Mirko Busto Blog » M5S News in evidenza http://mirkobusto.net Cittadino portavoce alla Camera dei Deputati Sun, 10 Nov 2013 17:39:06 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=3.7.1 Metti una canna nel tuo diesel http://mirkobusto.net/metti-una-canna-nel-tuo-diesel/ http://mirkobusto.net/metti-una-canna-nel-tuo-diesel/#comments Sun, 10 Nov 2013 17:18:24 +0000 http://mirkobusto.net/?p=1325 Biocarburanti

Come utilizzereste una canna di bambù per far muovere la vostra automobile?

Magari sul portapacchi per issare carichi “volanti” o a portata di mano quando abbassate il finestrino e dovete premere il bottone per ottenere il tagliando dell’autostrada…

Scherzi a parte, torniamo a parlare della bioraffineria di Crescentino, impianto attivo da dicembre 2012 e che, tra i primi al mondo, dovrebbe produrre biocarburante da una specie vegetale autoctona e non destinata al consumo umano.

Sorvoliamo sul fatto che con la crisi (anche alimentare) che c’è in giro destinare terra a produzioni agricole di tipo non commestibile, anche se autoctone, solleva alcuni interrogativi etici. Torniamo all’impianto che, tra la popolazione locale, desta domande e preoccupazioni.

Alcuni giorni fa, avevo incontrato Salvatore Sellaro e un folto gruppo di cittadini, intrattenendomi a parlare della tematica di cui sopra e di molti altri temi ambientali.

Video Salvatore Sellaro (annuncio sciopero della fame) e Mirko Busto (intervento)

Prima di andarmene, avevo promesso che il MoVimento avrebbe fatto il possibile a tutti i livelli per aumentare la consapevolezza sulla vicenda e per far luce sugli aspetti poco chiari.

Come sempre nel M5S è scattato il nostro lavoro di rete ed è stato il consigliere regionale Davide Bono a porre alcune scottanti domande alla Regione Piemonte.

Annuncio interrogazione (comunicato congiunto M5S)

All’interrogazione è stata data come da prassi risposta immediata, confermando l’utilizzo di paglia di grano in assenza dell’autoctona “canna gentile” (che autoctona era forse un tempo, visto che va piantata di nuovo).

Risposta interrogazione

Continuate a seguirci nel blog sulla vicenda!

Mirko Busto capogruppo M5S VIII commissione Ambiente

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Terra Bene Comune. Stop al consumo del suolo! http://mirkobusto.net/terra-bene-comune-stop-al-consumo-del-suolo/ http://mirkobusto.net/terra-bene-comune-stop-al-consumo-del-suolo/#comments Tue, 15 Oct 2013 15:05:35 +0000 http://mirkobusto.net/?p=1162 Invito convegno Terra Bene Comune (24/10/2013)

L’Italia una volta si chiamava il Bel Paese. Cosa è rimasto di quel paesaggio, stritolato dal consumo dei beni comuni?

Le commissioni Ambiente e Agricoltura del Movimento 5 Stelle promuovono un convegno per dire no al consumo di suolo. ”Terra bene comune – Cosa si sta facendo per fermare il consumo di suolo in Italia?” è un evento aperto a tutti i cittadini.

L’obbiettivo è aumentare la consapevolezza su queste tematiche, fondamentali per il rispetto di suolo e paesaggio. Analizzeremo la situazione attuale con esperti ed esporremo le proposte depositate in Parlamento.

Ci troveremo a Roma il 24 ottobre 2013, dalle 15 alle 20.30, presso la Sala del Tempio di Adriano.

Siete invitati. Non mancate.

Dettagli M5S News

Mirko Busto capogruppo VIII commissione Ambiente

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Cittadini contro il comitato per la riforma della Costituzione http://mirkobusto.net/cittadini-contro-il-comitato-la-riforma-della-costituzione/ http://mirkobusto.net/cittadini-contro-il-comitato-la-riforma-della-costituzione/#comments Fri, 06 Sep 2013 09:22:48 +0000 http://mirkobusto.net/?p=836 Costituzione italianaOggi Venerdì 6 settembre 2013 è iniziata alla Camera la discussione del DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE “Istituzione del Comitato parlamentare per le riforme costituzionali ed elettorali” (approvato, in prima deliberazione, dal Senato).

Come ricorderete grazie al c-ostruzionismo dei parlamentari M5S si è evitato che questa discussione avvenisse in fretta e furia nei primi giorni di agosto, ma ora il tempo è arrivato e bisogna far sentire forte la nostra voce nelle piazze italiane a difesa della Costituzione.

