Troppa carne è #salute?
Da quando la proposta di legge sulle mense sostenibili è online, ho ricevuto numerosi commenti (quasi 200 su LEX).
L’interesse sul tema alimentazione è altissimo e ringrazio tutti quelli che hanno lasciato una traccia.
Ho apprezzato le critiche costruttive e notato che queste ultime sono spesso dirette all’affermazione che un consumo moderato o basso di proteine animali ha come conseguenza importanti benefici sulla salute umana.
Questa affermazione, anche se come vedremo in seguito opportunamente documentata, ha sollevato lo stupore di alcuni.
Siamo troppo abituati a poter mangiare tutto l’anno e a tutte le ore i cibi più pesanti e anche malsani.
In una grande catena di vendita, sotto le luci artificiali, per i cibi non esistono orari e stagioni.
Se però ricordiamo come vivevano anche soltanto i nostri nonni, portiamo di nuovo alla mente tradizioni legate ai mesi e al microclima di appartenenza.
Quante volte a settimana mangiavano carne le persone più anziane della nostra famiglia?
Tutti i giorni e più volte al giorno, come è possibile per noi attualmente?
La risposta è no.
Molti che vorrebbero diminuire o eliminare nella propria dieta la presenza delle proteine animali sono spesso scoraggiati poiché pensano che sia impossibile alimentarsi in maniera sana senza consumare quantità massicce di prodotti animali.
Se approfondiamo insieme i pareri di ricercatori internazionali scopriamo che i prodotti animali non sono necessari nella nostra dieta e che il consumo di alimenti di origine animale può essere dannoso.
Prima di proseguire conviene definire cosa intendo per consumo moderato di proteine animali. Nel caso specifico, faccio riferimento alla più recente edizione delle Dietary Guidelines for Americans, che per una dieta di 3400 calorie al giorno (il massimo contemplato dalle linee guida) ammette un consumo massimo complessivo di carne+uova di 964 grammi la settimana e di pesce di 312 grammi, per un totale rispettivamente di 50,12 kg e di 16,2 kg annui (p.79).
In Italia purtroppo secondo i più recenti dati FAO il consumo medio complessivo di carne+uova e di pesce è di 103 kg l’anno e quello di pesce di 24,6 kg.
Una persona dotata di buon senso ha già capito come tutto questo sia fuori controllo e fuori da una sana alimentazione!
Troppa carne+uova+pesce+latticini fa male?
Pare che anche la scienza concordi su ciò.
I rischi per la salute si dividono in due categorie: quelli derivanti dalla possibilità di intossicazioni acute dovute a scarsa igiene e quelli a lungo termine che sfociano in patologie degenerative, in genere gravi.
Ci soffermeremo adesso su queste ultime.
Il consumo di prodotti animali è un fattore predisponente di parecchie patologie degenerative.
I medici si sono resi conti di ciò tanto che nel 2009 l’American Dietetic Association and Dietitians of Canada ha indicato nell’alimentazione vegetariana o vegan una possibile soluzione per chi ricerca un effetto protettivo contro le cardiopatie ischemiche, l’ipertensione, il diabete, il cancro, soprattutto del colon-retto e della prostata, le nefropatie, la demenza senile, la diverticolite e i calcoli della cistifellea.
Non ultimo, a causa dell’allevamento intensivo, negli ultimi anni è scattato un allarme di tipo epidemiologico.
Gli animali da reddito espellono una gran quantità di microrganismi che trasmettono zoonosi e di parassiti multicellulari che possono trasmettersi all’uomo, o possono essere portatori di virus o prioni che attraversano la barriera tra le specie, come è avvenuto ad esempio nel caso dell’encefalopatia spongiforme bovina o dell’influenza aviaria.
Infine, di poco più recente e che arriva dagli USA, l’US Department of Agricolture, nelle Dietary Guidelines 2010 for Healthy Americans (USDA, 2010) propone tre Healthy Eating Patterns (“Percorsi per un’alimentazione sana” nel capitolo 5): assieme alla dieta DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension, ovvero Approcci dietistici per fermare l’ipertensione) e alla dieta vegetariana, troviamo la nostra millenaria dieta Mediterranea.
Da che cosa era composta? Da numerosi cibi vegetali come i cereali e poca carne, uova, formaggi, alimenti che erano destinati in genere ai giorni di festa.
Come avvicinarsi anche soltanto per provare sapori diversi o per riscoprire la tradizione di un’alimentazione equilibrata e antichissima come quella mediterranea?
Basta provare per piccoli passi: le implicazioni etiche, salutari ed economiche saranno evidenti dopo pochissimo.
Questa consapevolezza si sta espandendo a macchia d’olio e ogni giorno sempre più persone desiderano far parte di questo circolo virtuoso.
L’obiettivo di ridurre le proteine animali non è impossibile e dai dati riportati appare anche come vantaggioso!
Partecipate sino al 20 luglio al dibattito su alimentazione e mense sostenibili sulla piattaforma LEX!
L’attimo giusto per dire la vostra è adesso.
Mirko Busto, capogruppo M5S commissione Ambiente Camera dei deputati
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