Mirko Busto Blog » Nucleare http://mirkobusto.net Cittadino portavoce alla Camera dei Deputati Sun, 03 Aug 2014 05:28:23 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=3.9.1 ENI PROBLEMS? http://mirkobusto.net/eni-problems/ http://mirkobusto.net/eni-problems/#comments Mon, 21 Jul 2014 04:10:45 +0000 http://mirkobusto.net/?p=2677 Sole 24 Ore ci informa che nel suo viaggio in Africa il ducetto Renzi come un atleta ha trovato sostegno in solide “sbarre”. Lo hanno sostenuto nei suoi volteggi e piroette niente meno che l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi, l’ad di Finmeccanica Mauro Moretti e l’omologo di Saipem Umberto Virgini. Ne avranno giovato i suoi lardominali? Lonze a parte, perché Renzi va a caccia di gas in Mozambico dove la metà della popolazione vive in condizioni di po...]]> Eni è come un coltellino svizzero multiuso… Paese che vai, business che trovi.

Il Sole 24 Ore ci informa che nel suo viaggio in Africa il ducetto Renzi come un atleta ha trovato sostegno in solide “sbarre”.

Lo hanno sostenuto nei suoi volteggi e piroette niente meno che l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi, l’ad di Finmeccanica Mauro Moretti e l’omologo di Saipem Umberto Virgini.

Ne avranno giovato i suoi lardominali?

Lonze a parte, perché Renzi va a caccia di gas in Mozambico dove la metà della popolazione vive in condizioni di povertà assoluta?

Solo per diversificare (perché a trattare con il gas di Putin potrebbe pensarci un noto pregiudicato)?

In un Paese come l’Italia che non ha uno straccio di piano energetico nazionale, pensare al solo fabbisogno di gas dei prossimi 30-40 anni è riduttivo, soprattutto se andiamo per fare “business” a braccetto con altre aziende nazionali e riempiendoci la bocca di vaghe promesse di cooperazione e solidarietà.

Ma come sarà possibile investire 50 miliardi di dollari in sei anni?

Nessun problema, basta una legge che ha già fatto il Governo e che quei rompiballe dei parlamentari devono solo approvare!

Sull’iter in corso della legge, garantisce l’ENI stessa – un nome, una garanzia negli accordi strategici – tanto che in Italia solo il Movimento sta diffondendo la notizia del processo ENI per corruzione internazionale!

A dare man forte a Renzi c’erano anche – come si diceva – Finmeccanica e Saipem.

La prima nella persona dell’ad Mauro Moretti, in un mondo migliore di ritorno da un altro viaggio di rappresentanza a Viareggio in via Ponchielli.

E che dire di Saipem, una controllata del gruppo ENI specializzata in piattaforme petrolifere e oleodotti?

Come MoVimento abbiamo presentato un’interrogazione sulla scarsa sicurezza della sua flotta.

Nella mia regione, il Piemonte, a Saipem è stata affidata – assieme alla commissariata Maltauro – la costruzione nientemeno che di un deposito di scorie liquide nucleari.

Liquido per liquido, dal mare alle scorie nucleari, di questo passo Saipem potrà dedicarsi alla produzione dello spritz nazionale.

Tranquilli.

Finché la barca del malaffare va, loro boccheggeranno.

Noi non molliamo e difendiamo l’informazione!

Ps: non fate notare a Renzi il contenuto di questo articolo, troppo schietto per il suo morbido approccio manipolatorio.

Per mandarvi a quel paese, potrebbe rispondervi in modo “polàit” nel suo inglese “internéscional”.

Con questa domanda: ENI PROBLEMS?

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Nucleare italiano, tra commissari e pasticci http://mirkobusto.net/nucleare-italiano-tra-commissari-e-pasticci/ http://mirkobusto.net/nucleare-italiano-tra-commissari-e-pasticci/#comments Tue, 15 Jul 2014 08:39:55 +0000 http://mirkobusto.net/?p=2624 la ditta Maltauro è stata commissariata per le torbide vicende legate all’Expo 2015. Mi chiedo se però questo primo passo dell’Autorità nazionale anti corruzione possa bastare o se sia piuttosto la classica “toppa all’italiana”. Un toppa cucita su un abito che è ormai logoro: la mentalità legata ai favoritismi e alla troppa benevolenza per chi usa la corruzione per stare a galla nel mercato. Come M5S non possi...]]> Il nucleare italiano oscilla tra commissari e pasticci.

Apprendo dai media milanesi che la ditta Maltauro è stata commissariata per le torbide vicende legate all’Expo 2015.

Mi chiedo se però questo primo passo dell’Autorità nazionale anti corruzione possa bastare o se sia piuttosto la classica “toppa all’italiana”.

Un toppa cucita su un abito che è ormai logoro: la mentalità legata ai favoritismi e alla troppa benevolenza per chi usa la corruzione per stare a galla nel mercato.

Come M5S non possiamo dirci completamente soddisfatti e attendiamo i prossimi passi di Raffaele Cantone.

Come deputato vercellese il mio pensiero corre subito a un altro vitale appalto in forte odore di corruzione.

Quello del deposito di scorie nucleari liquide Cemex di Saluggia.

L’azienda pubblica Sogin ne ha affidato la costruzione a due aziende che definire ambigue è un complimento: Saipem e, guarda caso, Maltauro.

Alla luce del commissariamento, Sogin e il Governo hanno ancora il coraggio di rimanere in silenzio?

O saltano i coperchi anche su questa vicenda o rischia di saltare in aria la sicurezza e la salute dei cittadini vercellesi e non solo.

Senza un ambiente salubre non avremo dove ripararci e vivere.

Come M5S vigileremo sui lavori e sull’iter dell’appalto Cemex, ancor più conviti che sia necessaria attenzione dopo la fumosa risposta del Governo alla nostra interpellanza.

Chiediamo di nuovo l’istituzione di un Osservatorio vercellese sul nucleare, richiesto anche da un comitato locale di cittadini (200 adesioni a oggi).

