La COP21, ventunesima Conferenza delle Parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, è probabilmente l’evento più importante per le sorti future dell’umanità. Si terrà a Parigi dal 30 novembre all’11 dicembre 2015, e radunerà oltre 50mila persone di 195 Paesi, più i 28 dell’Unione europea. Ospiti particolarmente attesi saranno Stati Uniti e Cina, i due più grandi inquinatori del pianeta che, negli ultimi anni, non hanno quasi mostrato interesse per il clima. Del resto, quella di Parigi rappresenta l’ultima chiamata.
Scioglimento dei ghiacciai, innalzamento dei mari, alluvioni, desertificazione, riscaldamento globale: l’allarme climatico oltrepassa i confini, sia geografici che ambientali, con ripercussioni su infrastrutture, agricoltura, salute e le emissioni umane di gas serra sono altamente connesse a questo fenomeno. Ma abbiamo un’ultima possibilità per rimediare. Il 2015, infatti, potrebbe essere l’ultimo anno in cui è possibile unire le nazioni per tagliare le emissioni di gas serra e restare entro i 2ºC di riscaldamento medio globale, limite (già insufficiente) oltre il quale la catastrofe è sicura.
L’aspetto positivo di tutta questa faccenda è che la crisi climatica e la Conferenza di Parigi ci danno modo di cogliere e sviluppare finalmente tutte quelle opportunità e tecnologie che per troppo tempo sono state relegate alla marginalità, anche a causa di un mondo dominato dal petrolio a basso costo e dai suoi pochi ma potenti produttori.
Parlo di nuove politiche energetiche, di efficienza e di nuove forme di produzione energetica, di nuovi modelli alimentari, di agroecologia. E ancora di economia circolare, di innovazioni gestionali e tecnologiche nella mobilità dolce. Tutte possibilità di cambiamento (in positivo), di rilancio economico, e ovviamente di un passo concreto verso la risoluzione del dramma climatico a cui stiamo correndo incontro. O comunque di adattamento allo stesso.
A Parigi, dove andrò, dobbiamo puntare ad un accordo che possa davvero mantenere la variabilità del clima all’interno di valori accettabili (1,5 gradi) per minimizzare i rischi di disastri climatici e salvaguardare la salute dei cittadini di tutto il mondo.
L’importanza della COP21 rispetto alle venti Conferenze delle Parti sui cambiamenti climatici che l’hanno preceduta è confermata, ancora più che dall’improvviso interesse di Cina (dove nel solo 2013 le calamità naturali sono costate 69 miliardi di dollari) e Usa, dalle mobilitazioni che, in tutto il mondo, vedono protagoniste le persone comuni.
In particolare, domenica 29 novembre 2015 sarà la giornata in cui nelle principali città del pianeta si terrà la Marcia per il clima. Purtroppo quella forse più importante, quella di Parigi, che prevedeva di attrarre da sola oltre 200.000 persone per le strade della capitale francese, è stata vietata dal governo in seguito agli attacchi terroristici di venerdì 13 novembre.
Secondo i suoi organizzatori, però, questo rende ancora più importante che le persone di tutto il mondo scendano in strada per quella che è già definita “la più grande marcia globale per il clima della storia”: una dimostrazione e una protesta verso l’inattività dei governi più importanti da fare anche “a nome di chi non può”. Come i paesi più poveri, i più colpiti seppure i meno responsabili di questa situazione.
Nel corso del prossimo fine settimana (28 e 29) sono ben 2.173 gli eventi organizzati in più di 150 paesi del mondo. In Italia, l’evento principale è probabilmente la Marcia per il Clima che si terrà a Roma domenica 29 e che, alle ore 14:00, partirà da Campo dei Fiori alla volta dei Fori Imperiali, dove alle 17:00 è previsto invece un grande concerto.
Come vi dicevo, io sarò fra le migliaia di persone che saranno a Parigi per seguire da vicino questi importanti negoziati, nella speranza di contribuire a fare pressione affinché, una volta per tutte, i governanti di questo pianeta ascoltino le persone, l’ambiente e il buonsenso, facendo qualcosa prima che la situazione ci sfugga davvero da ogni possibilità di controllo.
Una volta là, vi terrò aggiornati su come procedono le cose.