L’olio di palma non è cancerogeno (e gli asini volano)
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Ennesima fake news sull’olio di palma: innocuo, buono, salutare e assolutamente NON CANCEROGENO! A dirlo è l’agenzia di stampa Agi, ripresa da Askanews e Adnkronos (e, ovviamente, a catena da molti altri media).
Da dove nasce la notizia? Dal sito di Stiftung Warentest, un’associazione dei consumatori tedesca che in un articolo riporta uno studio del marzo 2016 che comparava varie creme spalmabili (tra cui la Nutella) giungendo alla conclusione che gli esteri critici degli acidi grassi GE possono trovarsi in molti grassi vegetali raffinati e che il livello di contaminazione non dipende dalla presenza o meno dell’olio di palma.
Da qui l’Associazione – e a seguire alcune agenzie di stampa italiane – concludono che l’olio di palma non sia cancerogeno. Su che basi, su quali dati, con che metodo e su quale campione sia stata condotta la ricerca, non è dato saperlo… l’importante è titolare L’OLIO DI PALMA NON È CANCEROGENO!
Anche se l’associazione tedesca non diceva questo (e infatti nel titolo metteva un bel punto di domanda).
Anche se il successivo parere dell’Efsa, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (pubblicato nel maggio 2016) e quello più recente dello Jecfa, il comitato congiunto Fao-Oms sugli additivi alimentari (che proprio in questi giorni ha confermato il parere dell’Efsa secondo cui i glicidil esteri (GE) sono sostanze genotossiche e cancerogene, di cui di conseguenza non è possibile stabilire un livello di assunzione tollerabile) erano di tutt’altra opinione.
Ricapitolando:
– Si prende una ricerca di un anno fa (marzo 2016)
– La si fa passare per attuale
– Non ci si informa su metodi, strumenti e campione dello studio
– Non si considera minimamente il parere dell’Efsa né quello dello Jecfa, il comitato congiunto Fao-Oms
– Si mette un titolo che non lascia spazio a dubbi
– Non si ammette replica (abbiamo mandato un comunicato che non è stato pubblicato)
Ora, le domande sarebbero tante ma difficilmente avremo risposta: perché alcuni organi di stampa riportano come attuale una notizia di marzo 2016? Come può Stiftung Warentest smentire l’Efsa e il comitato Fao-Oms?
Vogliamo sperare che si tratti di un errore dovuto semplicemente all’incompetenza, i cui effetti sui consumatori, in termini di disinformazione, non sarebbero meno gravi di una volontaria opera di riabilitazione.
Non sarebbe la prima volta. Diversi i casi già denunciati dal M5S di campagne di dinsinformazione, finanziate dalle stesse lobby industriali con l’intento d’imporre ai consumatori l’olio di palma solo per il profitto legato alla sua resa industriale.
Tra questi, la campagna ‘olio di palma sostenibile’ e lo spot della Ferrero sull’uso di un olio tropicale sostenibile, oggetto di un esposto del M5S per pubblicità ingannevole presentato al Garante della Pubblicità e all’Agcom e di un’interrogazione in Commissione di Vigilanza Rai.
Eppure sono diverse le aziende che vi hanno rinunciato aumentando il proprio fatturato. Ne ospiteremo alcune al nostro convegno “Olio di palma: Criticità e Alternative – Come uscire dalla filiera sporca” previsto il prossimo 14 febbraio alle ore 14 alla Camera” in cui speriamo di offrire, a chi ci vorrà seguire, un quadro serio e puntuale su una situazione alquanto emblematica del modo di procedere di certi media e di certe aziende italiane.