Sia chiaro, il Movimento 5 Stelle non è contrario aprioristicamente a qualsiasi riforma della Costituzione del 1948 e propone invero anche alcune puntuali riforme, A NOSTRO AVVISO NECESSARIE per migliorare il funzionamento delle nostre istituzioni. Il MoVimento 5 Stelle è però radicalmente contrario all’iter di modifica proposto dal partitone PD-PDL che mira a rendere più sbrigativo il processo di modifica esautorando il ruolo stesso del Parlamento.

Purtroppo non abbiamo molto tempo per far sentire la nostra voce – anche queste sono le armi messe in campo dal potere partitico che tiene oggi in ostaggio l’Italia – Per questo invitiamo tutti gli attivisti, i membri dei meetup nazionali e locali, delle liste civiche, i cittadini liberi di tutto il Paese, in tutte le piazze d’Italia, perché sia un autunno caldissimo a difesa della nostra dignità costituzionale: con banchetti, gazebo, eventi, materiale informativo per i cittadini che, distratti da beghe giudiziarie altrui, vengono tenuti all’oscuro del trappolone che sta scattando ai danni della nostra #Costituzione e del nostro futuro assetto istituzionale.

Personalmente vi aspetto nel pomeriggio di domani 7 settembre a Vercelli in Piazza Cavour per discutere insieme delle problematiche sopradescritte!

Per completezza d’informazione vi allego l’articolo 138 della Costituzione ed il DDL così come giunto alla Camera dopo esser stato approvato al Senato.

Vostro Portavoce Mirko Busto


Articolo 138 Costituzione
Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione.
Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum non è promulgata, se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi.
Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti.

* * *
Testo del disegno di legge costituzionale n. 1359 approvato, in prima deliberazione, dal Senato della Repubblica ed ora in discussione alla Camera dei deputati

Art. 1.
(Istituzione del Comitato parlamentare).

1. È istituito un Comitato parlamentare per le riforme costituzionali ed elettorali, di seguito denominato «Comitato», composto di venti senatori e venti deputati, nominati dai Presidenti delle Camere, d’intesa tra loro, tra i membri, rispettivamente, delle Commissioni permanenti competenti per gli affari costituzionali del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati. Oltre ai componenti nominati fanno parte di diritto del Comitato i Presidenti delle predette Commissioni parlamentari, cui è affidata congiuntamente la Presidenza del Comitato.

2. La nomina di cui al comma 1 è effettuata su designazione dei Gruppi parlamentari delle due Camere, previa intesa tra i Presidenti di Gruppo, in base alla complessiva consistenza numerica dei Gruppi e al numero dei voti conseguiti dalle liste e dalle coalizioni di liste ad essi riconducibili, assicurando in ogni caso la presenza di almeno un rappresentante per ciascun Gruppo e la presenza di un rappresentante delle minoranze linguistiche riconosciute, eletto in una delle circoscrizioni comprese in Regioni il cui statuto speciale prevede una particolare tutela di tali minoranze linguistiche. Se nei cinque giorni successivi alla data di entrata in vigore della presente legge costituzionale uno o più Gruppi non abbiano provveduto alla predetta designazione, i Presidenti delle Camere, d’intesa tra loro, provvedono alla nomina dei componenti del Comitato sulla base dei criteri di cui al presente comma.

3. La prima riunione del Comitato ha luogo non oltre i dieci giorni successivi alla data di entrata in vigore della presente legge costituzionale.

4. Nella prima seduta il Comitato elegge due vicepresidenti, dei quali un senatore e un deputato, con voto segreto e limitato ad uno, e due segretari, un senatore e un deputato, con voto segreto e limitato a uno. Sono eletti coloro che ottengono il maggior numero di voti. In caso di parità di voti, risulta eletto il più anziano per età.

5. L’Ufficio di Presidenza del Comitato è composto dai Presidenti, dai vicepresidenti e dai segretari, e integrato, in sede di programmazione dei lavori, dai rappresentanti dei Gruppi parlamentari.

6. I componenti del Comitato non possono essere sostituiti con altri senatori o deputati, neppure per una singola seduta.

7. Nelle sedute delle rispettive Assemblee, i componenti del Comitato assenti, in quanto impegnati nei lavori del Comitato medesimo, non sono computati ai fini del numero legale.

