Sogin, incompetenza che avevamo già denunciato: ora rinunci alle sperimentazioni a Trino
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Sogin (la società di Stato responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi) manda a casa Saipem, l’azienda che avrebbe dovuto costruire l’edificio destinato a cementare la scorie liquide e il deposito “temporaneo” D3 nell’impianto Cemex a Saluggia. Viene accompagnata alla porta perché la costruzione in 4 anni è avanzata solo del 10%.
Decisamente non sorprende la risoluzione del contratto (che diventerà ufficiale nei prossimi giorni) per la costruzione di opere nel polo nucleare Eurex di Saluggia. Già due anni fa avevo personalmente chiesto al Governo risposte in merito ai ritardi e alle molte lacune del progetto. L’anno prima avevo invece segnalato il rischio di possibili infiltrazioni criminose nell’appalto scrivendo a Raffaele Cantone, Presidente dell’Anticorruzione, che aveva in seguito commissariato la ditta Maltauro in quanto colpevole del reato di turbativa d’asta. Per Saluggia parliamo di un appalto che valeva 98milioni di euro. Se Sogin non ha saputo gestirlo, sarà in grado di seguire quello, ancor più delicato, per l’impianto di trattamento delle resine che dovrebbe essere realizzato a Trino? Abbiamo seri dubbi e chiediamo a Sogin di fermarsi e valutare la reale necessità di questi impianti, onerosi per le tasche dei cittadini e che saranno costruiti a poche centinaia di metri dal centro storico trinese.
Leggi di più sulla richiesta M5S commissariamento Maltauro
Come M5S, insieme al collega della Camera Davide Crippa, ai consiglieri regionali M5S e con gli attivisti di Trino, siamo presenti sul territorio a supporto dei cittadini, giustamente preoccupati e riuniti in un comitato spontaneo. Torniamo insieme a loro a chiedere alcune misure semplici e concrete: per esempio come in altri paesi europei si costituisca un osservatorio sul nucleare, indipendente e formato da cittadini, le cui osservazioni siano davvero tenute in conto da chi realizza sul piano pratico lo smantellamento. Inoltre, in vista dell’imminente pubblicazione della carta Cnapi che chiarirà la rosa dei siti possibili per il deposito nazionale delle scorie, si impone ovviamente un ripensamento delle opere previste a Saluggia. Il nucleare è affare di Stato e lo Stato siamo noi, cittadini che ogni mese con la bolletta energetica finanziamo la gestione delle scorie. Basta carrozzoni, ci vuole trasparenza e ascolto della cittadinanza prima di procedere con l’avvio di opere che – come vediamo bene alla luce della rescissione del contratto Cemex – rimangono poi solo occasioni per tangenti e per vivacchiare alle spalle dei contribuenti.