Clima: il governo ci vuole sopprimere?
La politica criminale del governo Renzi continua imperterrita: dopo avere ucciso la scuola e quello che rimaneva dell’economia, sembra voler procedere nella sua opera di distruzione totale della nostra possibilità di futuro. Basti vedere come si comporta nei confronti di clima ed ambiente, senza cui non ci possono essere né un’economia né una società, per non sembra provare il benché minimo interesse.
Se parliamo di cambiamento climatico, vera emergenza globale su cui sono d’accordo quasi tutti gli scienziati e i governi del pianeta, questo governo dimostra al meglio la sua arroganza, ignoranza, ottusità e miopia.
L’attuale concentrazione di CO2 in atmosfera è di oltre le 400 ppm, il livello più alto da circa 15 milioni di anni. Una quantità abnorme, che rischia nell’arco di pochi decenni di compromettere la vita su questo pianeta. E’ anche per questo che oggi, 20 luglio 2015, il Parlamento italiano si occupa di cambiamenti climatici in vista di un appuntamento molto importante: la 21esima conferenza delle parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che si terrà a Parigi questo dicembre. Lì, più di 190 governi di tutto il mondo dovranno discutere un accordo globale di riduzione delle emissioni di gas serra.
Quale sarà il contributo del governo italiano nella lotta per la prosecuzione della vita umana sulla Terra? Conoscendo i nostri polli, pressoché nullo.
Guardiamoci in faccia, signori. Dal governo Berlusconi a quello Renzi, i due peggiori nella non-lotta ai cambiamenti climatici, questo Paese si è distinto nel mondo per la sua indisposizione a prendersi impegni e responsabilità nei confronti di un ambiente che, negli ultimi 70 anni almeno, ha contribuito a rendere più inquinato, soprattutto a livello atmosferico.
Non è un caso se l’Ispra, nell’Inventario nazionale delle emissioni di gas serra del 2012, ha certificato il fallimento del nostro Paese sugli obiettivi di Kyoto. Nel quinquennio 2008-2012, dovevamo ridurre le emissioni medie del 6,5% rispetto ai valori registrati nel 1990, e invece ci siamo fermati a una riduzione del 4,6%.
Eppure nulla, voi continuate a fare come se nulla fosse… E fra un selfie e l’altro sono state concepite brutture come lo Sblocca Italia (noto anche come Sblocca trivelle), Expo 2015 e forme analoghe di consumo di suolo e prosciugamento delle risorse idriche, più altri goffi tentativi (peraltro non riusciti) di continuare a far crescere l’economia all’infinito, senza considerare che il XIX è finito da un po’, e che il resto del mondo civile ha già capito che così non si può continuare.
Guardiamo ad esempio ai Paesi Bassi: il governo olandese è stato condannato dai suoi stessi giudici perché inconcludente nella lotta ai cambiamenti climatici. Nonostante i proclami e le belle parole, non ha fatto abbastanza per ridurre i gas serra e in particolare la CO2. La Corte distrettuale de L’Aia ha così sentenziato che il governo stesso dovrà ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 25% rispetto ai livelli del 1990. E deve farlo in fretta: entro 5 anni!
A spingere i magistrati dei Paesi Bassi all’esemplare condanna, un semplice fatto: nonostante le proprie responsabilità nei confronti della popolazione e soprattutto le molte promesse, il governo de L’Aia non si è impegnato a sufficienza per combattere l’inquinamento atmosferico e salvaguardare la salute dei suoi cittadini.
Ecco, se il governo olandese ha subito una condanna per non aver fatto abbastanza per i suoi cittadini contro il cambiamento climatico e contro le sue gravi e irreversibili conseguenze, quello italiano cosa meriterebbe? Come minimo l’ergastolo.
Signori, so che proporre di agire affinché continui la vita su questo pianeta è un argomento che vi può tediare, e sui vostri telefonini avete cose ben più importanti da seguire. Ma fatemi spiegare brevemente una cosa.
Gli RCP (Percorsi di concentrazione rappresentativi) dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) descrivono quattro scenari di come il pianeta potrebbe cambiare in futuro: RCP8.5, RCP6, RCP4.5 e RCP2.6. Gli RCP sono associati a differenti possibili scenari di emissioni antropogeniche di gas serra e ai conseguenti innalzamenti della temperatura media terrestre. Lo scenario RCP4.5 prevede un innalzamento medio di 1,8 gradi, mentre lo scenario RCP8.5, il caso peggiore, prevede un innalzamento medio di 3,7 gradi. Attualmente il trend di emissioni di gas serra sta seguendo e lievemente superando lo scenario RCP 8.5!
Il problema dell’Italia è doppio. A un governo incapace e spesso in malafede, infatti, si associa una maggiore vulnerabilità ai cambiamenti climatici stessi.
Una prima conferma della maggiore vulnerabilità climatica della nostra nazione è stata certificata dal CNR nel rapporto del 2014. A fronte di un incremento di temperatura media terrestre pari a 0,57 °C (fonte NOAA), per l’Italia l’incremento medio è stato di ~1,5 °C, quindi quasi tre volte l’aumento medio globale, con punte di ~+2 °C al Nord e ~+1,3°C al Sud.
Per quanto riguarda le precipitazioni, invece, stiamo già vivendo stravolgimenti degni di un Paese tropicale. A Genova in meno di un mese è piovuto più di quanto dovrebbe piovere, mediamente, in un intero anno! Ci sono state piogge di 300-400 mm, talvolta in poche ore: valori degni, veramente, di aree monsoniche o cicloni tropicali.
Capite bene che qui stiamo parlando di molte cose: ambiente, sì, ma anche e soprattutto salute (il climate change porta allo sviluppo di molte nuove e sconosciute malattie) ed economia (i danni – sia alle infrastrutture che all’agricoltura – sono già stati quantificati in centinaia di miliardi di euro).
Le conseguenze sulla salute, sugli ecosistemi, sulle risorse idriche e sull’agricoltura del cambiamento climatico mettono a rischio la sicurezza alimentare e la sostenibilità ambientale. Le sfide immediate, per invertire la rotta, devono concentrarsi sul cambiamento e sull’innovazione, incidendo fortemente sui sistemi di produzione e di consumo.
Ma il nostro governo fossile cosa fa? Se ne frega. E continua sulla sua strada verso la nostra distruzione.
E’ anche per questo che oggi presentiamo una Mozione sui cambiamenti climatici, per provare a non condurre questo Paese contro il muro dei limiti ambientali e di un caos climatico che avrebbe a costi, anche in termini di vite umane, evitabili con accorgimenti a volte anche banali.
Mi spiace dirlo così, sembrando forse tanto arrogante quanto il premier Matteo Renzi, ma al governo non servono inetti, servono persone competenti, informate e capaci di rivedere il modello di sviluppo che si vuole proporre. Difficile, quando si hanno amici in diversi ambiti di cui si è costretti a difendere gli interessi. Ma indispensabile, se si vuole continuare a vivere su questo pianeta per come lo conosciamo.