Art. 2.
(Competenze e lavori del Comitato).

1. Il Comitato esamina i progetti di legge di revisione costituzionale degli articoli di cui ai titoli I, II, III e V della parte seconda della Costituzione, nonché, in materia elettorale, esclusivamente i conseguenti progetti di legge ordinaria concernenti i sistemi di elezione delle due Camere.

2. Il Comitato esamina o elabora, in relazione ai progetti di legge costituzionale di cui al comma 1, anche le modificazioni, strettamente connesse, ad altre disposizioni della Costituzione o di legge costituzionale.

3. I Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati assegnano o riassegnano al Comitato i progetti di legge costituzionale relativi alle materie di cui al comma 1, presentati alle Camere a decorrere dall’inizio della XVII legislatura e fino alla data di conclusione dei suoi lavori. Assegnano al Comitato anche i progetti di legge in materia elettorale di cui al comma 1.

4. Il Comitato esamina i progetti di legge ad esso assegnati in sede referente, secondo le norme della presente legge costituzionale e del regolamento della Camera dei deputati, in quanto applicabili. Salvo quanto previsto dal primo periodo, il Comitato può adottare, a maggioranza assoluta dei componenti, ulteriori norme per il proprio funzionamento e per lo svolgimento dei lavori. Non sono in ogni caso ammesse questioni pregiudiziali e sospensive nonché proposte di non passare all’esame degli articoli.

5. I Presidenti del Comitato nominano uno o due relatori e, in tal caso, un senatore e un deputato. Possono essere presentate relazioni di minoranza. Il Comitato assegna un termine per la presentazione delle relazioni ed un termine entro il quale pervenire alla votazione di conclusione dell’esame.

6. Il Comitato, concluso l’esame preliminare dei progetti di legge ad esso assegnati ai sensi del comma 3, trasmette ai Presidenti delle Camere i testi dei progetti di legge, ovvero i testi unificati, adottati come base per il seguito dell’esame.

7. Entro i termini fissati d’intesa tra i Presidenti delle Camere, ciascun senatore o deputato e il Governo possono presentare alle Presidenze delle Camere emendamenti su ciascuno dei testi adottati ai sensi del comma 6, sui quali si pronuncia il Comitato.

8. Al fine di rispettare i termini di cui all’articolo 4, la Presidenza del Comitato ripartisce, se necessario, il tempo disponibile secondo le norme del regolamento della Camera dei deputati relative all’organizzazione dei lavori e delle sedute dell’Assemblea.

9. Le disposizioni di cui ai commi 4, 5, 6, 7 e 8 si applicano anche ai progetti di legge ordinaria di cui al comma 1.

10. Il Comitato dispone, anche ai sensi del comma 4, secondo periodo, la consultazione delle autonomie territoriali, a fini di coinvolgimento nel processo di riforma.

Art. 3.
(Lavori delle Assemblee).

1. I Presidenti delle Camere adottano le opportune intese per l’iscrizione del progetto o dei progetti di legge costituzionale e dei progetti di legge ordinaria in materia elettorale all’ordine del giorno delle Assemblee e stabiliscono la data entro la quale ciascuna Camera procede alla loro votazione finale, nel rispetto dei termini di cui all’articolo 4.

2. Il Comitato è rappresentato nella discussione dinanzi alle Assemblee di ciascuna Camera da un sottocomitato formato dai Presidenti, dai relatori e da senatori e deputati in rappresentanza di tutti i Gruppi.

3. Nel corso dell’esame davanti alle Assemblee si osservano le norme dei rispettivi regolamenti. Le votazioni avvengono a scrutinio palese. Fino a cinque giorni prima della data fissata per l’inizio della discussione generale, i componenti dell’Assemblea possono ripresentare gli emendamenti respinti dal Comitato in sede referente e presentare emendamenti al testo del Comitato, in diretta correlazione con le parti modificate ai sensi dell’articolo 2, comma 7, ovvero al testo trasmesso dall’altra Camera. Il Comitato e il Governo possono presentare emendamenti o subemendamenti fino a settantadue ore prima dell’inizio della seduta in cui è prevista la votazione degli articoli o degli emendamenti ai quali si riferiscono. Agli emendamenti del Comitato e del Governo, che sono immediatamente stampati e distribuiti, possono essere presentati subemendamenti da parte di un Presidente di Gruppo o di almeno venti deputati o dieci senatori fino al giorno precedente l’inizio della seduta in cui è prevista la votazione di tali emendamenti.

