Commenti TTIP M5S
Commenti TTIP M5S: oltre alle iniziative M5S a più livelli, dal locale all’Europarlamento, adesso arrivano critiche al TTIP anche da enti indipendenti.
Il testo è stato analizzato dall’università privata Tufts del Massachusetts negli Stati Uniti.
Ho letto la recensione (fonte originale) e ho appreso alcuni numeri sbalorditivi!
Per capire meglio le conseguenze del trattato sull’economia globale e locale (le nostre vite!) l’istituto ha effettuato un’accurata simulazione.
Ecco i punti salienti di quanto evidenziato dagli studiosi statunitensi, in particolare dall’analisi del ricercatore Jeromin Capaldo.
Tra essi, vi raccomando di porre attenzione all’aspetto più sconvolgente: stanno cercando di “venderci” come appetibile economicamente un accordo che porterà alla perdita 600mila posti di lavoro e alla diminuzione dei redditi!
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L’accordo avrà conseguenze negative di vasta portata in molti paesi europei. Dalla perdita di 600.000 posti di lavoro a una diminuzione dei redditi da lavoro di almeno 3000 euro/anno e anche di più in certi casi.
Mentre la maggior parte delle stime sul TTIP parlano di piccoli vantaggi nel commercio e nei redditi sia nella UE sia negli USA, Capaldo parla invece di un leggero peggioramento per l’Europa nel suo insieme.
Ma sarà soprattutto il commercio a risentirne nei Paesi europei, mentre aumenterà la disoccupazione e diminuirà la quota del lavoro sul reddito nazionale. I Paesi europei sarebbero esposti a una maggiore instabilità finanziaria e possibilità di contagio con le fluttuazioni dell’economia USA.
I risultati dello studio di Capaldo sono in stridente contrasto con le valutazioni assunte dalla Commissione Europea.
“Secondo i nostri studi, – dice Capaldo – il TTIP lungi dal risolvere, peggiorerà i problemi economici dell’Europa: con l’aumento della disoccupazione, l’aggravamento delle diseguaglianze, la riduzione del potere d’acquisto dei lavoratori indebolirà il dinamismo degli scambi commerciali infra-UE ed esporrà i paesi europei alle bolle speculative e al contagio finanziario con gli Stati Uniti. In questa fase di fragile ripresa economica dell’Europa, il TTIP appare un errore”.
Capaldo mette in luce le seguenti ripercussioni negative del TTIP sull’Europa:
– Il TTIP comporterà una perdita netta in termini di esportazioni nell’arco di un decennio, rispetto a uno scenario “No-TTIP”. Ne risentirebbero più gravemente le economie del Nord Europa (-2,07%), seguite da Francia (-1,9%), Germania (-1,14%) e Regno Unito (-0,95%).
– Il TTIP porterà a un netto calo del PIL. Analogamente ai dati delle esportazioni nette, il calo del PIL colpirebbe maggiormente le Economie del Nord Europa (-0,50%), seguite dalla Francia (-0,48%) e dalla Germania (-0,29%).
– Il TTIP comporterà anche una perdita di reddito da lavoro. La Francia ne sarebbe la più colpita con una perdita di € 5 500/lavoratore, seguita dai Paesi del Nord Europa (-4.800/lavoratore), dal Regno Unito (-4.200/lavoratore) e dalla Germania (-3.400/lavoratore)
– Il TTIP provocherà la perdita di 600.000 posti di lavoro in Europa. I più colpiti saranno i Paesi del Nord Europa (-223-000 posti), seguiti dalla Germania (-134.000) dalla Francia (-130.000) e dai Paesi del Sud Europa (-90.000)
– Il TTIP porterà anche a una riduzione della quota del lavoro sul PIL, rafforzando una tendenza che ha portato alla stagnazione attuale. Il rovescio della medaglia è l’aumento della quota di profitti e rendite sul totale del reddito, vale a dire un trasferimento della ricchezza dal lavoro al capitale. Il trasferimento più sostanzioso avrà luogo nel regno Unito (7% del PIL trasferito dal lavoro al profitto) e Francia (8%), Germania e Nord Europa (4%).
– Il TTIP provocherà anche una perdita nel gettito fiscale nazionale. Il surplus di imposte indirette (come imposte di vendita o IVA) tenderà a diminuire in tutti i Paesi europei, a partire dalla Francia (0,64 del PIL). Aumenterà di conseguenza il debito nazionale in percentuale sul PIL in ogni Paese UE, spingendo le finanze pubbliche più vicino o oltre i criteri di Maastricht.
– Il TTIP porterà ad una maggiore instabilità finanziaria e ad un accumulo di squilibri. Probabile quindi un ritorno delle bolle speculative come abbiamo visto in altri mercati.
I risultati dello studio di Capaldo derivano dall’applicazione del GMP – United Nations Global Policy Model (Modello di Politica Globale delle Nazioni Unite) , un modello innovativo e più realistico che l’Istituto GDAE applica in collaborazione con l’UNCTAD, l’Ente delle Nazioni Unite per il commercio e la finanza internazionale. Sono risultati che si contrappongono ai modelli del TTIP che vanno per la maggiore e che usano versioni del Computable General Equilibrium model (CGE) che esclude a priori le ripercussioni sull’occupazione.
(Traduzione a cura di Stop TTIP Torino)
Diffondete questo post: oltre ai commenti TTIP M5S, adesso si aggiunge un parere prezioso, la classica “voce fuori dal coro” che tra l’altro arriva da oltreoceano e che poggia su basi scientifiche.
Inoltre proprio pochi giorni fa, anche per l’interesse crescente dell’opinone pubblica, le direttive dell’accordo sono state rese pubbliche.
Facciamo rete tra cittadini!
Sempre vostro, Mirko Busto
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