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Clima: Obama, il Presidente Bifronte

Sull’emergenza climatica in corso sembrano ormai quasi tutti d’accordo. Tanto che “il tempo di invocare l’ignoranza è sicuramente passato”, e “coloro che vogliono ignorare la scienza sono sempre più soli”. Ne è convinto il presidente degli Stati Uniti Barack Obama che, fra gli applausi scroscianti ricevuti durante un meeting della Conferenza sulla Leadership Globale in Artico (GLACIER), convocato proprio dal governo USA come presidente di turno del Consiglio Artico, ha aggiunto: “Il cambiamento climatico sta succedendo qui ed ora”.

In effetti, la regione artica, insieme ad altre zone del pianeta, è fra quella che sta maggiormente subendo i rischi estremi gli effetti del global warming. Nel 2012, ad esempio, c’è stata la massima riduzione della superficie della calotta artica durante i mesi estivi. A maggio di quest’anno, invece, la temperatura di molte città in Alaska superava i 30°C, più di quella in diverse città del Texas nello stesso periodo.

Il clima sta cambiando più rapidamente degli sforzi dell’umanità per ridurre il riscaldamento globale, ha detto Obama durante il suo intervento: “La scienza è del tutto convinta delle prove che quella che una volta era una minaccia lontana ora è molto più vicina”, ha sentenziato il presidente. Aggiungendo poi un dettaglio ancora più interessante, vista anche la location dell’evento: “Nell’Artico le temperature stanno aumentando a una velocità doppia” rispetto al resto del pianeta.

In Alaska, il presidente ambientalista vuole promuovere un’economia green anche per promuovere la “crescita economica sostenibile” delle comunità artiche. Ma ignora un dettaglio: il contenimento del cambiamento climatico non è compatibile con la perenne dipendenza dalle fonti fossili, né tanto meno con la crescita economica che auspica. Non quella misurata dal PIL, almeno.

Obama ha riconosciuto poi che gli Usa sono fra i principali colpevoli dell’attuale global warming. Ma ora, assicura, “ci facciamo carico delle nostre responsabilità”. Anche per questo ritiene necessario che si uniscano le forze nella lotta al climate change, e che si possano destinare maggiori investimenti nelle soluzioni low carbon.

Tutto bellissimo, ma c’è qualcosa che non quadra. Il fatto che Obama si sia svegliato da un torpore che non l’ha mai veramente portato ad andare oltre le promesse green fatte durante le sue campagne elettorali, infatti, non ci leva la sensazione di essere presi in giro ancora una volta dal Presidente Bifronte.

L’amico dei popoli e della natura Barack, infatti, ha dato nelle scorse settimane l’autorizzazione alla Shell di trivellare l’Artico in cerca di petrolio.

Sì, avete capito bene: l’Amministrazione Obama ha promesso di ridurre le emissioni di CO2, di prendersi le sue responsabilità, di voler tutelare il clima e le coste artici ecc., dando però il via libera al colosso petrolifero anglo-olandese di trovare e sfruttare nuovi giacimenti di oro nero nel Mare dei Ciukci, che sta proprio al largo delle coste dell’Alaska!

Ora, davvero, gli si dovrebbe dare un Nobel per la coerenza!

“Quest’anno a Parigi (dove si terra il summit sul clima) deve essere l’anno in cui il mondo finalmente raggiunge un accordo per proteggere il nostro pianeta… mentre ancora possiamo”, ha spiegato Obama ai presenti. Bene, vedremo se davvero andrà una volta tanto oltre le sue stesse roboanti dichiarazioni e farà qualcosa che tuteli l’ambiente, invece che le tasche dei petrolieri.

Io a Parigi ci sarò, e sono proprio curioso di vedere l’impegno di quello che da ora in poi chiamerò appunto il Presidente Bifronte. Con altri colleghi del M5S sarò presente alla conferenza COP21 per essere l’occhio, l’orecchio, la mente e il cuore dei cittadini all’interno dei negoziati.

Perché di promesse e di discorsi strappa-applausi non se ne può davvero più.

Ci vogliono un po’ di fatti. Perché come dice il saggio Presidente Bifronte: il tempo stringe!

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