Art. 4.
(Organizzazione dei lavori).

1. I lavori parlamentari relativi ai progetti di legge costituzionale di cui all’articolo 2, comma 1, sono organizzati in modo tale da consentirne la conclusione entro diciotto mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge costituzionale.

2. Ai fini di cui al comma 1, il Comitato, entro sei mesi dalla data della sua prima seduta, trasmette ai Presidenti delle Camere i progetti di legge costituzionale esaminati in sede referente, corredati di relazioni illustrative e di eventuali relazioni di minoranza. Ciascun progetto di legge è omogeneo e autonomo dal punto di vista del contenuto e coerente dal punto di vista sistematico.

3. In prima deliberazione, l’Assemblea della Camera che procede per prima all’iscrizione del progetto di legge costituzionale all’ordine del giorno ne conclude l’esame nei tre mesi successivi alla data della trasmissione di cui al comma 2. Il progetto di legge approvato è trasmesso all’altra Camera, che ne conclude l’esame entro i successivi tre mesi. I termini per la conclusione delle ulteriori fasi dell’esame delle Assemblee sono fissati d’intesa dai Presidenti delle Camere.

4. Il progetto o i progetti di legge costituzionale sono adottati da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di quarantacinque giorni e sono approvati a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione.

5. Il Comitato trasmette altresì ai Presidenti delle Camere uno o più progetti di legge ordinaria di cui all’articolo 2, comma 1, esaminati in sede referente, corredati di relazione illustrativa e di eventuali relazioni di minoranza. I Presidenti delle Camere stabiliscono, d’intesa tra loro, i termini di conclusione dell’esame dei progetti di legge di cui al presente comma, in coerenza con i termini di esame dei progetti di legge costituzionale stabiliti ai sensi del presente articolo.

Art. 5.
(Referendum).

1. La legge o le leggi costituzionali approvate ai sensi della presente legge costituzionale sono sottoposte, quando ne facciano domanda, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali, a referendum popolare anche qualora siano state approvate nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza dei due terzi dei suoi componenti e sono promulgate se al referendum siano state approvate dalla maggioranza dei voti validi.

Art. 6.
(Ambito di applicazione del procedimento).

1. Il procedimento di cui alla presente legge costituzionale si applica esclusivamente ai progetti di legge assegnati al Comitato nei termini di cui all’articolo 2, comma 3, nonché a quelli elaborati dal Comitato ai sensi del comma 2 del medesimo articolo 2.

2. Per la modificazione della legge o delle leggi costituzionali od ordinarie, approvate secondo quanto stabilito dalla presente legge costituzionale, si osservano le norme previste dalla Costituzione.

Art. 7.
(Cessazione delle funzioni del Comitato).

1. Il Comitato cessa dalle sue funzioni con la pubblicazione della legge o delle leggi costituzionali e di quelle ordinarie approvate ai sensi della presente legge costituzionale, ovvero in caso di scioglimento di una o di entrambe le Camere.

Art. 8.
(Spese di funzionamento).

1. Le spese per il funzionamento del Comitato sono poste a carico, in parti eguali, del bilancio interno del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati.

Art. 9.
(Entrata in vigore).

1. La presente legge costituzionale entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale successiva alla promulgazione.

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Il digitale avanza nella scuola di Arborio anche con 5 Stelle http://mirkobusto.net/il-digitale-avanza-nella-scuola-di-arborio-anche-con-5-stelle/ http://mirkobusto.net/il-digitale-avanza-nella-scuola-di-arborio-anche-con-5-stelle/#comments Sat, 31 Aug 2013 06:54:06 +0000 http://mirkobusto.net/?p=809 Arborio scuola

I consiglieri della Regione Piemonte percepiscono stipendi che partono da 7.400 euro in su. Per legge non è possibile rinunciarvi, per cui i consiglieri del M5S che da quegli stipendi eccessivi hanno deciso di trattenersi solo 2.500 euro più un minimo rimborso spese di circa 100 euro; sono obbligati a compiere una serie di passaggi. Questo transitando obbligatoriamente dal deposito di tali stipendi in un conto corrente soggettivo appositamente destinato a questa manovra da cui, detratte le quote precedentemente descritte, ne rimane un fondo cumulativo che pur essendo tecnicamente privato, per scelta del M5S Piemonte viene restituito ai contribuenti in varie forme. Fra esse vi è il contributo a spese legali soggettive ed associative di coinvolti in cause od azioni legali socio-politiche, un’altra parte andrà in donazioni e un’altra ancora va a contribuire all’avvio di piccoli progetti particolari.

