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Le cifre divulgate dall’Agenzia Europea per l’ambiente (AEA) sulle morti causate dall’inquinamento atmosferico proprio il giorno dell’inaugurazione dei lavori della Conferenza mondiale sul clima di Parigi, dovrebbero far riflettere i governanti di tutto il mondo sul pericolo che incombe sulle vite di ognuno di noi.

In questo Summit vanno prese decisioni coraggiose e responsabili, il governo Renzi e il ministro dell’ambiente Galletti non possono continuare con la politica degli annunci. Alle dichiarazioni vanno fatte seguire azioni concrete. Sostenere, a parole, il condivisibile obiettivo di mantenere l’aumento di temperatura entro 1,5 gradi mentre, nei fatti, si affossano le rinnovabili e si spingono le perforazioni petrolifere, non porta certo peso e credibilità internazionale al governo italiano.

Gli 84000 decessi nel solo anno 2012 legati alla qualità dell’aria e le stime di aumento della temperatura e delle catastrofi correlate al cambiamento climatico ci indicano chiaramente la strada da seguire: per tutelare la salute dei cittadini italiani, così come la nostra economia e il futuro dei nostri figli, dobbiamo abbandonare le fonti fossili in tempi rapidissimi.

Contrariamente a quello che molti dicono, la transizione verso il 100% di fonti rinnovabili è tecnologicamente possibile. Le resistenze e le difficoltà sono attribuibili essenzialmente al sistema politico ed economico.

Portare avanti politiche miopi, confuse e prive di una visione chiara  non solo è un atto di attacco che lede la salute e gli interessi dei cittadini italiani e del mondo, ma rivela tutte le debolezze di quei capi di Stato, come Renzi, che cercano di nascondere malafede e contraddizioni dietro a tante belle parole.

Suggerisco al Governo Renzi,  prima di partecipare ai lavori di COP21, di guardare bene ai fatti che avvengono a casa nostra, perché il nostro Paese attende ormai da troppo tempo un cambiamento radicale, che metta la salubrità dell’ambiente e dei cittadini al di sopra dei meri interessi economici che sostengono un sistema produttivo altamente nocivo per l’ambiente e per le persone.

Anche i dati del solo Piemonte devono indurre a una riflessione. Lo studio AEA ha infatti tenuto contro di sei centraline che nel 2013 hanno monitorato le emissioni di polveri sottili nell’aria a Torino, Asti, Novara e Biella. Secondo i più rigidi parametri dell’Organizzazione mondiale della sanità, la sola Biella e per un decimo (19,9 µg/m3) rientra nella soglia media annua, fissata a meno di 20 microgrammi per metro cubo d’aria. Fuori soglia i dati delle altre città, con un preoccupante valore per Torino città (40, 5 µg/m3).

Oltre a Renzi, è ora che anche i politici locali tengano conto della necessità di un cambiamento economico e culturale, per salvaguardare l’esistenza stessa della nostra società.

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