Interpellanza urgente M5S

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Nucleare, tra multe e scarsi controlli http://mirkobusto.net/nucleare-tra-multe-e-scarsi-controlli/ http://mirkobusto.net/nucleare-tra-multe-e-scarsi-controlli/#comments Fri, 11 Jul 2014 07:46:56 +0000 http://mirkobusto.net/?p=2569 In nucleare in Italia è un punto dolente di qualsiasi Governo, che oscilla tra la scarsa attenzione alla volontà dei cittadini e la scarsissima attenzione alla sicurezza dell’ambiente e degli stessi italiani.

Sapete che tra le numerose infrazioni che ogni giorno paghiamo all’Unione Europea ce n’è una sul mancato recepimento della direttiva Euratom che fissa alcuni punti fermi sulla gestione del nucleare nei paesi UE?

In base alla direttiva, per fortuna l’Italia questo marzo ha annunciato l’attivazione dell’Isin, ispettorato per la sicurezza nucleare e la radioprotezione.

Ma che fine ha fatto questo organismo di controllo?

Ne avete mai sentito parlare?

Per questo chiediamo al Governo, e in particolare al Ministero degli Esteri, di fare chiarezza al più presto sul ruolo dell’Isin e di renderlo effettivamente attivo.

Il vostro portafogli e la vostra salute sono in pericolo!

Fate girare questa notizia!

Testo interrogazione

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Storie di scorie http://mirkobusto.net/storie-di-scorie/ http://mirkobusto.net/storie-di-scorie/#comments Tue, 24 Jun 2014 15:22:12 +0000 http://mirkobusto.net/?p=2411 In attesa del deposito unico, cosa combinano le scorie nucleari d’Italia?

Dalla rassegna stampa di oggi, la stampa continua a seguire il caso del deposito provvisorio di scorie nucleari della centrale atomica di borgo Sabotino a Latina. E tira di nuovo in ballo Sogin.

In un’inchiesta di Marco Omizzolo e Roberto Lessio, la pista dei due giornalisti punta verso Lugano e i territori controllati dai Casalesi.

Erano partiti da una denuncia sul deposito provvisorio degli scarti della centrale di Latina.

Parte dei lavori avrebbero subìto un passaggio poco chiaro tra l’appalto inizialmente affidato al Con­sor­zio sta­bile Aedars di Roma e il subap­palto alla Silce Srl dei fra­telli Angelo e Antonio Sal­zillo.

Sebbene la procedura di subappalto fosse possibile, Sogin non avrebbe ancora rivelato con chiarezza a chi e in che percentuale abbia effettuato il subappalto.

Fatti cruenti e trame oscure paiono anche distendersi sullo sfondo di forti interessi economici, come tratteggiano oggi i media, che citano persino uno smaltimento illegale di rifiuti industriali tossico-nocivi nella disca­rica di borgo Mon­tello, distante pochi chi­lo­me­tri dal sito nucleare.

Sogin al momento ha risposto con un imbarazzante silenzio.

Il mio pensiero corre alle nostre domande poste al Governo in merito all’appalto del deposito per scorie liquide Cemex di Saluggia in provincia di Vercelli.
Ed anche in quel caso le domande non hanno ricevuto che flebili risposte per non dire delle vere e proprie alzate di spalla.

Ma cosa aspettarsi da chi risponde con il silenzio su temi così delicati e gravi?

Chiediamo di nuovo al Ministro se è il caso di accordare nuova fiducia ad un’azienda pubblica al cento per cento del MISE e non dimentichiamolo, finanziata quasi in toto da noi cittadini tramite le comuni bollette elettriche.

Fonte (link per soli abbonati): http://ilmanifesto.info/borgo-sabotino-che-scoriaccia/

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Il nucleare delle lunghe attese http://mirkobusto.net/ll-nucleare-delle-lunghe-attese/ http://mirkobusto.net/ll-nucleare-delle-lunghe-attese/#comments Fri, 13 Jun 2014 02:07:01 +0000 http://mirkobusto.net/?p=2036 La vicenda della gestione delle scorie nucleari in Italia rischia di diventare un film horror seriale, in cui le vittime sono la salute e le tasche dei cittadini.

Per questo come #M5S torniamo ad alzare la voce sulla vicenda Sogin in merito alla quale vediamo il più totale disinteresse da parte del Governo.

Come chiesto da alcuni attivisti, facciamo il punto della situazione.

Nube atomica verde

Il mese scorso è scoppiata la bolla della corruzione negli appalti dell’Expo 2015 che si terrà a Milano il prossimo anno. La magistratura ha aperto un fascicolo d’inchiesta riguardante l’appalto Sogin per il deposito in costruzione Cemex che a Saluggia ospiterà le scorie nucleari liquide. L’appalto è stato vinto a suo tempo dall’asse Maltauro-Saipem, due aziende che mai hanno avuto a che fare con il nucleare, ma che grazie a delle scelte interne a Sogin hanno potuto accedere al bando di gara e quindi vincerlo.

Ora siamo consapevoli che quella gara è stata in realtà truccata perché è stata pagata la classica mazzetta per un giro di affari che ha finito per superare complessivamente i due milioni di euro.
Proprio la scorsa settimana abbiamo presentato un’interpellanza urgente in merito all’appalto per la costruzione dell’impianto di cementificazione delle scorie nucleari liquide di Saluggia e su alcuni altri punti riguardanti le attività di Sogin nel suo complesso.

Considerate che il Piemonte ospita a oggi ben il 96% dei materiali radioattivi presenti su territorio italiano e forse nel luogo meno idoneo.

Siamo rimasti molto stupiti quando il Sottosegretario del MISE De Vincenti, novello Pilato, se ne è lavato le mani.

Sogin opera con denaro quasi interamente pubblico proveniente dalle nostre bollette dell’energia elettrica. In una situazione di conclamata corruzione ed elevato rischio per la salute della popolazione, ci saremmo aspettati una presa di posizione governativa più netta e decisa.
L’operazione di gara d’appalto truccata è, a nostro parere, una vera e propria truffa verso lo Stato e noi contribuenti.
In circa 15 anni il progresso nello smaltimento del nucleare italiano è stato lento, inefficiente e costosissimo. Ad oggi per un avanzamento lavori valutabile attorno al 10%, sono stati spesi oltre 4 miliardi di Euro.

