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Se niente importa…

A tutti importa del futuro del nostro pianeta, delle prossime generazioni, della sovranità alimentare, della parità dei diritti, dell’equità, della libertà, della sostenibilità, della salute e della felicità, degli altri esseri viventi, della deforestazione, dei cambiamenti climatici, delle emissioni di CO2, dei pesticidi, degli ogm, degli allevamenti intensivi, della resistenza antibiotica e dell’inquinamento dei mari. A tutti importa fino a un certo punto. Quel punto è il nostro piatto.

Siamo tutti informati, preparati e schierati in difesa di un mondo migliore. Ma… Ma “non toccatemi la costina, la salsiccia o il prosciutto, non toccatemi la Nutella, lo zucchero e il gelato, non toccatemi l’abbuffata di Natale, la grigliata di ferragosto, il pranzo della domenica, non toccatemi il junk food, il fast food e i piaceri della vita”. Non è forse così? Non è forse il nostro piatto il primo e più grande limite a un reale cambiamento?

Oggi parte #COP22, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici di Marrakech. Sul tavolo dei negoziatori la più grande delle sfide: definire le modalità pratiche d’attuazione dell’Accordo di Parigi. Rendere concreti i buoni propositi dei mesi scorsi e fare in modo che i governi che hanno ratificato gli accordi si impegnino per metterli in pratica in particolar modo sul taglio delle emissioni, la quota di energia da fonti rinnovabili e l’incremento dell’efficienza energetica

Bene, nell’attesa di vedere quante delle promesse fatte saranno mantenute voglio dirvi una cosa: non importerà nulla di quello che decideranno a quesi tavoli se ognuno di noi non farà la sua parte per cambiare davvero, a partire dal proprio piatto.

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