Ambiente

NATO rischi o love forever?

NATO rischi o love forever?

I rischi che corre la popolazione italiana non si limitano al nucleare civile, ma riguardano anche quello militare.

O meglio, quello legato alla presenza militare nel nostro Paese di eserciti stranieri che, con le loro basi militari o i loro sommergibili a propulsione nucleare, o affiancandosi alle nostre Forze Armate nel condurre test di nuove e sempre più micidiali armi, espongono noi e il nostro Paese a numerosi rischi, sia in termini di sicurezza che di effetti negativi sulla salute. Tutte cose che, a questo punto della storia e visti i vantaggi che ne traiamo, forse sarebbe finalmente il caso di evitare.

Basti pensare a quello che succede, solo per fare alcuni esempi, presso le basi militari di Ghedi Torre e di Aviano, o quanto la famosa base Dal Molin costi ai vicentini.

O ancora alle vicende che si consumano da decenni presso il poligono militare del Salto di Quirra, in Sardegna, dove non si contano più le morti per cancro e leucemia dei pastori o le nascite di agnelli deformi nei pascoli intorno alla zona militare in questione, grazie alle armi che l‘esercito italiano, quello statunitense e addirittura anche quello israeliano, insieme a numerose aziende private da molti anni testano in quei luoghi.

In Europa occidentale ci sono ancora diverse armi atomiche americane, nonostante siano trascorsi molti anni dalla fine di ogni guerra che ne possa giustificare la presenza. In Italia queste si trovano in Friuli-Venezia Giulia e in Lombardia.

Cosa si nasconde dietro alla presenza (non più) segreta di questi ordigni? E soprattutto, perché non si leva nemmeno una voce a livello istituzionale per protestare contro questa perenne occupazione militare del suolo italiano?

Oltre a chiedersi il motivo di una tale presenza sul suolo di Paesi che, come il nostro, dovrebbero essere fedeli e credibili alleati dell‘unica super-potenza rimasta, viene da chiedersi cosa farebbero gli americani se ci fosse sul loro territorio anche una sola base militare straniera, o una sola testata nucleare non di loro proprietà.

Di sicuro, come affermò Beppe Grillo in un suo video-intervento, non si arrabbierebbero nemmeno; diventerebbero pazzi!

Precisiamo: qui non c‘è niente di ideologico, né tanto meno una qualche forma di disprezzo nei confronti di un popolo, quello statunitense, che sotto certi aspetti è in condizioni peggiori delle nostre, e si ritrova a dover mandare decine di migliaia dei suoi ragazzi in giro per il mondo, spesso controvoglia (anche perché sono in molti a tornare a casa in una bara), evidentemente in mancanza di alternative professionali a casa loro.

Qui si parla di legittime preoccupazioni di Paesi sovrani che si ritrovano in casa propria armi micidiali altrui.

Ma anche del fatto che la presenza americana sul suolo del nostro Paese è uno dei più grandi limiti alla nascita di un governo e di un‘economia indipendenti da ogni influenza di Washington.

È proprio vero che, come ricordava già parecchio tempo fa Greenpeace in un suo documento, solo quando “l’Europa non verrà più considerata come un teatro di possibili guerre nucleari, un deposito o una portaerei degli Stati Uniti, la Guerra Fredda sarà finalmente conclusa”.

Sempre vostro, Mirko Busto