È lecito chiedersi: che cosa stiamo continuando a finanziare?

Queste le parole esatte del sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, De Vincenti:

“[…]si evidenzia come il Ministero dello sviluppo economico, pur essendo titolare di un potere d’indirizzo di azione sul processo di decommissioning nucleare, non si sostituisce nei ruoli e nelle responsabilità operative che attengono a Sogin Spa, né nei rapporti intercorrenti tra Sogin Spa e i propri appaltatori, che rimangono regolati dalla legislazione corrente.”
Subito dopo, per non lasciare spazio a fraintendimenti il funzionario dello Stato ha dovuto leggere anche una breve difesa dell’onorabilità delle aziende coinvolte nell’illecito, così “Ad ogni buon conto, per quanto attiene all’affidamento dei lavori per il Cemex di Saluggia alla cordata Maltauro-Saipem – fermo restando che la qualificazione ai fini dell’aggiudicazione dei lavori avviene nell’ambito delle procedure previste dalla legge e, soprattutto, con riferimento alla specifica opera da realizzare – si rappresenta che le due aziende hanno una storia industriale di rilievo”.

Poi il silenzio.

Qui potete trovare tutto il testo letto in Aula dal Sottosegretario e verificare l’incredibile posizione del Ministro.

Noi continueremo a tenere gli occhi ben aperti sull’operato della Sogin, non solo sulle questioni attinenti il territorio vercellese, ma nel suo complesso su territorio nazionale, soprattutto ora che l’Ispra ha finalmente potuto pubblicare i criteri per la localizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi a bassa e media attività.

L’appalto del Cemex, ottenuto (secondo le indagini) in modo illegittimo o quanto meno pilotato, resterà assegnato alla Maltauro oppure si va avanti come se nulla fosse accaduto?

Non si dovrebbe invece annullare tutto per avere certezze che chi si aggiudica quell’appalto sia davvero chi ha i requisiti più affidabili per portare a termine il lavoro – che oggi presenta clamorosi ritardi – e non quello che ha più disponibilità a pagare le tangenti richieste da una cupola di corruzione?

Apprendiamo che la Sogin ha svolto una sua indagine interna di “due diligence” (un po’ curiosa perché si è conclusa per combinazione giusto il giorno degli arresti): questa inchiesta interna, essendo Sogin di proprietà totalmente pubblica, dovrebbe essere resa pubblica o, quantomeno, portata subito a conoscenza del Parlamento. E su questo punto noi del M5S ci impegniamo per farne richiesta.

In linea con le richieste del territorio ribadiamo ancora una volta la necessità dell’Osservatorio dei Cittadini sul Nucleare, almeno per il Vercellese, che oggi è costretto a ospitare ben il 96% dei materiali radioattivi di tutta Italia, e in un luogo ritenuto anche dai recenti criteri Ispra tra i più pericolosi.

Mirko Busto – portavoce M5S Camera dei deputati

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“Sogin? So’… fatti loro!” http://mirkobusto.net/sogin-so-fatti-loro/ http://mirkobusto.net/sogin-so-fatti-loro/#comments Fri, 13 Jun 2014 02:03:12 +0000 http://mirkobusto.net/?p=2042 De Vincenti su Sogin 30/05/2014
Di seguito il testo integrale dell’incredibile risposta del sottosegretario De Vincenti alla mia interpellanza sugli scandali Expo legati al nucleare italiano.

CLAUDIO DE VINCENTI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico:

Signor Presidente, gli interpellanti pongono una serie di quesiti ai quali cercherò di dare risposta singolarmente.

Relativamente al primo quesito, si evidenzia come il Ministero dello sviluppo economico, pur essendo titolare di un potere di indirizzo di azione sul processo di decommissioning nucleare, non si sostituisce nei ruoli e nelle responsabilità operative che attengono a Sogin Spa, né nei rapporti intercorrenti tra Sogin Spa e i propri appaltatori, che rimangono regolati dalla legislazione corrente.

Inoltre, come comunicato anche dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, l’impianto oggetto della richiesta degli onorevoli interpellanti è soggetto a valutazione di impatto ambientale.

Il relativo procedimento si è concluso con il decreto VIA del 19 settembre 2008, positivo con prescrizioni, e la verifica di ottemperanza di dette prescrizioni è assicurata dalla competente Direzione generale per le valutazioni ambientali del Ministero da ultimo citato, cioè il Ministero dell’ambiente.

Ad ogni buon conto, per quanto attiene all’affidamento dei lavori per il Cemex di Saluggia alla cordata Maltauro-Saipem – fermo restando che la qualificazione ai fini dell’aggiudicazione dei lavori avviene nell’ambito delle procedure previste dalla legge e, soprattutto, con riferimento alla specifica opera da realizzare – si rappresenta che le due aziende hanno una storia industriale di rilievo.

Il Gruppo Maltauro – attivo sin dal 1921 – riunisce società finanziarie e industriali, operanti prevalentemente nel settore delle costruzioni e dell’edilizia e nel campo della soluzione di problemi ambientali. Le società del gruppo sono parte di varie associazioni e organismi, che ricordo: AGI (Associazione Imprese Generali), ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili), e sono state tra le prime imprese qualificate all’esecuzione di lavori pubblici dalle Società Organismi di Attestazione (SOA).

Per ciò che riguarda Saipem Spa – società soggetta all’attività di direzione e coordinamento dell’ENI Spa –, quest’ultima è, invece, leader mondiale nel settore dei servizi per l’industria petrolifera onshore e offshore.

Quanto al secondo quesito, si evidenzia che il nuovo Cda di Sogin Spa, secondo quanto riferito dalla stessa società, a valle di una specifica due diligence, ha avviato attività di audit aventi ad oggetto le procedure di affidamento dei contratti, che vedono presenti, a vario titolo, le imprese coinvolte nelle indagini in corso da parte della procura della Repubblica di Milano e che, comunque, più in generale, Sogin Spa ha adottato un proprio regolamento, volto a disciplinare le modalità operative di gestione delle attività di ricerca, selezione ed assunzione del personale, nel rispetto anche dei principi di trasparenza, pubblicità ed imparzialità, previsti dall’articolo 18 del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito in legge n. 133 del 2008.

