“Oggi avevo un po’ di mal di testa e mi son preso un veleno…”
Ebbene sì, non è un effetto ottico, avete letto bene… Perché in greco pharmakon significa anche veleno o droga! Ed in effetti assumendo i farmaci ci droghiamo legalmente.
Qualche tempo fa è uscito uno studio che pone in relazione il rischio di infarto con l’assunzione dei principi attivi ibuprofene e diclofenac (sicuramente più noti con i simpatici ed innocenti nomignoli “Voltaren”, “Moment”, “Buscofen”).
L’infarto è tra le patologie più diffuse nella società occidentale, questi farmaci antinfiammatori vengono altresì dispensati per qualsiasi bubù, ci sarà mica una qualche correlazione?
Si crede ingenuamente che se il medico te li dispensa così facilmente non possano di certo nuocere… Ma il medico segue una prassi, un protocollo spesso dettato dalle stesse case farmaceutiche che producono i “veleni legalizzati” e non ha molte alternative, se non vuol fare la fine della Dott.ssa De Petris.
Ma che alternative ci sono? In realtà tante.
In primis rivedere il proprio stile di vita e la propria alimentazione.
Inoltre esistono l’omeopatia, la medicina cinese e quella indiana. A differenza della medicina allopatica occidentale, che definirei quasi meccanicistica, queste discipline considerano in modo olistico il paziente e lo guidano nella risoluzione della malattia attraverso un percorso che oserei dire autocurativo, che passa innanzitutto dall’ascolto dello stesso e della sua storia. Di fatto la malattia è un sintomo, un segnale che noi dovremmo imparare ad ascoltare e non solo ad abbattere come un pericoloso nemico.
Mi piace ricordarmi che il nostro corpo è un medico da miliardi di anni.
In natura un animale malato si riposa e lascia che il suo corpo si rimetta in sesto. Noi abbiamo permesso che le logiche del business e della concorrenza quotidiana ci facessero perdere questa fiducia nelle nostre capacità. Siamo ormai dei corpi stanziali che ad ogni segnale anomalo chiedono l’intervento esterno.
Come accennato ogni sintomo è un messaggio del nostro corpo e in quanto tale, finché rimarrà inascoltato, cercherà altre vie per esprimersi. In sostanza il corpo attraverso una malattia ci comunica che stiamo andando nella direzione sbagliata e che dobbiamo correggere il tiro in un qualche modo. Sedare il sintomo con un farmaco non fa che posticipare e deviare il problema. La vera risoluzione va ricercata dentro di noi e nel nostro stile di vita, nel quale l’alimentazione ricopre un ruolo fondamentale.
Direte: beh, facile a dirsi, ma quando si hanno malattie gravi… Dico questo proprio perché ho sofferto di una malattia infiammatoria cronica intestinale, la colite ulcerosa, che mi avrebbe costretto ad assumere cortisone per tutta la vita. Oggi posso dire di essere guarito grazie ad un percorso su di me e sulla mia alimentazione, che mi consente di non assumere farmaci e di essere in perfetta salute.
Sono certo che molte delle persone che stanno leggendo queste righe hanno una loro storia da raccontare che riguarda i temi sopra detti. Se avete voglia di condividerli qui lo spazio c’è e qualcuno mi ha già scritto!
Facciamo rete!
_ Fa che il cibo sia la tua medicina _
Abbraccio
Mirko Busto
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