il presidente Franklin Pierce, fece un’offerta per una grande area di territorio indiano e promise una “riserva ” per il popolo indiano. La risposta del Capo Seattle, qui sotto pubblicata, è considerata la più bella e profonda dichiarazione sull’ambiente mai fatta da un uomo.

capo indiano Seattle, ecologia, sostenibilità, visione olistica

Quando il Gran Capo di Washington manda a dire che desidera acquistare la nostra terra, egli chiede molto da noi: Il Gran Capo manda a dire che desidera acquistare la nostra terra, egli chiede molto da noi. Il Gran Capo manda a dire che ci riserverà un’area in modo che noi possiamo vivere comodamente. Egli sarà il nostro padre e noi saremo suoi figli.

Così noi considereremo la Vostra offerta di comprare la nostra terra. Ma non sarà facile.

Perché questa terra è sacra per noi. Questa acqua scintillante, che scende nei ruscelli e nei fiumi non è solo acqua ma il sangue dei nostri antenati. Se vi vendiamo la terra, dovrete ricordare che è sacra, e dovrete insegnare ai vostri figli che è sacra, e dovrete insegnare ai vostri figli che è sacra e che ogni immagine spirituale riflessa nella chiara acqua dei laghi parla di avvenimenti e ricordi nella vita del mio popolo.

I1 mormorio dell’acqua è la voce del padre di mio padre. I fiumi sono nostri fratelli, spengono la nostra sete. I fiumi trasportano le nostre canoe, e alimentano i nostri figli. Se vi vendiamo la nostra terra, dovrete ricordarvi e insegnare ai vostri bambini che i fiumi sono nostri fratelli, e vostri, e che dovrete d’ora, innanzi riservare ai fiumi tutte le gentilezze che riservereste a ogni fratello.

Sappiamo che l’uomo bianco non comprende il nostro modo di pensare.

Un pezzo di terra è per lui uguale a quello vicino perché egli è lo straniero che viene di notte e prende dalla terra tutto ciò di cui ha bisogno.

La sua avidità divorerà la terra e lascerà dietro a sé solo il deserto. Io non lo so. I nostri modi di pensare sono diversi dai vostri.

La vista delle vostre città fa male agli occhi dell’uomo rosso, forse perché l’uomo rosso è un selvaggio e non capisce. Non c’è luogo tranquillo nelle città dell’uomo bianco. Nessun luogo per ascoltare l’aprirsi delle foglie in primavera, o il fruscio delle ali di un insetto.

Ma può darsi che questo sia perché io sono un selvaggio e non capisco.

Già il solo fracasso sembra un insulto alle orecchie. E come si può chiamare vita se non si riescono ad ascoltare il grido solitario del capriolo, le discussioni delle rane di notte attorno ad uno stagno?

Io sono un uomo rosso e non capisco.

L’indiano preferisce il sommesso suono del vento che increspa la superficie dello stagno e l’odore del vento stesso, purificato da una pioggia di mezzogiorno o profumato dai pini.

L’aria è preziosa per l’uomo rosso perché tutte le cose dividono lo stesso respiro, la bestia, l’albero, l’uomo, tutti dividono lo stesso respiro. L’uomo bianco non sembra notare l’aria che respira. Come un uomo in agonia da molti giorni egli è insensibile alla puzza.

Ma se vi vendiamo la nostra terra, dovrete ricordare che l’aria per noi è preziosa, che l’aria divide il suo spirito con tutta la vita che sostiene. Il vento che diede al nostro avo il suo primo respiro, riceve, anche il suo ultimo sospiro. E se vi venderemo la nostra terra dovete tenerlo separato e considerarlo come un posto dove persino l’uomo bianco possa andare a sentire il vento addolcito dai fiori di prateria.

Così considereremo la Vostra offerta di acquistare la nostra terra. Se decideremo di accettare, io porrò una condizione: l’uomo bianco dovrà trattare le bestie di questa terra come sue sorelle.

Io sono un selvaggio e non capisco altro modo.

Cosa è un uomo senza le bestie? Se tutte le bestie se ne fossero andate, l’uomo morirebbe di grande solitudine di spirito perché qualunque cosa succeda alle bestie, presto succede all’uomo.

Tutte le cose sono collegate.

Dovrete insegnare ai Vostri bambini che la terra sotto i loro piedi è la cenere di nostri avi. Affinché essi rispettino la terra, dite ai Vostri bambini che la terra è ricca delle vite della nostra razza. Insegnate ai vostri bambini ciò che noi abbiamo insegnato ai nostri bambini: che la terra è nostra madre…

Qualunque cosa succeda alla terra, succede ai figli della terra. Se gli uomini sputano sulla terra, sputano su se stessi.