Pertanto, la società, indipendentemente dagli esiti delle indagini condotte dall’autorità giudiziaria, ha già confermato di aver adottato spontaneamente iniziative orientate alla qualità e alla trasparenza.
Quanto al terzo quesito, si evidenzia come in materia nucleare occorra una specifica preparazione tecnica, idonea strumentazione, formazione, informazione e addestramento, oltre ad una approfondita conoscenza dei progetti e piani operativi autorizzati ed approvati per la disattivazione del sito.

L’ISPRA – e successivamente sarà l’ISIN – svolge da tempo, in qualità di autorità di controllo per la sicurezza nucleare e per la radioprotezione, funzioni istituzionali di vigilanza delle attività sui siti nucleari. Peraltro, pur essendo l’ISPRA un ente vigilato dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, è stato allo stesso tempo riconosciuto, da parte del Ministero dello sviluppo economico, quale ente che svolge un ruolo di centrale rilevanza nelle materie afferenti il settore nucleare.

Al riguardo, ricordo che nel decreto legislativo n. 45 del 2014, recante «Attuazione della direttiva 2011/70/Euratom del Consiglio del 19 luglio 2011, che istituisce un quadro comunitario per la gestione responsabile e sicura del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi», e nello schema di disegno di legge concernente la «Ratifica ed esecuzione degli emendamenti alla Convenzione sulla protezione fisica dei materiali nucleari del 3 marzo 1980, adottati a Vienna 1’8 luglio 2005, e norme di adeguamento all’ordinamento interno» – il cui iter di approvazione è ancora in corso –, il Ministero dello sviluppo economico (MISE) ha proposto un ampliamento dei poteri di controllo dell’ISPRA (ISIN) nell’ambito della materia nucleare.

Anche il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, al riguardo, fa presente che al fine di garantire che siano raggiunti elevati standard di sicurezza nella gestione sicura del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi, nonché delle relative procedure di controllo, la disciplina nazionale e comunitaria prevede verifiche inter pares internazionali da parte dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica. Le verifiche riguardano anche l’Autorità di regolamentazione competente. Tali attività di verifica devono essere effettuate almeno ogni dieci anni.

Ovviamente ciò non preclude la possibilità di verifiche temporalmente più ravvicinate. In ogni caso, il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare rende noto che ha in corso approfondimenti sull’adeguatezza delle procedure di controllo dell’ente di controllo tecnico ISPRA-Dipartimento nucleare, rischio tecnologico e industriale, per individuare e colmare eventuali carenze in considerazione della concomitante fase di istituzione dell’ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione, che è l’ISIN che ho già citato. Inoltre, per i necessari controlli, il Ministro potrà avvalersi del comando carabinieri per la tutela dell’ambiente, dotato di apposita sezione specializzata nel contrasto dell’inquinamento da sostanze radioattive, ai sensi dell’articolo 8, comma 4, della legge 8 luglio 1986, n. 349.

Per quanto attiene al quarto quesito, si precisa quanto segue. L’autorizzazione alla realizzazione dell’impianto Cemex è stata rilasciata con decreto ministeriale del 23 dicembre 2010 e prevede che l’impianto venga realizzato entro quattro anni dall’approvazione del Rapporto Particolareggiato di Progetto (RPP), il cui iter non si è ancora concluso da parte di ISPRA, anche se la procedura può ormai considerarsi in fase finale. Il contratto di appalto per la progettazione e la realizzazione dell’impianto Cemex è stato formalizzato il 26 febbraio 2013. In base al cronoprogramma contrattuale, il termine per lo sviluppo del progetto esecutivo è previsto nel secondo trimestre del 2014. La durata complessiva dei lavori, stabilita nel contratto, è pari a 1.260 giorni naturali e consecutivi. Ad oggi è ancora in corso lo sviluppo della progettazione esecutiva da parte dell’appaltatore e, pertanto, la consegna delle aree e l’avvio della fase realizzativa sono state riprogrammate nel quarto trimestre del 2014.

Quanto al quinto quesito, rappresento che l’articolo 133 del decreto legislativo n. 230 del 1995 prevede l’istituzione presso il Ministero della sanità, della salute, scusatemi, di una commissione permanente sulla protezione contro i rischi da radiazioni ionizzanti, avente il compito, tra gli altri, di informare e aggiornare regolarmente la popolazione che rischia di essere interessata dall’emergenza radiologica, sulle misure di protezione sanitaria ad essa applicabili nei vari casi di emergenza prevedibili nonché sui comportamenti da adottare in caso di emergenza radiologica.

Si precisa, inoltre, che nel caso di eventi incidentali negli impianti nucleari la tutela della pubblica incolumità è affidata, secondo quanto previsto nel decreto legislativo citato, alle misure previste in appositi piani di emergenza. La redazione di detti piani di emergenza è curata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento della protezione civile, cui spetta la gestione del sistema di allertamento nazionale.

Si specifica che nei piani di emergenza si prevedono le modalità di comunicazione degli eventi incidentali al Dipartimento della protezione civile e i flussi di comunicazione con la struttura tecnica centrale, le strutture operative nazionali e le regioni. I piani di emergenza trovano applicazione anche nel caso di eventi occorsi in impianti posti al di fuori del territorio nazionale o, comunque non preventivamente correlabili con alcuna specifica area del territorio nazionale. Pertanto si ritiene che al di là di campagne informative – peraltro sempre utili – il sistema istituzionale offra adeguate garanzie di presidio informativo.

Il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, inoltre, comunica che, ad oggi, tutti gli impianti nucleari in dismissione gestiti dalla Sogin Spa, hanno ottenuto il giudizio positivo di compatibilità ambientale con prescrizioni. Per la centrale nucleare di Garigliano, con decreto dell’ 8 novembre 2011, è stato istituito dal Ministero citato l’Osservatorio ambientale in presidio permanente, che è responsabile della supervisione di tutte le attività relative alla dismissione dell’impianto. Inoltre per il «parco nucleare piemontese» è stato istituito con la legge regionale 18 febbraio 2010, n. 5, il «tavolo di confronto e trasparenza e partecipazione sulle attività di messa in sicurezza dei materiali e dei siti nucleari, sull’impiego di sorgenti di radiazioni ionizzanti e sul trasporto di materie radioattive e fissili» per il quale è prevista la partecipazione anche degli «organismi di rappresentanza degli interessi diffusi».