Nel caso in oggetto è stato supportato un progetto, in studio da tempo, nel comune di Arborio dove il nostro Consigliere Raffaele Vota ha avviato una collaborazione con il plesso scolastico della Scuola Media atto alla realizzazione di un progetto di digitalizzazione dei libri scolastici.

Tutto ciò è stato reso possibile anche dalla collaborazione della Dirigente dell’Istituto Comprensivo di Arborio con il supporto tecnico dell’informatico programmatore Andrea Tosone oltre che del Professor Antonio Reitano che si occuperà dell’applicazione coordinata con l’uso integrato delle lavagne elettroniche e del graduale coinvolgimento di tutti gli altri insegnanti.

E’ bene però precisare che il M5S contribuisce alla fase di startup con l’esclusivo costo tecnico d’acquisto dei 15 Tablet touch screen necessari all’avvio del progetto nelle due classi prese in riferimento, per cui chi volesse contribuire alle spese complessive può farlo con donazioni dirette ai seguenti riferimenti:

ISTITUTO COMPRENSIVO DI ARBORIO
Istituto 
bancario: BIVERBANCA Cassa di Risparmio di Biella e Vercelli
Agenzia di: ARBORIO
Conto Corrente: 000059000082
IBAN: IT73R0609044260000059000082
Causale: “Progetto Digitalizzazione Testi Scolastici”

In un momento in cui le istituzioni pensano a finanziare miliardi per grandi opere spesso esclusivamente utili solo ai profitti di banche ed altre S.p.A. private, iniziative come queste possono servire a far capire che con gli stessi soldi si possono supportare miriadi di piccole cose che servono realmente alla qualità di vita della collettività.

 

 

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Perché i Cacciabombardieri F35 non spengono gli incendi ? http://mirkobusto.net/perche-cacciabombardieri-f35-spengono-gli-incendi/ http://mirkobusto.net/perche-cacciabombardieri-f35-spengono-gli-incendi/#comments Thu, 08 Aug 2013 16:24:42 +0000 http://mirkobusto.net/?p=729 Boccia salva la sardegna coi suoi f35

Boccia salva la sardegna coi suoi f35

Vista dall’elicottero del Corpo forestale, la Sardegna è ora una gigantesca graticola.

L’assedio del fuoco è iniziato mercoledì pomeriggio, ma a tutt’ora le fiamme sono ancora alte in molte zone e in diverse province si continua a lottare. Nei dintorni di Ghilarza, in provincia di Oristano, sono state evacuate decine case e in ospedale c’è un allevatore di 52 anni in condizioni disperate per aver sfidato il rogo che stava divorando il suo ovile. A Laconi, un altro paese dell’Oristanese, stamattina la Protezione civile ha ordinato lo sgombero di una casa di riposo: un incendio minaccia da ieri sera la zona di Bingixedda e quaranta anziani stamattina sono stati portati via d’urgenza.

In tanti hanno passato addirittura la notte sotto il cielo: troppo rischioso tornare a casa e qualcuno ha dormito nelle aule delle scuole messe a disposizione dai sindaci.

Questa follia si ripete da tempo, ogni anno nella stagione estiva. Nel 2012 i dati del Corpo Forestale dello Stato testimoniano che nella sola regione Sardegna ci sono stati 805 incendi che hanno interessato un’area complessiva di 3.314 ettari.

Eppure dovremmo essere tutti abbondantemente preparati a questi fenomeni tipici della stagione estiva, ma l’Italia lo sappiamo è un paese strano… ci piace improvvisare, e creiamo emergenze anche quando sappiamo cosa accadrà con larghissimo anticipo…

Ma la situazione sarda è davvero paradossale.

Da un lato infatti abbiamo le ricchezze naturali di uno dei luoghi più belli al mondo.

Dall’altro l’utilizzo che da tempo l’Italia fa di questo territorio; una zona militare.

La Sardegna è la regione Italiana che destina alle servitù militari la percentuale maggiore di territorio, con oltre 35.000 ettari di territorio sotto vincolo. L’Isola ospita strutture e infrastrutture al servizio delle forze armate italiane o della Nato: poligoni missilistici (Perdasdefogu) e per esercitazioni aeree (Capo Frasca) e a fuoco (Capo Teulada), aeroporti militari (Decimomannu) e depositi di carburanti. In questa overdose di presenze militari però, sembra proprio che i mezzi atti a combattere gli incendi siano pochi ed insufficienti.

