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Occhio all’effetto cocktail degli interferenti endocrini

Gli interferenti endocrini sono sostanze chimiche, principalmente di origine industriali, che sono associati ad alcune delle patologie più in crescita degli ultimi decenni: infertilità, tumori al seno, alla prostata e alla tiroide, disturbi neurologici nei bambini, malformazioni nello sviluppo del cervello e dei testicoli.

Nel 2013 l’Organizzazione mondiale della sanità li ha definiti una minaccia alla salute globale e una minaccia diffusa visto che si possono trovare in moltissimi prodotti di uso quotidiano: negli shampoo e nelle plastiche, nelle creme solari e nella carta degli scontrini. Possono, inoltre, entrare nella nostra catena alimentare attraverso i prodotti agricoli trattati con pesticidi e erbicidi e rimanerci non essendo biodegradabili.

Ad avvertirci sulla loro pericolosità, soprattutto a causa dell’ “effetto cocktail” (o effetto sommatorio) è il nuovo studio condotto dall’Inserm e pubblicato sull’Environmental Health Perspectives in cui i ricercatori hanno “misurato” gli effetti dannosi di queste sostanze sui testicoli umani. La conclusione cui sono giunti gli studiosi, è che l’effetto cocktail è in grado di creare danni 10 volte più pericolosi rispetto a quelli creati da una sola sostanza.

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Perché è così rischioso l’effetto cocktail? Consideriamo che ognuno di noi è esposto quotidianamente a molteplici interferenti endocrini proprio perché diffusi in moltissimi prodotti di uso quotidiano. Anche dosi molto basse di diversi IE nell’ambiente e negli alimenti, con la stessa azione, potrebbero sommarsi sino ad indurre un effetto tossico significativo. È dunque l’esposizione combinata e costante a più potenziali interferenti endocrini a risultare un grave problema sanitario

Mentre in Europa è già stato dato il primo ok a criteri sui biocidi nocivi e il dibattito è da tempo molto acceso in Francia (tanto che è stato tema della campagna elettorale) qui da noi, silenzio assoluto.

Come M5S ci siamo invece interessati della valutazione del rischio persino del singolo ingrediente, chiedendo il finanziamento in ricerche, monitoraggio e controllo per la valutazione e la riduzione del rischio, proprio come nel caso degli interferenti endocrini o di altre sostanze/ingredienti per i quali non si possiede una completa valutazione in termini di ricadute sanitarie. Fino a prova contraria riteniamo necessario adottare il principio di precauzione, ai fini della tutela della salute umana: la riduzione/eliminazione dal commercio della sostanza in corso di valutazione.

Molta attenzione dovrebbe essere posta (così come sottolineato in una nostra risoluzione del 2016) a sostanze quali il bisfenolo A (BPA) e ftalati nella plastica e plastica riciclata, i PFAS, sostanze perfluoroalchiliche in carta e cartone, sostanze che dovrebbero essere eliminate dalle varie produzioni, come da nostra richiesta.

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