Per quanto, infine, concerne la richiesta di eventuali interventi a livello normativo, il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare ricorda che in base all’articolo 7, comma 4, del decreto legislativo n. 45 del 2014, è già previsto che lo stesso Ministero e il Ministero dello sviluppo economico assicurino le necessarie occasioni di effettiva partecipazione da parte del pubblico ai processi decisionali concernenti la gestione del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi.

Infine, quanto al quesito successivo, si rappresenta che il procedimento normativo che disciplina il percorso procedimentale volto alla ricerca ed individuazione del sito più idoneo per l’ubicazione del deposito nazionale è stato tracciato con il decreto legislativo n. 31 del 2010, recante la «Disciplina dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonché benefici economici a norma dell’articolo 25 della legge 23 luglio 2009, n. 99» (e specificamente l’articolo 27 del decreto legislativo citato).

Invero, l’unica disposizione che menziona un onere di pubblicazione – peraltro gravante su Sogin – è il comma 3 del citato articolo 27, che prevede, per l’appunto, l’onere di tempestiva pubblicazione e diffusione della carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (carta quest’ultima che dovrà essere redatta da Sogin Spa sulla base dei criteri che verranno definitivamente elaborati da ISPRA).

In ogni caso, ad oggi, ISPRA non ha ancora definito i criteri di idoneità, pur avendo trasmesso ai Ministeri dello sviluppo economico e dell’ambiente una versione preliminare del documento, precisando che i contenuti dovevano essere sottoposti, in attuazione di quanto previsto dall’articolo 153 del decreto legislativo n. 230 del 1995, ad una ulteriore fase finale di consultazione tecnica a partire dal mese di gennaio 2014.

Secondo quanto riferito da ISPRA a dicembre 2013 tale fase di consultazione prevede la trasmissione della guida tecnica all’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, al Consiglio nazionale delle ricerche, all’Istituto superiore di sanità, all’Istituto geografico militare e all’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile perché possano formulare, nel periodo di 45 giorni, eventuali osservazioni.

La guida tecnica verrà peraltro trasmessa anche a Sogin Spa in qualità di soggetto attuatore ai sensi del decreto legislativo n. 31 del 2010 e successive modifiche, per eventuali motivate proposte di modifica. In tale nota ISPRA, inoltre, manifestava la propria intenzione di pubblicare sul proprio sito web, salvo diverso avviso da parte di Ministeri, l’attuale versione della guida tecnica, in un’ottica di trasparenza e di informazione del pubblico. Tale intenzione è stata confermata da ISPRA, che, in un apposita comunicazione al Ministero dello sviluppo economico redatta proprio in relazione dell’interpellanza di cui oggi parliamo, ha reso noto che la fase di consultazione sulla guida tecnica si è conclusa il 28 febbraio scorso.

A partire da tale data è stato possibile per l’istituto avviare la valutazione delle osservazioni, dei commenti e delle motivate proposte di modifica ricevute, al fine di predisporre la versione definitiva. L’istituto è ora in grado di procedere all’emanazione della guida tecnica n. 29 con la sua pubblicazione sul proprio sito web, che avverrà nei prossimi giorni.

Lo stesso istituto, per quanto di competenza, precisa che a valle dell’approvazione del progetto particolareggiato, in attesa di approvazione, lo ricordo, da parte dello stesso ISPRA, viene svolta dal medesimo la vigilanza sulla progettazione esecutiva e sulle attività realizzative, ivi inclusi gli aspetti di attuazione del programma di garanzia di qualità. In merito agli eventuali rischi sull’ambiente e sulla popolazione, nel caso in cui l’impianto non venisse realizzato, sempre ISPRA comunica che, allo stato, i rifiuti liquidi radioattivi ad alta attività sono stoccati in condizioni di sicurezza in una struttura bunkerizzata di recente realizzazione, denominata nuovo parco serbatoi. Resta comunque prioritaria la realizzazione di un impianto di condizionamento di detti rifiuti in quanto l’inglobamento degli stessi in una matrice solida qualificata è condizione necessaria alla loro definitiva messa in sicurezza, anche ai fini del conferimento al deposito nazionale.

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Saltano i coperchi, il Governo se ne frega! http://mirkobusto.net/saltano-coperchi-il-governo-se-ne-frega/ http://mirkobusto.net/saltano-coperchi-il-governo-se-ne-frega/#comments Sat, 31 May 2014 13:02:50 +0000 http://mirkobusto.net/?p=2001 Nuvola come fungo atomico
L’inchiesta sulle tangenti Sogin per gli impianti di Saluggia non scalfisce il governo che nulla può fare per controllare i subappalti in odore di mazzette e soprattutto assicurarsi che un’opera così importante per la sicurezza nazionale come il Cemex, per la solidificazione dei rifiuti nucleari liquidi di Eurex, sia realizzata senza infiltrazioni malavitose.

È questa in sintesi la risposta del ministero per lo Sviluppo economico all’interpellanza urgente presentata il 30 maggio 2014 dal Movimento 5 Stelle, a mia prima firma alla Camera dei Deputati.

“Secondo le indagini della magistratura sull’Expo – ho detto in aula – all’imprenditore vicentino Enrico Maltauro, vincitore della gara per il Cemex, la cosiddetta cupola dell’Expo avrebbe chiesto l’1,5% del valore dell’appalto, cioè circa un milione e 350 mila euro, di cui 600 mila effettivamente versati. L’imprenditore, sempre stando alle notizie dell’inchiesta ancora in corso, avrebbe promesso altri 600 mila euro in cambio dell’appalto Architetture di servizi per Expo 2015. Nell’insieme un giro di denaro che supera i due milioni di euro”.

Siamo preoccupati per la torta più grande: il deposito unico delle scorie nazionali che in teoria entro il 2025 dovrebbe contenere 90 mila metri cubi di rifiuti radioattivi. Abbiamo chiesto al governo di verificare la reale capacità e professionalità della cordata Malturo-Saipem incaricate di effettuare il lavoro Cemex”.