Questo noi sappiamo; la terra non appartiene all’uomo ma l’uomo appartiene alla terra. Questo noi sappiamo. Tutte le cose sono collegate come il sangue che unisce una famiglia.

Tutte le cose sono collegate.

Qualunque cosa succeda alla terra succede ai figli della terra.

L’uomo non ha tessuto la trama della vita: egli è un filo.

Qualunque cosa egli faccia alla trama egli lo fa a se stesso.

Anche l’uomo bianco, il cui Dio cammina e parla con lui da amico, non può essere esonerato dal destino comune.

Potremmo essere fratelli, dopo tutto.

Vedremo.

Noi sappiamo una cosa che l’uomo bianco potrebbe scoprire un giorno: il nostro Dio è lo stesso Dio.

Ora potreste pensare che voi lo possediate come desiderate possedere la nostra terra, ma non potete.

Egli è il Dio dell’uomo, e la Sua misericordia è uguale per l’uomo rosso e per l’uomo bianco.

Questa terra è per Lui preziosa e trattarla male è accumulare disprezzo sul suo Creatore. Anche i bianchi dovranno passare, forse prima di tutte le altre tribù.

Contaminate il Vostro letto e una notte soffocherete nei vostri rifiuti.

Ma nel vostro perire voi splenderete, incendiati dalla forza del Dio che via ha portato su questa terra e per qualche speciale scopo vi ha dato il dominio su questa terra e sull’uomo rosso.

Questo destino è per noi un mistero, perché noi non sappiamo quando i bufali saranno tutti massacrati, i cavalli dominati, gli angoli segreti della foresta appesantiti con l’odore di molti uomini, e la vista delle colline opulenti deturpata dai cavi.

Dov’è il boschetto? Sparito. Dov’è l’aquila? Sparita.

La fine della vita è l’inizio della Sopravvivenza.

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Sovranità alimentare: chi controlla il cibo controlla il mondo http://mirkobusto.net/la-prima-rivoluzione-e-tavola/ http://mirkobusto.net/la-prima-rivoluzione-e-tavola/#comments Thu, 07 Nov 2013 10:24:23 +0000 http://mirkobusto.net/?p=1256

Emergenza cibo entro il 2050?
impronta-ecologica
E’ notizia recente che il Gruppo di esperti sul cambiamento climatico (ICCP) afferma che le previste mutazioni del clima porteranno preoccupanti e crescenti scarsità dei raccolti, carestie, estinzione di piante ed animali.
Al tempo stesso La FAO ci avvisa che entro il 2050 raddoppierà il fabbisogno mondiale di cibo, creando una vera e propria emergenza.
Questo raddoppio è legato a due fattori: l’aumento della popolazione e il maggiore consumo di alimenti di origine animale in atto principalmente nei paesi emergenti.

La prospettiva, insomma, non parrebbe delle migliori…

La soluzione che nasce dal basso

calcolo-improntaPossiamo fare qualcosa?
Forse sì, e, anche in questo caso, la soluzione potrebbe partire dal basso, dalle azioni dei cittadini.
Se una massa critica decidesse di modificare le proprie abitudini alimentari si verrebbe a determinare un cambiamento incisivo nell’ambito della sostenibilità ambientale, sanitaria ed economica.
La rivoluzione, insomma, la si può fare lungo i corridoi del supermercato armati di carrello e buon senso.
Se nella nostra spesa quotidiana scegliessimo di diminuire i prodotti di origine animale avremmo un enorme calo del fabbisogno mondiale di cibo.

Spreco di risorse alimentari degli allevamenti
fig_2
Le risorse alimentari consumate dagli animali che alleviamo sono infatti molto maggiori di quante essi ne producano sotto forma di prodotti derivati (carne, latte e uova) destinati al mercato.

Si pensi che in America il 70% dei cereali prodotti è destinato agli allevamenti di animali!

Impatto ambientale: proteine animali e proteine vegetali a confronto

Ma parliamo di impatto sull’ambiente. Esistono indicatori ambientali internazionalmente riconosciuti. Gli studi sull’
impronta idrica e sull’impronta ecologica degli alimenti confermano la necessità di diminuire prodotti di origine animale e di aumentare frutta e ortaggi. 

impronta-ecologicaTabella impronta ecologica: indicatore che valuta il consumo umano di risorse naturali rispetto alla capacità della Terra di rigenerarle
piramide-impronta-idrica-alimenti
 Tabella impronta idrica: volume totale di acqua dolce impiegata per produrre un prodotto

fig_7Dai grafici si evince quanto sia dispendioso per la terra e per l’uomo trarre nutrimento dai prodotti animali.

