Governo Renzi: incompetenza radioattiva
Il nucleare non ha futuro, né in Italia né nel resto del mondo. Ma ci ha lasciato un’eredità radioattiva pesante e pericolosa. Che, ovviamente, non può essere gestita dall’incompetenza di incapaci o cialtroni.
Qualche giorno fa, come sapete, ho scritto al Commissario europeo sull’energia e il clima, Miguel Arias Canete, per chiedere un’azione di controllo nei confronti del governo Renzi. I suoi continui ritardi nella divulgazione dell’elenco dei siti idonei per la costruzione del Deposito nazionale per le scorie nucleari sono infatti un rischio per tutta Europa, non solo per noi italiani.
L’Italia è uno dei pochi Paesi in Europa che ancora non si è dotato di un sito di stoccaggio permanente dei rifiuti atomici, come previsto dalla Direttiva del Consiglio Euratom 2011/70. Eppure, Renzi preferisce andare a vedere le partite di tennis (sempre a nostre spese) e i suoi ministri non si degnano di fare quello per cui si sono piazzati su quelle poltrone.
Nonostante l’Agenda nazionale dei lavori prevedeva la comunicazione della mappa dei siti idonei per la costruzione del Deposito nazionale già entro aprile, il governo guidato da Matteo Renzi continua a rimandare in maniera arbitraria questo adempimento, senza nemmeno sentire l’esigenza di giustificare dinanzi al Parlamento italiano questa mancanza.
Davanti a fatti di questo tipo, non rimane altro che prender atto che questo governo sta deliberatamente contravvenendo alle regole dettate dalla Direttiva europea, in special modo riguardo a una gestione responsabile della costruzione del sito, alla garanzia del rispetto di tappe certe e di chiari limiti temporali.
Un comportamento che ci fa dubitare ancora una volta sulla serietà e sul metodo utilizzato per gestire la questione del nucleare nel nostro Paese.
Al Commissario Canete ho chiesto un intervento di controllo nei confronti delle autorità italiane preposte, in special modo nei riguardi del Ministro dello Sviluppo economico e del Ministro dell’Ambiente, affinché il problema dell’inadempienza del governo guidato da Matteo Renzi diventi anche un problema europeo.
La questione nucleare è un argomento che, date le sue implicazioni, travalica i confini nazionali, e le mancanze di qualcuno possono diventare delle preoccupazioni per tutti i cittadini europei.
Oltre ai rischi che stanno dietro al dare in mano ad incapaci (se non addirittura a persone in malafede) una questione delicata come la gestione dei rifiuti radioattivi, è anche triste vedere ancora una volta l’Italia costretta a indossare la maglia nera dell’inefficienza.
Un altro regalo dell’inadeguatezza del lavoro svolto dai Ministeri di questo governo dell’inciucio.
E la “lentezza programmata” nel gestire la questione del Deposito di rifiuti radioattivi appare più un espediente politico, che una reale esigenza per approfondire il lavoro svolto sia dall’Ispra che dalla Sogin.
La realizzazione del Deposito nazionale delle scorie nucleari in un Paese come l’Italia, che ha da sempre manifestato la propria contrarietà all’energia nucleare, dovrebbe essere effettuata utilizzando criteri di totale trasparenza, comprensibilità e sollecitudine.
I fatti ci ricordano però che sono ormai trascorsi cinque mesi da quando il Parlamento e i cittadini italiani attendevano di conoscere le aree del nostro territorio che potenzialmente potrebbero ospitare il Deposito.
Un ritardo inaccettabile, che ci fa dubitare della buona fede di questo governo. Tanto che il suo operato, in questo momento, appare parecchio ambiguo.
Il Parlamento e l’Italia si aspettano quanto prima di conoscere quali siti nazionali sono stati individuati per la costruzione del Deposito, per poter avviare una proficua campagna di comunicazione alla popolazione, senza lasciare spazi per qualsiasi tipo di zone d’ombra, perché i diritti dei nostri cittadini devono essere anteposti ai biechi interessi politici di qualsiasi governo.
Il Ministro Galletti e il Ministro Guidi forse credono di potere continuare in eterno a prendere tempo, e il governo Renzi di potere dare più importanza ai suoi giochetti politici che non alla nostra sicurezza, ma si sbagliano di grosso.
Non ci troveranno impreparati, né tanto meno distratti dalle loro chiacchiere.
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