La risposta? Una difesa a spada tratta non solo della Sogin, controllata proprio dal governo, ma anche delle stesse aziende che “hanno una storia industriale di rilievo”, questa la testuale risposta del sottosegretario Claudio De Vincenti.

Ma che significa? È una difesa d’ufficio – ho risposto – senza nemmeno aver predisposto le necessarie garanzie a tutela dei cittadini. Una presunzione di non colpevolezza che – se in un procedimento giudiziario è atto dovuto – quando si parla di appalti pubblici, soldi della collettività e soprattutto sicurezza nazionale non può assolutamente essere data per scontata”.

Interpellanza testo completo
Intervento in aula testo completo
Intervento in aula e risposta sottosegretario video

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Più Trasparenza sulle scorie nucleari! http://mirkobusto.net/piu-trasparenza-su-scorie-nucleari/ http://mirkobusto.net/piu-trasparenza-su-scorie-nucleari/#comments Fri, 30 May 2014 15:05:11 +0000 http://mirkobusto.net/?p=1993

C’era una volta un carrozzone chiamato Sogin...

Nel 1999 al fine di disattivare e smantellare (decommissioning) gli impianti nucleari in dismissione e gestire i rifiuti radioattivi sin li prodotti è stata istituita la SOGIN.

L’attuale parco scorie nucleari italiane ammonterebbe a 90 mila metri cubi, oggi disseminati in 23 depositi temporanei che attendono di essere raccolti in un unico deposito nazionale, così come tra l’altro ci chiede l’Europa con apposita direttiva.

Purtroppo fino ad oggi la SOGIN, di cui molti italiani forse non hanno mai sentito parlare ha fatto davvero poco per mettere in sicurezza ambiente e salute delle persone.

Dal 2003 ad oggi, a fronte di 2,3 miliardi di Euro investiti solo il 9% degli obiettivi dichiarati dall’azienda sono stati raggiunti.

Il dato è sconcertante.

Oggi si discute di dismissione del nucleare italiano, ma paradossalmente la prima azienda a dover subire una revisione completa dovrebbe essere proprio la SOGIN. Perché ditemi voi dove esiste un’azienda che in più di 10 anni di attività e finanziata con soldi pubblici raggiunge solo l’8/9 % degli obiettivi preposti.

Va naturalmente considerato l’intervallo di tempo nel quale il governo Berlusconi – nonostante l’avversione popolare e referendaria – si era lanciato per riprendere il cammino nucleare italiano. Cammino che avrebbe dovuto guidare la stessa Sogin, che era sorta per lo scopo opposto… e qui naturalmente entriamo nel più classico dei paradossi ai quali ci ha abituato questo Paese.

E probabilmente se non fosse accorso il catastrofico evento di Fukushima nel marzo del 2011 oggi avremmo centrali nucleari in costruzione sul nostro territorio.

Per capire la portata di quello che potremmo chiamare l’affaire SOGIN ci basta dare questo dato, e cioè che l’azienda pubblica in oggetto viene finanziata da tutti noi, essa infatti trae praticamente tutte le sue risorse dalla componente A2 delle nostre bollette elettriche. Un vero e proprio fiume di denaro che in questi anni è andato ad oliare progetti, appalti, operazioni estere non sempre chiari e quasi mai redditizi per la collettività.

SOGIN pur trattando la qualità di rifiuti più pericolosa _ le scorie nucleari appunto _ ha goduto di una certa calma, un clima di distensione – dovuta certamente anche alla natura stessa della materia. Ma giunti a questo punto noi crediamo che sia opportuno accendere i riflettori sulla SOGIN.
Ma veniamo ai problemi da cui nasce nello specifico questa interpellanza urgente.

Parliamo di Saluggia.

Saluggia è un paese nella provincia di Vercelli che ha un triste primato italiano.
Proprio nel suo territorio, giace dormiente da troppo tempo il 96% dei rifiuti radioattivi.
È a tutti gli effetti la pattumiera nucleare d’Italia.

Nel «Deposito Avogradro» sono ancora custoditi 64 elementi MOX irraggiati provenienti dalla centrale del Garigliano e Trino Vercellese. Grosse quantità di quei combustibili radioattivi sono stati già spediti in Francia e Gran Bretagna per essere trattati prima di ritornare in Italia.

Un via vai di rifiuti radioattivi che, soprattutto in Val Susa, ha già sollevato molte proteste in passato, per la mancata informazione della popolazione e dei piani di evacuazione in caso di emergenza.
Ma il problema più grave sono i rifiuti radioattivi liquidi dell’impianto EUREX.

Tali rifiuti sono stoccati da oramai oltre 40 anni nei serbatoi dell’impianto e costituiscono l’inventario di radioattività più cospicuo dell’intero territorio nazionale!

Un volume complessivo di circa 230 metri cubi, con un’attività complessiva di circa 5,5 1015 Bq!
E dove si trovano? A pochi metri da un fiume, la Dora, e a meno di due chilometri dai pozzi dell’acquedotto più grande del Piemonte, quello del Monferrato, in grado di servire più di cento comuni.
La storia inizia nel 1977 con decreto ministeriale venne rilasciata la licenza d’esercizio dell’impianto Eurex, che fissava in cinque anni il periodo per la realizzazione di un impianto di solidificazione dei rifiuti liquidi prodotti.

Questa scadenza, nel corso degli anni, e per motivazioni varie, è stata più volte prorogata.
Fino ad arrivare al fatidico anno 2000…

In seguito a una piena della Dora il fiume arrivò a sfiorare i serbatoi contenenti le scorie liquide.
Il premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia lanciò l’allarme per lo stato di conservazione delle scorie.
Disse testualmente:

«si è sfiorata una catastrofe planetaria se l’alluvione avesse portato via alcuni contenitori metallici interrati in cui ci sono custodite le scorie liquide più pericolose d’Europa: un terribile cocktail di prodotti di fissione, plutonio e uranio, che sarebbero potuti finire dalla Dora nel Po, con un danno irreparabile per la pianura Padana».