E qui tocchiamo il tasto dolente dei Canadair, i famigerati aerei bimotore usati per spegnere gli incendi. Per la regione Sardegna, infatti, sono previsti in dotazione solamente due Canadair, dopo le riduzioni al bilancio della Protezione civile. A supporto dei due Canadair ci sono solo 11 elicotteri, acquistati peraltro con risorse regionali; I due Canadair risultano spesso fuori uso, a causa delle troppe ore trascorse in volo, o impegnati altrove, a centinaia di chilometri di distanza, o peggio ancora oltre Tirreno.

E mentre guardiamo la natura meravigliosa che brucia, i boschi di querce da sughero secolari distrutti e le lunari distese di terra bruciata, che presto saranno nuove aree a rischio desertificazione, il pensiero va ancora una volta verso l’uso dei soldi pubblici.

Sempre pochi per salvaguardare il vero patrimonio di tutti noi e sempre abbondanti per difenderci dai nostri veri terribili nemici.

I pericolosi e temibili pirati saraceni!!??

Quanti Canadair avremmo potuto acquistare e operare con il denaro pubblico investito in cacciabombardieri F35? Perché non mandiamo gli F35 a spegnere gli incendi in Sardegna?

Vero Francesco Boccia?

 

Ecco il video del mio intervento:

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Risoluzione M5S su centrali biogas/biomasse http://mirkobusto.net/centrali-biogas-biomasse/ http://mirkobusto.net/centrali-biogas-biomasse/#comments Tue, 06 Aug 2013 13:55:23 +0000 http://mirkobusto.net/?p=674 Presentata Risoluzione in Commissione VIII Ambiente in relazione alle autorizzazioni per le costruzioni di centrali biogas/biomasse.

Atto Camera
Risoluzione in commissione 7-00084

Lunedì 5 agosto 2013, seduta n. 65

Centrale a biomassepremesso che:

