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Tremiti: Governo svende paradiso naturale a 2000 euro

Non si può restare impassibili di fronte a un Governo che ancora una volta antepone gli interessi delle lobby industriali al bene comune. Il caso delle isole Tremiti è emblematico del modo di procedere di questo Governo: l’autorizzazione di trivellare data alla Petroceltic è uno scandalo che va assolutamente fermato. Per più di un motivo.

Intanto l’autorizzazione è stata concessa con una tempistica quantomeno imbarazzante: esattamente 24 ore prima del varo della legge di Stabilità che fissa norme più stringenti per le società petrolifere.

Poi per la società in questione: la Petroceltic Italia srl, società sull’orlo del fallimento, una liquidità che, secondo alcuni esperti, finirà entro questo mese e i cui trascorsi finanziari sarebbero quanto meno discutibili e segnati da ombre, come ad esempio il trasferimento illegale di fondi.

Per il canone che riscuoterà lo Stato da questa concessione: meno di 2000 euro all’anno per una superficie di 370 chilometri quadrati. Una cifra irrisoria che non creerà nessun giovamento né alla casse dello stato né ai conti dell’Amministrazione.

Per una questione di opportunità economica: l’economia locale della cittadinanza delle Tremiti si base quasi totalmente sul turismo e sulla valorizzazione del patrimonio naturale con i suoi ecosistemi marini e le risorse ittiche. L’autorizzazione a trivellare significa mettere a rischio un’intera economia per favorire una singola società privata.

Infine per una questione ambientale: esiste il rischio concreto di pregiudicare quello che nell’Adriatico rappresenta un paradiso naturalistico. L’arcipelago in provincia di Foggia è infatti un paradiso di biodiversità e Area marina protetta dal 1989.

Per tutti questi motivi l’unica cosa da fare è revocare l’autorizzazione a trivellare al largo delle isole Tremiti.

Intanto, a firma di Giuseppe L’Abbate, capogruppo del M5S in Commissione Agricoltura alla Camera, è già partita un’interrogazione parlamentare sulla questione. Questione che non può passare in secondo piano: noi del Movimento 5 Stelle faremo di tutto per garantire che il nostro territorio non sia più messo a rischio da una classe dirigente disposta a svendere il patrimonio collettivo per risanare i conti di aziende in fallimento.

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