Attimi di terrore e grande attenzione mediatica…

In seguito a quest’evento venne emanato il decreto del Ministero delle attività produttive del 7 dicembre 2000, che fissava come termine ultimo per la solidificazione dei rifiuti liquidi di EUREX la data del 31 dicembre 2005.

Nell’agosto 2003 la licenza di esercizio dell’impianto è stata trasferita da ENEA a SOGIN che nel 2005 optò per il progetto «CEMEX» per la solidificazione di questi rifiuti mediante cementazione; una tecnologia non molto raffinata ma che sembrava potesse garantire tempi di realizzazione veloci.

Parecchi anni dopo, nel 2010, la Sogin, che subentra ad Enea nella gestione dell’impianto, si decise ad aprire una gara d’appalto per la cementificazione delle scorie liquide.

La gara, bandita in un primo tempo per 145 milioni di euro e per la quale si era presentata Ansaldo Energia, società statale specializzata in impianti nucleari all’estero, venne annullata in «autotutela» da Sogin nel 2011. Il nuovo appalto scese a 135 milioni, esperito con urgenza (scadenza il 5 maggio, meno di due mesi dopo) e vinto da Maltauro e Saipem con un ribasso enorme, che portò il costo per la Sogin a soli 98 milioni contro i 145 della prima asta, poi cancellata.

Nel presentare il nuovo bando la Sogin ammetteva anche società che avessero eseguito progetti nel campo nucleare o equivalenti, come ad esempio petrolchimico e altro.

Nell’ambito dell’inchiesta su corruzione e mazzette EXPO 2015 la Magistratura ha individuato una sorta di cupola degli appalti nella quale convergono nomi noti del regime partitocratico che ha avvelenato il nostro paese negli ultimi decenni: l’ex parlamentare Dc Gianstefano Frigerio, l’ex funzionario del Pci Primo Greganti, l’ex senatore del Pdl Luigi Grillo, l’ex esponente dell’Udc ligure, poi passato a Ndc, Sergio Cattozzo, l’ex manager di Expo Angelo Paris e l’imprenditore vicentino Enrico Maltauro vincitore della gara per il Cemex di Saluggia.

Si tratta appunto del sistema a partitocrazia corrotta che ha tessuto la sua tela in Italia_ Ma si tratta anche di personaggi che interagiscono con il presente, e purtroppo con il partito di Governo_ In particolare Primo Greganti il quale fino a pochi giorni fa aveva libero accesso a Palazzo Madama così come denunciato dal nostro collega Senatore Giarruso, il quale ci ha anche esposto la stranezza degli ingressi cancellati e richiesto per questo un’indagine interna al Senato.

In estrema sintesi, quando si è chiesto di conoscere gli accessi di Primo Greganti (il tesserato Pd arrestato per le tangenti dell’Expo 2015) agli uffici del Senato, il sistema informatico si è improvvisamente bloccato ed è rimasto fuori servizio per mezza giornata. Quando ha ripreso a funzionare, non risultavano tracce di ingressi in senato di Primo Greganti. Peccato che la Guardia di Finanza pedinando Greganti, aveva appurato e documentato come ogni mercoledì questi si presentasse in Senato, dove regolarmente accedeva.

Anche questo ci fa capire la gravità della situazione_ sappiamo che Greganti entrava in Senato ma non sappiamo con chi interloquiva_ l’inchiesta dovrebbe chiarire come sia stato possibile che Greganti entrasse in Senato senza che i suoi ingressi venissero registrati oppure come sia stato possibile cancellare la registrazione di questi ingressi (che avrebbero indicato chi andava a incontrare)”.

Tornando all’appalto CEMEX. A Maltauro sarebbe stato chiesto dalla «cupola» l’1,5 per cento del valore dell’appalto – pari a circa 1 milione e 350 mila euro – di cui 600 mila sarebbero stati effettivamente versati. L’imprenditore, sempre stando alle notizie relative all’inchiesta in corso, avrebbe promesso altri 600 mila euro in cambio dell’appalto «Architetture di servizi» per Expo 2015. Nell’insieme si parla di un giro di denaro che supera i due milioni di euro;

L’attualità parla infine della torta più grande da spartire: il deposito unico nazionale dei rifiuti nucleari italiani, un’opera che – in teoria – entro il 2025 dovrebbe contenere quei 90 mila metri cubi di rifiuti radioattivi.

ISPRA ha configurato i criteri per l’allocazione del deposito già dal 28 febbraio scorso. L’ente ha a sua volta chiesto al Ministro dell’ambiente ed al Ministro dello sviluppo economico il permesso per poter divulgare la scheda dei criteri.

I Ministri dell’ambiente che si sono succeduti, Orlando e l’attuale, Galletti, avrebbero dato l’assenso alla pubblicazione, mentre a quanto consta agli interpellanti il Ministero dello sviluppo economico non avrebbe nemmeno risposto alla sollecitazione dell’ISPRA.

Stando alle ultime dichiarazioni del nuovo presidente di Sogin, Giuseppe Zollino, si tratterebbe di un ritardo di natura politico-elettorale…

Chiediamo dunque al Governo:

  • di verificare la reale capacità e professionalità della cordata Maltauro-Saipem incaricate di effettuare i lavori per il Cemex di Saluggia al fine di garantire un corretto avanzamento delle attività di Sogin, nonché, la salvaguardia dell’ambiente e della salute dei cittadini;
  • se si corra il rischio di un aumento dei tempi e dei costi e se, addirittura, vi siano rischi concreti per l’ambiente e la popolazione se l’impianto non venisse realizzato a regola d’arte;
  • vista la natura molto delicata della materia in questione, se non sia il caso di rivedere con attenzione l’intero quadro degli appalti di SOGIN nonché la disciplina che regola le assunzioni interne;
  • se si intenda verificare l’adeguatezza delle procedure di controllo messe in atto dall’ente di controllo tecnico (ISPRA), cosa particolarmente importante oggi, perché si sta provvedendo all’istituzione della nuova autorità di controllo (ISIN) e l’individuazione di eventuali carenze è fondamentale;
  • quale sia il piano di lavoro della cordata Maltauro-Saipem, o meglio, il cronoprogramma relativo alla specifica gara di appalto riguardante il CEMEX, con quali tempistiche sia prevista la chiusura dei lavori e a quale punto si trovino oggi i lavori;
  • se si intenda verificare il comportamento degli organismi di controllo amministrativi e per quali ragioni non abbiamo mosso rilievi o assunto iniziative a fronte del grande numero di appalti annullati in autotutela;
  • se il Governo non ritenga opportuno intervenire a livello normativo per istituire un vero e proprio Osservatorio per il nucleare nel vercellese che dia modo alla cittadinanza (ed a specifiche organizzazioni territoriali) di controllare e verificare lo stato dei lavori ed il livello di sicurezza dell’ambiente e della salute;
  • se le informazioni inerenti ai criteri configurati dall’ISPRA per l’allocazione del deposito nucleare nazionale siano corrette e, nel caso, quali siano le motivazioni secondo le quali il Ministro dello sviluppo economico stia ritardando la pubblicazione degli stessi.