i contenuti della Direttiva 2009/28/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 aprile 2009 sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili sono stati disattesi nell’atto di recepimento da parte dello Stato italiano ma soprattutto nella stesura delle leggi regionali che hanno il compito di regolamentare la materia in tema di iter autorizzativi. Sono stati infatti molteplici i pronunciamenti della Corte costituzionale con i quali queste sono state contestate in toto o parzialmente su aspetti fondamentali;
detti pronunciamenti però sono spesso arrivati in maniera tardiva e sono intervenuti quando molte autorizzazioni erano state già concesse o addirittura, come nel caso della regione Marche, le centrali già costruite ed entrate in funzione. Da un’attenta analisi di tali pronunciamenti si evince che le omissioni hanno riguardato soprattutto:
gli aspetti legati alla comunicazione e alla informazione dei cittadini, come invece previsto dall’articolo 14 comma 6 della direttiva europea e come stabilito dalla Convenzione di Aarhus approvata con la decisione 2005/370/CE (sentenza n. 93 del 2013, regione Marche);
la necessità di individuare correttamente nell’ambito del territorio regionale le aree non idonee all’installazione di centrali biogas e/o biomasse secondo quanto dettato dall’articolo 16 punto 4, del decreto ministeriale con il quale sono state dettate le linee guida per le autorizzazioni degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, o l’esistenza di particolari condizioni di inquinamento da altre fonti (sentenza n. 85 del 2012, regione Veneto);
norme di semplificazione delle autorizzazioni che hanno escluso alcuni progetti ai procedimenti di VIA che in base alla Direttiva europea 2011/92/UE dovrebbero invece riguardare tutti gli impianti di qualsiasi tipo e potenza (sentenza n. 93 del 2013 regione-Puglia);
le inadempienze da parte delle regioni hanno portato ad esempio alla realizzazione di centrali in comuni già sottoposti a procedura di infrazione da parte dell’Europa per superamento del limite imposto delle concentrazione delle PM 10 per più di 35 giorni l’anno. Una situazione paradossale che non viene sanata nemmeno quando, in conseguenza dei pareri della Corte, le regioni si vedono costrette a formulare delle modifiche alle proprie leggi. Tutto questo naturalmente a discapito dei cittadini che si ritrovano a dover convivere con le centrali e con la consapevolezza di aver subito un danno ingiusto rafforzata dall’ufficialità dei pareri espressi. Un danno che risulta essere sia di tipo sanitario che di tipo patrimoniale visto che inevitabilmente gli immobili localizzati nei pressi delle nuove centrali subiscono una diminuzione del loro valore e che le produzioni agricole, condotte magari con metodi biologici, realizzate in un raggio di diversi chilometri possono perdere le certificazioni di qualità conquistate con anni di lavoro e impegno;
segnaliamo che nella regione Umbria è tuttora vigente una legge che regolamenta gli 
iter autorizzativi per la realizzazione di impianti destinati alla produzione di energia da fonti rinnovabili che presenta le stesse criticità rilevate dalla Corte costituzionale nel recente pronunciamento sulla legge della regione Marche;
la costruzione di questo tipo di centrali, in maniera particolare nel caso di potenze pari o superiori a 1 MW, non rappresentano affatto un’opportunità per le attività agricole del territorio ma anzi ne possono determinare un impoverimento devastante. Pensiamo soprattutto all’alterazione del mercato dell’affitto dei terreni che vedono triplicare il loro canone a discapito delle aziende, soprattutto a vocazione zootecnica, che non riescono ad essere più concorrenziali perdendo così la disponibilità dei terreni stessi;
non esiste un controllo sulla provenienza dei materiali utilizzati per la produzione di energia e non sono previsti studi preliminari per determinare il livello di approvvigionamento possibile nell’area interessata dall’insediamento delle centrali. Di conseguenza nella quasi totalità dei casi si assiste al prelievo degli stessi in stazioni distanti dal centro di produzione di energia determinando un valore negativo nel bilancio delle emissioni di CO
2 andando in contrasto con quanto previsto dalla Direttiva 28/2009/CE nella quale si indica in maniera molto esplicita che anche in progetti di questo tipo uno degli obiettivi principali da raggiungere è la riduzione dell’emissione di gas clima-alteranti e a quanto enunciato nel COM 10 Relazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo dove è stato affermato con chiarezza che bisogna tenere in forte considerazione il bilancio totale delle emissioni compresa la produzione di CO2 nell’atto di trasportare il materiale per l’alimentazione delle centrali;
in molti casi mancano le indicazioni per regolamentare le modalità di smaltimento e gestione del così detto digestato ossia del materiale che resta dopo la fermentazione anaerobica che avviene all’interno delle centrali. Questo infatti contiene una altissima concentrazione di nitrati e a fronte di una produzione di circa 15 mila tonnellate all’anno può essere utilizzato come ammendante solo in quantità limitate per non rischiare di ottenere l’effetto contrario ossia di rendere sterili i terreni;
non ultimo si segnala il problema dell’emissione in atmosfera di circa 10 tonnellate annue di ossidi di azoto (NOx) in atmosfera per impianto a biogas da 1 MW di energia di picco (30 tonnellate di NOx per analogo impianto a biomasse legnose), emissioni importanti di ossidi di zolfo (SOx) e altri gas con i noti effetti sull’incremento del particolato secondario (PM2.5 in particolare);
l’articolo 117 della Costituzione recita che «lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie di tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali». Mentre nell’articolo 120 si legge che «Il Governo può sostituirsi a organi delle Regioni, delle Città metropolitane, delle Province e dei Comuni nel caso di mancato rispetto di norme e trattati internazionali o della normativa comunitaria oppure di pericolo grave per l’incolumità e la sicurezza pubblica»,

impegna il Governo

nell’ambito delle sue competenze a monitorare i procedimenti autorizzativi per la realizzazione delle centrali che producono energia da fonti rinnovabili quali biogas, biomassa ed eolico con particolare riferimento al rispetto delle linee guida per la realizzazione degli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili valutando la sussistenza dei presupposti per intervenire ai sensi dell’articolo 120 della Costituzione ogniqualvolta si rilevi il rischio di violazioni della normativa comunitaria o un pericolo grave per la sicurezza o l’incolumità pubblica.

(7-00084) «TerzoniFantinatiZolezziBustoDagaDe RosaManninoSegoniTofalo».

http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_17/showXhtml.Asp?idAtto=5481&stile=7&highLight=1&paroleContenute=%27RISOLUZIONE+IN+COMMISSIONE%27

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Trasferimenti radioattivi http://mirkobusto.net/trasferimenti-radioattivi/ http://mirkobusto.net/trasferimenti-radioattivi/#comments Tue, 30 Jul 2013 14:49:40 +0000 http://mirkobusto.net/?p=570 RadioattivitàAncora una volta si parla di trasporti di materiali radioattivi e, ancora una volta, questi avvengono nel cuore della notte ed in totale segretezza.
Meglio non “svegliare il can che dorme”, non solleticare l’attenzione della cittadinanza sul problema dei rifiuti nucleari e del loro smaltimento.
Se poi qualcosa non dovesse andare per il verso giusto meglio che accada quando si dorme – “occhio non vede, cuore non duole” – anche se il danno alla salute da esposizione radioattiva non ha certo bisogno degli occhi aperti….

