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Sperimentazione animale, ok condanna Green Hill ma ancora molto da fare

Oggi è un gran giorno per la lotta alla sperimentazione animale. La corte d’appello di Brescia ha infatti confermato le condanne emesse in primo grado nei confronti dei vertici di Green Hill, l’allevamento di cani Beagle di Montichiari, di proprietà della multinazionale Marshall, chiuso nel  2012 con l’accusa di maltrattamento di animali. Animali che, nel caso in cui non avessero avuto i requisiti richiesti dalla case farmaceutiche che praticano sperimentazione animale, venivano direttamente eliminati, proprio come se fossero merce fallata da distruggere.

Purtroppo, sebbene il passo sia importante, c’è ancora molto da fare. Soprattutto a livello accademico e istituzionale. Basti pensare alle recenti dichiarazioni rilasciate dal Dr. Ugo Santucci, in veste di rappresentante del Ministero della Salute al convegno svoltosi lo scorso 26 gennaio presso l’Università La Sapienza di Roma, dal titolo  Metodi alternativi alla sperimentazione animale.

Il Dr. Ugo Santucci, che molti ricorderanno per essere indagato dalla Procura di Roma per lo scandalo dei trafficanti di virus, durante il suo intervento ha dichiarato che è la prima volta che partecipa a eventi in cui si parla di metodi alternativi, sottolineando che non nasconde la sua “curiosità in merito” e che “il Tavolo tecnico ministeriale sta muovendo i primi passi sui sistemi alternativi”. E’ bene ricordare che il Dr Santucci in veste di Dirigente vaglia e rilascia autorizzazioni ai progetti di ricerca che prevedono l’impiego di animali e che quindi dovrebbe conoscere alla perfezione i metodi alternativi  in base ai quali scegliere se l’animale può o meno essere sostituito. Ed è altrettanto bene sottolineare che la ricerca a metodi alternativi alla sperimentazione animale prosegue da almeno cinquant’anni con risultati eccellenti, come quelli  validati dall’Ecvam (European Centre for the Validation of Alternative Methods). Ma a quanto pare il portavoce del Ministero della Salute non sa neanche questo.

Per fortuna al discorso ha avuto modo di replicare la  Dr.ssa Susanna Penco che, parlando dei  Limiti scientifici e tecnologici alla sperimentazione animale che la coinvolgono sia come ricercatrice, che come docente, che come malata di sclerosi multipla illusa e delusa dalla ricerca animale, ha portato un po’ di chiarezza e scientificità sulla questione.

La questione merita infatti di essere approfondita seriamente e con competenza. E’ da più di vent’anni che resta inapplicata la legge sull’obiezione di coscienza sulla ricerca animale (del 1993). Sempre più ricercatori chiedono di poter scegliere nelle strutture di ricerca, pubbliche e private, se dedicarsi o meno a studi con l’uso di animali.

Studi che da sempre più fronti non solo non paiono necessari ma addirittura controproducenti. La stessa Penco ha ricordato, citando il recente caso francese (Rennes) che ciò che è innocuo negli animali può  essere mortale per gli umani, e viceversa.

A fronte delle recenti scoperte mediche e scientifiche certe domande, come si suol dire, nascono spontanee: perché si continua a trascurare l’uomo per indagare l’animale? Perché le risorse economiche non sono riservate ALMENO per il 50% a studi specie-specifici? Perché anche laddove l’uso degli animali ha indubbiamente fallito (Alzheimer, autismo, Sclerosi Multipla, SLA, ecc.) non si investe in percorsi alternativi? Forse la sperimentazione animale è una questione economica e politica più che scientifica?

Ad oggi in Italia c’è un enorme e gravissimo vuoto legislativo e culturale relativo alla ricerca che esclude l’utilizzo di animali, vuoto da colmare al più presto. Noi come Movimento 5 Stelle vogliamo sviluppare questi quesiti per garantire anche al nostro Paese una ricerca all’avanguardia e al passo con i tempi.

Per questo il M5S il 14 marzo 2016 organizza il convegno METODI SOSTITUTIVI ALLA SPERIMENTAZIONE ANIMALE:  OBBLIGO E NON SOLO POSSIBILITA’ DI PROGRESSO DELLA SCIENZA MEDICA, Aula del Palazzo dei Gruppi Parlamentari via di Campo Marzio n 78 Roma.

 

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