La risposta all’interpellenza M5S, il Governo se ne frega!

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I cittadini chiedono un osservatorio a Vercelli sul nucleare http://mirkobusto.net/busto-m5s-i-cittadini-chiedono-osservatorio-vercelli-sul-nucleare/ http://mirkobusto.net/busto-m5s-i-cittadini-chiedono-osservatorio-vercelli-sul-nucleare/#comments Sat, 17 May 2014 07:43:32 +0000 http://mirkobusto.net/?p=1933 M5S Busto Apri gli occhi!Roma – 16 maggio 2014 – Come annunciato qualche giorno fa, il MoVimento 5 Stelle ha depositato presso il Ministero dello Sviluppo economico un’interrogazione a mia prima firma in merito agli appalti truccati sul deposito per scorie nucleari liquide Cemex di Saluggia (Vercelli), nell’ambito dell’inchiesta in corso su Expo 2015.

Con cittadini e associazioni del territorio chiediamo al Governo l’istituzione di un Osservatorio per il nucleare nel vercellese, cosa ben diversa dall’Osservatorio che Sogin ha annunciato a livello nazionale e che dovrà occuparsi di come e dove realizzare il deposito nazionale.

I cittadini vercellesi risiedono nella zona più nuclearizzata d’Italia! Il Ministro venga a convivere per qualche tempo con le ansie e le paure dei cittadini, come quando durante l’alluvione del 2000 si è sfiorata quella che il premio Nobel Carlo Rubbia ha definito una vera e propria catastrofe planetaria. Se le acque avessero raggiunto le pericolosissime scorie liquide (un cocktail di prodotti di fissione, plutonio e uranio) queste sarebbero potuti finire dalla Dora nel Po, con un danno incalcolabile ed irreparabile per la pianura Padana.

Urge invece intervenire a livello normativo per la creazione di un Osservatorio che dia modo alla cittadinanza e a specifiche organizzazioni territoriali di controllare e verificare lo stato dei lavori e il livello di sicurezza dell’ambiente.

A oggi il progetto Cemex, così com’è sotto gli occhi di cittadini, associazioni e amministratori locali, sta subendo forti ritardi. Nel caso dei rifiuti radioattivi liquidi, ci troviamo di fronte all’inventario di radioattività più cospicuo dell’intero territorio nazionale: rifiuti stoccati da oltre quaranta anni nei serbatoi dell’impianto Eurex situato nella stessa Saluggia.

L’idea che determinati appalti siano stati aggiudicati a seguito di manovre di corruzione ad aziende non proprio competenti del settore nucleare non lascia certo dormire sonni tranquilli, per questo chiediamo al Ministro Guidi di espletare le dovute verifiche all’interno di Sogin per dare risposte rapide e chiare alla cittadinanza.

Testo interrogazione

Mirko Busto – deputato M5S

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Il villaggio atomico http://mirkobusto.net/il-villaggio-atomico/ http://mirkobusto.net/il-villaggio-atomico/#comments Wed, 07 May 2014 14:43:37 +0000 http://mirkobusto.net/?p=1919 villaggio atomico”, poiché abitazioni e quartieri sorgono a poche centinaia di metri dal centro ricerche Enea-Casaccia. Qui esiste un deposito di scorie radioattive della Nucleco, società controllata dal 40% da Enea e dal 60% dalla Sogin (la società di Stato incaricata della bonifica a...]]> Negli incontri in giro per l’Italia mi rendo sempre più conto che quando i beni comuni sono gestiti dai diretti proprietari, cioè i semplici cittadini, si sviluppano responsabilità e attenzione per gli stessi.

Proprio partendo dal basso, con il gruppo del Movimento Cinque Stelle di Anguillara, abbiamo interrogato il Governo su una grave situazione ai limiti dell’incredibile.

Nella zona nord di Roma esiste un vero e proprio “villaggio atomico, poiché abitazioni e quartieri sorgono a poche centinaia di metri dal centro ricerche Enea-Casaccia. Qui esiste un deposito di scorie radioattive della Nucleco, società controllata dal 40% da Enea e dal 60% dalla Sogin (la società di Stato incaricata della bonifica ambientale e della messa in sicurezza dei siti nucleari italiani.)

Gli abitanti della zona attendono dal 2009 attendono di conoscere il piano di intervento calamitoso, nel caso in cui si verifichino fuoriuscite di radionuclidi.

Stiamo parlando di un impianto in cui sono confluiti oltre 7.000 metri cubi di materiale radioattivo, tra cui 600 metri cubi in fase di trattamento!

nucleare-fungo

In quest’area qualche giorno fa un dipendente non è tornato a casa dal suo turno di lavoro.

Una triste casualità magari, ma che di sicuro rende un poco più tetra una situazione già insostenibile per la popolazione.

Come si fa a vivere in una zona già di per sé presenta rischi, senza avere la più pallida idea di come comportarsi in caso di pericolo?

Come MoVimento chiediamo prima di tutto ai cittadini di informarsi per compiere scelte responsabili.

Le istituzioni sono al servizio dei cittadini o questi ultimi devono subire gli effetti di azioni incomplete e monche?

Quando non intervengono i cittadini, l’Italia è capovolta!

Riprendiamoci questo Paese!

Link interrogazione

Comunicato stampa

Mirko Busto capogruppo M5S VIII commissione Ambiente

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