Scorie nucleari: zero controlli alle frontiere
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Oggi ho presentato un’altra interrogazione sulla questione della sicurezza nucleare nel nostro Paese. Anzi, dovrei dire sull’insicurezza. Quando di parla di rifiuti radioattivi e trasporti di scorie, infatti, l’Italia riesce a distinguersi per inefficienza, malagestione dei rischi e indisposizione a comunicare le eventuali misure di emergenza alle popolazioni potenzialmente interessate. Da cosa? Dal via vai di scorie nucleari e materiali radioattivi da e per la Francia, ad esempio, che va avanti ormai da molti anni.
In base al nostro ordinamento, il Ministero dell’Interno, tramite il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, dovrebbe effettuare i controlli alle frontiere per evitare che entrino nel nostro Paese sostanze radioattive, ma per qualche ragione i nostri vigili del fuoco non hanno nemmeno le apparecchiature necessarie per espletare il loro ruolo.
Sono anni che continuiamo a sentire parlare di prodotti già sugli scaffali dei negozi che risultano contenere sostanze radioattive, quando invece secondo la legge i container che arrivano alle nostre frontiere prima di essere scaricati dovrebbero essere controllati con particolari apparecchiature in grado di verificare in brevissimo tempo la pericolosità dei prodotti.
E’ una situazione molto preoccupante, che sta mettendo a rischio la salute della popolazione e la salubrità dell’ambiente in cui viviamo.
Ecco perché ho chiesto ai ministri competenti di venire in Parlamento a spiegarci che fine hanno fatto i 5 miliardi che dovevano essere spesi per l’acquisto delle apparecchiature necessarie, e di prendere immediati provvedimenti per rendere più sicuro il nostro Paese dall’invasione di prodotti radioattivi provenienti da tutto il mondo.
Se questo governo non riesce a garantire nemmeno la tutela dei suoi cittadini alle frontiere, mi chiedo come la stessa classe politica possa essere in grado di gestire un Deposito nazionale per la gestione di tutte le scorie radioattive.