Esposto M5S contro l’olio di palma
Oggi l’Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane (Aidepi) presieduta da Paolo Barilla e la lobby dell’olio di palma hanno organizzato con Scelta Civica un evento in cui si dirà tutta la (loro) verità sull’olio di palma. “L’olio di palma non fa male e non c’entra nulla con la deforestazione, il governo si attivi per una corretta campagna di informazione e per la promozione dell’olio di palma sostenibile”, scrivono i sostenitori del palm oil, riportando in pratica il contenuto delle iniziative parlamentari presentate oggi alla Camera dei Deputati. Noi del M5S, ovviamente, non abbiamo intenzione di stare a guardare passivamente una tale campagna di disinformazione, e risponderemo con un esposto e con la richiesta di ritirare la (milionaria) pubblicità ingannevole di Aidepi sui giornali italiani.
Dove c’è Barilla c’è casa? Forse per Antonio Banderas e gli altri protagonisti felici delle pubblicità della sua pasta e delle sue merendine industriali. Ma di sicuro non per oranghi, tigri, rinoceronti, elefanti e migliaia di specie di uccelli e vegetali delle foreste malesi. Che, così come le popolazioni indigene che le abitano, rischiano di scomparire per sempre grazie alla coltivazione di olio di palma. Un ingrediente che troviamo ormai ovunque, e che nonostante i danni alla salute e le enormi devastazioni che provoca viene addirittura pubblicizzato in modo a dir poco ingannevole.
Da una parte c’è chi non ha un interesse economico nel difendere la produzione di olio di palma, e dice le cose come stanno, cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’uso o meno di questo pervasivo prodotto. Dall’altra parte abbiamo una forte industria che cerca di preservare i propri profitti, utilizzando le proprie risorse economiche per comprare intere pagine di giornali allo scopo di convincere l’ignaro consumatore dell’innocuità di questo prodotto, arrivando addirittura a proporre un concorso per vincere un viaggio in Malesia.
Sappiamo tutti che l’olio di palma è nocivo per la salute dell’uomo, ma soprattutto per la salute del nostro pianeta. Il 90% delle coltivazioni in Indonesia e nel Borneo sono utilizzate per la palma da olio, ed entro 4-5 anni di quelle rigogliose piantagioni rimarrà soltanto un suolo povero di sostanze minerali ed organiche, che non sarà più in grado di ospitare nessuna altra forma di vita vegetale o animale. Questo è un fatto, non un’opinione che può essere messa in discussione da dati che, puntualmente, vengono confezionati in modo da dare ragione a chi vuole sostenere ad ogni costo le proprie argomentazioni.
I grandi interessi economici che si sono creati dietro l’industria dell’olio di palma impediscono in questo momento ad una politica debole e connivente di imporre un divieto preciso, o una drastica riduzione del suo consumo. Anzi, eventi come quello di oggi in Camera dei Deputati dimostrano i tristi tentativi di alcune forze politiche di tutelare gli interessi di pochi grandi produttori industriali: guarda caso quelli che ricoprono le più importanti cariche in Aidepi.
L’Assocaizone dell’industira dolciaria e pastificia è convinta che investendo centinaia di migliaia di euro in pubblicità e promettendo viaggi paradisiaci, ironia del caso proprio nei territori devastati dal mercato dell’olio di palma, potrà intorpidire le nostre coscienze. Noi siamo invece convinti che la consapevolezza e l’informazione possano aprire la strada verso una scelta alimentare sostenibile, più giusta per la nostra salute, più tollerabile per la salute del pianeta e per le specie viventi che insieme a noi lo condividono.