Trasferimenti radioattivi
Ancora una volta si parla di trasporti di materiali radioattivi e, ancora una volta, questi avvengono nel cuore della notte ed in totale segretezza.
Meglio non “svegliare il can che dorme”, non solleticare l’attenzione della cittadinanza sul problema dei rifiuti nucleari e del loro smaltimento.
Se poi qualcosa non dovesse andare per il verso giusto meglio che accada quando si dorme – “occhio non vede, cuore non duole” – anche se il danno alla salute da esposizione radioattiva non ha certo bisogno degli occhi aperti….
Ci stiamo riferendo alla ormai nota vicenda del trasferimento di materiale dubbio avvenuto la notte scorsa dalla Basilicata alla Puglia, fatto che ha raggiunto in poco tempo l’attenzione dei media nazionali, e che il Movimento5Stelle è stato tra i primi a portare nelle stanze istituzionali.
Si tratta del trasporto di presunto materiale radioattivo dal Centro Itrec di Trisaia di Rotondella (Matera) verso l’aeroporto militare di Gioia del Colle con destinazione finale ignota, probabilmente Stati Uniti, avvenuto alle 3,10 della notte tra il 28 ed il 29 luglio 2013, seguito da un imponente schieramento di forze dell’ordine, circa 300 tra poliziotti, carabinieri e finanzieri.
Sogin è la società nata nel 1999 per gestire la chiusura del ciclo di vita degli impianti nucleari italiani ed opera secondo gli indirizzi strategici formulati dal Ministero dello sviluppo economico, ed è stata costituita nell’ambito della riforma del sistema elettrico nazionale con la missione di smantellamento (decomissioning) degli impianti nucleari e gestione dei rifiuti radioattivi.
Dal sito stesso della Sogin apprendiamo che l’impianto Itrec, acronimo di Impianto di Trattamento e Rifabbricazione Elementi di Combustibile, si trova all’interno del Centro di ricerca Enea-Trisaia di Rotondella (MT). L’impianto è stato costruito nel periodo 1965-1970 dal CNEN, Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare.
Tra il 1969 e il 1971, in seguito all’accordo tra il CNEN e la statunitense USAEC, United States Atomic Energy Commission, sono stati trasferiti nell’impianto 84 elementi di combustibile irraggiato uranio-torio provenienti dal reattore sperimentale Elk River (Minnesota). Nell’impianto sono state condotte ricerche sui processi di ritrattamento e rifabbricazione del ciclo uranio-torio per verificare l’eventuale convenienza tecnico-economica rispetto al ciclo del combustibile uranio-plutonio normalmente impiegato.
Nel 1973 il CNEN è divenuto proprietario degli 84 elementi di combustibile di Elk River, 20 dei quali sono stati ritrattati. Nel 1987 a seguito del referendum sul nucleare, le attività sono state interrotte. Da allora è stato garantito il mantenimento in sicurezza dell’impianto a tutela della popolazione e dell’ambiente.
Nel 2003, Sogin ha assunto la gestione dell’impianto con l’obiettivo di realizzare la bonifica ambientale del sito e nel luglio 2011 è stata presentata, al Ministero dello Sviluppo Economico, l’istanza di autorizzazione per la disattivazione dell’impianto.
Nel luglio 2012 è stata avviata la bonifica del deposito interrato di rifiuti radioattivi. Il deposito interrato, realizzato in cemento armato nei primi anni settanta durante l’esercizio dell’impianto, ha un volume di 54 metri cubi e si trova ad una profondità di 6 metri. Al suo interno i rifiuti radioattivi sono conservati in fusti di tipo petrolifero da 220 litri, inglobati in malta cementizia, disposti su 5 livelli all’interno di 20 celle.
Secondo il progetto Sogin la bonifica ambientale del sito dovrebbe terminare nel 2026.
Il testo dell’interrogazione presentata dal Movimento ai Ministri dello Sviluppo Economico, dell’Interno, dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e degli Affari Esteri sarà disponibile a breve sul sito della Camera.
Trattandosi della Sogin S.p.A. è scontato fare una riflessione sull’attività della Sogin in Piemonte dal momento che si occupa degli impianti di Trino, Saluggia e Bosco Marengo, ma a questo dedicheremo presto uno spazio molto più ampio e dettagliato.
Sogin – Piemonte
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