Basti pensare che il 70% dell’acqua utilizzata sul pianeta è consumato dalla zootecnia e dall’agricoltura (i cui prodotti servono per la maggior parte a nutrire gli animali d’allevamento).

Dal punto di vista economico gli allevamenti stessi si reggono in piedi esclusivamente grazie agli incentivi statali.

Rendimento trofico: allevamento e agricoltura a confronto

Diminuendo le proteine animali in favore di proteine vegetali avremmo un
miglioramento della salute (come confermano numerosi studi scientifici e l’OMS stessa), un netto risparmio nell’ambito sanitario (pubblico e privato), ma
fig_3 soprattutto a parità di ettari riusciremmo a sfamare molti più uomini rispetto agli allevamenti inquinando meno.
Il rendimento proteico dei prodotti della terra è maggiore del rendimento degli allevamenti: se destinassimo un ettaro di terra all’allevamento bovino otterremmo in un anno 66 Kg di proteine; destinando lo stesso terreno alla coltivazione dei cereali otterremmo fino a 1800 Kg di proteine, cioè 28 volte di più. (J. Andrè, Sette miliardi di vegetariani, 1988, Giannone Ed., Palermo
Per quanto riguarda il rendimento energetico, un ettaro coltivato a patate permette di ottenere 102.080 Mj di energia, un ettaro coltivato a riso 87.768 Mj.
Invece un ettaro di terreno destinato all’allevamento di manzo permette di ottenere solo 4.796 Mj di energia (F. Caporali, Ecologia per l’agricoltura, UTET 1991).

Vantaggi sanitari per chi fa consumo critico

http://www.dreamstime.com/-image23964602Lo studio condotto dal Dott. Peter Clifton, professore di nutrizionismo (pubblicato sul Current Atherosclerosis Reports), evidenzia come una dieta ricca di proteine animali aumenti il rischio di mortalità del 20%, mentre se si andavano a sostituire le proteine della carne con quelle dei legumi, diminuiva di un ben 23%.
Lo studioso ha poi constatato che una dieta a base di legumi si associa ad un calo di rischio di malattie cardiovascolari che oscilla dal 13 al 30%, paragonata alla dieta di carne rossa. (1-13)
Qualcuno potrebbe obbiettare “L’uomo ha sempre mangiato carne! Possiamo veramente diminuire fortemente il consumo di carne senza danneggiare la nostra salute?
Ma questo sarà argomento del prossimo articolo.

A presto cari lettori!


Fonti:

 1) McMichael A., Vegetarians and longevity: imagining a wider reference population. Epidemiology v.3 (5) p.389-391, 1992.
 2) Chang-Claude J. et al, Mortality pattern of German vegetarians after 11 years of follow-up. Epidemiology vol.3 (5) p.395-401, 1992.
 3) Thorogood M. et al., Risk of death from cancer and ischaemic heart disease in meat and non-meat eaters. British Medical Journal v.308 p.1667-1671, 1992.
4) Kahn H.A. et al., Association between reported diet and all-cause mortality: 21 year follow-up on 27,350 adult Seventh-Day Adventists. American Journal of Epidemiology vol.119 p.775-787, 1984.
 5) Messina VK, Burke KI, Position of the American Dietetic Association: Vegetarian Diets. J Am Diet Assoc 1997;97:1317-1321.
 6) Barnard N.D., Nicholson A., Howard J.L., The Medical Costs Attributable to Meat Consumption. Preventive Medicine; Vol 24, 1995, P646-55.
 7) ML Burr, BK Butland, American Journal of Clinical Nutrition, Vol 48, 830-832 (1988), Heart disease in British vegetarians.
 8) Ellis, FR. & Montegriffo, V.M.E. (1970). Veganism, clinical findings and investigations. Am. J. Clin. Nutr. 23:249-255.
9) Ellis, FR. & Montegriffo, V.M.E. (1971). The health of vegans. Plant Fds. Hum. Nutr. 2:93-103.
 10) Ellis, FR., West, E.D. & Sanders, T.A.B. (1976). The health of vegans compared with omnivores: assessment by health questionnaire. Plant Fds. Man. 2:43-52.
 11) Sanders, T.A.B. (1978). The health and nutritional status of vegans. Plant Fds. Man. 2:181-193.
 12) Sanders T.A.B. (1983). Vegetarianism: dietetic and medical aspects. J. Plant Foods. 5:3-14.
13) Lockie, A.H., Carlson, E., Kipps, M. & Thomson, J. (1985). Comparison of four types of diet using clinical, laboratory and psychological studies. J. Roy. Coll. Gen. Pract.35:333-336.
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