Ci stiamo riferendo alla ormai nota vicenda del trasferimento di materiale dubbio avvenuto la notte scorsa dalla Basilicata alla Puglia, fatto che ha raggiunto in poco tempo l’attenzione dei media nazionali, e che il Movimento5Stelle è stato tra i primi a portare nelle stanze istituzionali.

Si tratta del trasporto di presunto materiale radioattivo dal Centro Itrec di Trisaia di Rotondella (Matera) verso l’aeroporto militare di Gioia del Colle con destinazione finale ignota, probabilmente Stati Uniti, avvenuto alle 3,10 della notte tra il 28 ed il 29 luglio 2013, seguito da un imponente schieramento di forze dell’ordine, circa 300 tra poliziotti, carabinieri e finanzieri.

Sogin è la società nata nel 1999 per gestire la chiusura del ciclo di vita degli impianti nucleari italiani ed opera secondo gli indirizzi strategici formulati dal Ministero dello sviluppo economico, ed è stata costituita nell’ambito della riforma del sistema elettrico nazionale con la missione di smantellamento (decomissioning) degli impianti nucleari e gestione dei rifiuti radioattivi.

Dal sito stesso della Sogin apprendiamo che l’impianto Itrec, acronimo di Impianto di Trattamento e Rifabbricazione Elementi di Combustibile, si trova all’interno del Centro di ricerca Enea-Trisaia di Rotondella (MT). L’impianto è stato costruito nel periodo 1965-1970 dal CNEN, Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare.

Tra il 1969 e il 1971, in seguito all’accordo tra il CNEN e la statunitense USAEC, United States Atomic Energy Commission, sono stati trasferiti nell’impianto 84 elementi di combustibile irraggiato uranio-torio provenienti dal reattore sperimentale Elk River (Minnesota).  Nell’impianto sono state condotte ricerche sui processi di ritrattamento e rifabbricazione del ciclo uranio-torio per verificare l’eventuale convenienza tecnico-economica rispetto al ciclo del combustibile uranio-plutonio normalmente impiegato.

Nel 1973 il CNEN è divenuto proprietario degli 84 elementi di combustibile di Elk River, 20 dei quali sono stati ritrattati. Nel 1987 a seguito del referendum sul nucleare, le attività sono state interrotte. Da allora è stato garantito il mantenimento in sicurezza dell’impianto a tutela della popolazione e dell’ambiente.

Nel 2003, Sogin ha assunto la gestione dell’impianto con l’obiettivo di realizzare la bonifica ambientale del sito e nel luglio 2011 è stata presentata, al Ministero dello Sviluppo Economico, l’istanza di autorizzazione per la disattivazione dell’impianto.

Nel luglio 2012 è stata avviata la bonifica del deposito interrato di rifiuti radioattivi. Il deposito interrato, realizzato in cemento armato nei primi anni settanta durante l’esercizio dell’impianto, ha un volume di 54 metri cubi e si trova ad una profondità di 6 metri. Al suo interno i rifiuti radioattivi sono conservati in fusti di tipo petrolifero da 220 litri, inglobati in malta cementizia, disposti su 5 livelli all’interno di 20 celle.
Secondo il progetto Sogin la bonifica ambientale del sito dovrebbe terminare nel 2026.

Il testo dell’interrogazione presentata dal Movimento ai Ministri dello Sviluppo Economico, dell’Interno, dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e degli Affari Esteri sarà disponibile a breve sul sito della Camera.

Trattandosi della Sogin S.p.A. è scontato fare una riflessione sull’attività della Sogin in Piemonte dal momento che si occupa degli impianti di Trino, Saluggia e Bosco Marengo, ma a questo dedicheremo presto uno spazio molto più ampio e dettagliato.

Sogin – Piemonte

http://www.sogin.it/SiteAssets/uploads/2011/Sogin%20Presentazione%20piano%20industriale%20su%20Piemonte%20-%2008%2011%2011.pdf

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