Lotta agli sprechi alimentari. A che punto siamo?
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In Francia sprecare cibo commestibile è reato. In Italia, invece, è la prassi. Una prassi dannosa non solo per la nostra economia.
Solo in Italia – secondo i recenti dati forniti da Waste Watcher, l’Osservatorio permanente sugli sprechi alimentari delle famiglie italiane prodotto da Last Minute Market – lo spreco domestico ci costa 8,4 miliardi di euro l’anno. Per 650 grammi di cibo sprecato se ne vanno più di 6 euro settimanali a famiglia, oltre 300 euro all’anno. Alla faccia della crisi!
Crisi che a quanto pare non è riuscita a incidere sulle cattive abitudini degli italiani. Secondo Waste Watcher il 42% dello spreco deriva, infatti, proprio da queste. Segue il 39% di sprechi della produzione, il 14% derivante dalla ristorazione e il 5% dalla distribuzione.
Numeri che su scala mondiale non possono far altro che lievitare. Secondo la Fao il valore economico del cibo sprecato è pari a 1.000 miliardi di dollari all’anno, 2.600 miliardi se si considerano anche i costi legati all’acqua e all’impatto ambientale.
Ma non si tratta solo di soldi. L’impatto ambientale dello spreco domestico è altrettanto drammatico. 250.000 miliardi di litri di acqua e un miliardo di ettari di suolo agricolo vengono utilizzati ogni anno per produrre cibo che non viene consumato. Ma che comunque produce l’emissione nell’atmosfera di oltre 3 miliardi di anidride carbonica, quanto uno Stato come la Cina.
Tutto ciò è assurdo. Come è assurdo che in un mondo in cui si fanno sempre più accentuate le crisi economiche, le crisi ambientali, nonché l’impoverimento e la denutrizione (oltre 1 miliardo di persone attualmente vive in stato di denutrizione) un Paese come l’Italia non trovi il modo di fare la sua parte per cambiare le cose.
Secondo il report di Waste Watcher solo in Europa ogni anno si gettano 90 milioni di tonnellate di cibo, 180 chili di cibo a testa per un equivalente di 720 calorie a persona. E su questi numeri il peso dell’Italia non è irrilevante: il Bel Paese si pizza infatti in 15sima posizione con 149 chili pro capite di cibo sprecato.
In Francia è da poco entrata in vigore una legge che obbliga i grandi supermercati a donare il cibo prossimo alla scadenza alle istituzioni caritatevoli, introduce ore di educazione scolastica contro lo spreco e altri disincentivi per le pratiche scorrette.
Noi come Movimento 5 Stelle lo scorso luglio abbiamo presentato una Proposta di legge – “Norme in materia di contrasto dello spreco alimentare e per lo sviluppo del consumo critico e sostenibile“ – in grado di combattere concretamente l’incredibile danno economico, ambientale e sociale che deriva dalla spreco alimentare.
Lo stesso Ministro dell’Ambiente Galletti proprio l’anno scorso – durante uno dei tanti annunci fatti ad Expo 2015 – aveva promesso entro i primi mesi del 2016 potremmo arrivare all’approvazione del disegno di legge sullo spreco alimentare in Parlamento, dobbiamo andare spediti.
Bene caro Ministro, i primi primi mesi del 2016 sono arrivati. Cosa stiamo aspettando?