Regione Piemonte: chiediamo un piano strategico per le cave
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Il nuovo disegno di legge regionale presentato dalla Giunta piemontese riguardo alle cave ha sollevato parecchie perplessità, sia nel Movimento5Stelle – rappresentato in Regione da Davide Bono – che nei Comuni già sede di cave. Si tratta di un provvedimento a nostro avviso sciagurato che per favorire le attività estrattive prevede semplificazioni nelle procedure, proroghe delle autorizzazioni ed un forte abbassamento delle già modiche tariffe di escavazione.
Queste proposte, al momento all’esame della Commissione consiliare competente, non possono che preoccupare chi conosce bene la situazione in cui versa il territorio della Valledora, dove negli ultimi decenni l’intensa attività estrattiva si è intersecata con quella dello stoccaggio di rifiuti in discariche urbane ed industriali che si stanno gradualmente sostituendo alle cave più vecchie, e che a loro volta hanno favorito la proliferazione di attività correlate alla lavorazione dei rifiuti – ed abbiamo constatato di persona durante il recente “SpazzaTour” organizzato dal gruppo 5stelle di Biella.
Proprio sulla particolare situazione di Valledora il nostro Consigliere regionale Davide Bono ha presentato una interrogazione a risposta immediata, nella quale ha chiesto alla Giunta a che punto fosse il “Piano strategico per l’area della Valledora” annunciato nel 2008.
L’Assessore Vignale ha risposto citando uno studio redatto nel novembre 2012, precisando che allo stato attuale è stato realizzato solo il quadro conoscitivo per la redazione del Piano strategico.
Per quanto riguarda la pianificazione sarebbe prevista una modifica dell’art. 2 della legge regionale 69 del 1978, quella attualmente vigente in materia di cave, che permetterebbe di addivenire ad un Piano regionale. Sarebbe inoltre previsto l’aggiornamento degli studi che avevano portato allo strumento di programmazione del 2000 (DPAE), al quale avrebbero dovuto far seguito i piani provinciali.
Giunti a questo punto, i cittadini della Valledora non si accontentano più dei proclami, e vogliono vedere i fatti concreti. Anche in relazione a quanto detto non è accettabile discutere di semplificazioni per le attività estrattive in assenza di una pianificazione che si attende da tempo.
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