Cocktail di pesticidi nel Basmati importato
BASMATI D’IMPORTAZIONE: UN COCKTAIL DI RESIDUI DI PESTICIDI CONTINUA A METTERCI A RISCHIO
Ancora una volta ci troviamo davanti alle problematiche legate all’importazione dall’estero di un prodotto, questa volta si tratta di riso, che mette a rischio la nostra salute. Bisogna puntare assolutamente alla definizione del vero Made in Italy per la certezza della qualità di ciò che arriva sulle nostre tavole.
Una recente ricerca condotta dalla rivista specializzata “Il salvaGente” su 18 campioni di riso basmati importato, si evidenziano residui di tre differenti pesticidi in 5 campioni.
Nonostante le concentrazioni rilevate siano al di sotto dei livelli di sicurezza richiesti dalla legge, gli esperti tossicologi consultati dalla rivista affermano che i rischi per la salute diventano rilevanti con l’assimilazione continuativa di queste molecole.
Gli elementi identificati nei 5 campioni di riso basmati importato sono: il malatione che quando viene disciolto in acqua si degrada in malossone aumentando la sua tossicità. Lo Iarc lo ha definito come probabile cancerogeno e interferente endocrino.
Il tebuconazolo, invece, un erbicida e fungicida utilizzato in agricoltura le cui presenza è stata rintracciata in 2 dei 5 campioni totali. L’Epa americana lo ha classificato come sospetto cancerogeno e tossico per la riproduzione. Anche altri residui contribuiscono secondo lo studio a determinare un quadro allarmante:
L’ultimo monitoraggio europeo sul riso, pubblicato dall’Efsa nel 2016 su dati 2014, ha mostrato una contaminazione di pesticidi nel riso importato nel 27% dei campioni; il 9% positivi a più di una molecola. Per esempio il malation era presente in alcuni dei casi, il tebuconazolo nel 5% dei campioni.
Come Paese l’unica possibilità che abbiamo per tutelare la salute dei cittadini è puntare e sostenere la nostra produzione di qualità, caratterizzandoci e distinguendoci, non solo per un prodotto, ma anche per un processo produttivo virtuoso che comprende, il rispetto dell’ambiente, del paesaggio, delle imprese, e della ricca e sana cultura alimentare italiana. Gli accordi dannosi come quello che ha messo in ginocchio il settore del riso italiano, consistenti nell’apertura indiscriminata del mercato alle importazioni di riso da buona parte del sud est asiatico, accompagnato da una esigua quantità di controlli sulla qualità, non fanno altro che obbligarci ad una competizione al ribasso dalla quale noi non potremo mai uscire vincitori, ma doppiamente sconfitti per la salute e per l’economia.
Dobbiamo lavorare per fermare questa tendenza assurda al ribasso, lottando per dare riconoscimento e distinguibilità alle nostre produzioni, con una vera etichettatura d’origine oltre che con una politica forte e determinante, questo, nell’interesse collettivo di produttori e consumatori, tracciando insieme una strada per il futuro.
Articolo di Mirko Busto e Paolo Maria Mosca