TTIP, lobbysmo di casa a Bruxelles
Se c’è una cosa che dimostra al meglio la malafede di Bruxelles e delle istituzioni europee nel (non) gestire gli interessi dei cittadini Ue, questa è il TTIP. Accordi segreti, ambiente e diritti sacrificati al profitto di pochi, lobbysmo al potere e società civile tenuta fuori dalle trattative. Basti pensare che, solo dal gennaio del 2012 al febbraio 2014, l’88% delle 528 riunioni fatte dalla Direzione Generale della Trade Commission hanno incluso dei lobbisti aziendali, e nessun rappresentante dei cittadini.
Avete capito bene: quasi 9 riunioni su 10 sono state organizzate solo per capire come aumentare i profitti della lobby di turno, non i pro e i contro di questi accordi commerciali per il pubblico interesse!
Ma quali sono i gruppi di potere più attivi nel sostenere il TTIP?
Secondo una ricerca della Corporate Europe Observatory, organizzazione per la difesa dei consumatori con sede proprio a Bruxelles, in questi ultimi anni sono stati quelli delle grandi aziende farmaceutiche e finanziarie. In particolare, nel biennio 2012-2013 il settore farmaceutico ha quadruplicato l’azione di lobbying a Bruxelles.
Il Corporate Europe Observer individua una persona particolarmente attiva nel difendere gli interessi del settore privato a scapito di quello pubblico: il Commissario al Commercio Cecilia Malmström. La signora, esponente del Partito Popolare Liberale svedese insediatasi come Trade Commissioner a Bruxelles nel novembre 2014, nei suoi primi sei mesi di mandato ha organizzato per i membri del suo gabinetto ben 121 lobby meeting sul TTIP (praticamente uno per ogni giorno lavorativo della settimana!): 100 (83%) con i lobbisti aziendali e 21 (16,7%) con i gruppi di interesse pubblico.
E prima della Malmström? Per ogni incontro con un sindacato o un gruppo di consumatori, ci sono stati 10 incontri con le aziende e le associazioni degli industriali.
“Sapessi come non è strano far il lobbysta a Bruxelles”, scrive Vita Magazine: “Bruxelles è la seconda città dopo Washington con più lobbisti al mondo”. Sono ben 1800 i lobbying group accreditati al Parlamento europeo, e addirittura 4000 i lobbisti che hanno un badge con il quale poter entrare nel Parlamento.
“Secondo alcune stime, il lavoro dei lobbisti è in grado di influenzare il 75 % degli esiti delle legislazioni”, scrive sempre Vita: “I lobbisti a Bruxelles sono tendenzialmente ex dipendenti delle istituzioni europei. Sono professionisti in grado di avere accesso e di lavorare con i loro vecchi colleghi che lavorano ancora alla Commissione, al Parlamento, e al Consiglio”.
Capito? Questa è l’Europa dei cialtroni che fanno la morale ai Paesi del sud sulla corruzione e i conflitti di interesse.
L’Europa delle corporation, che lavora per gli interessi di pochi privati, ma non per la salute e i diritti dei cittadini.
L’Europa che faremo crollare. Se, come suggerisce lo stesso Corporate Europe Observatory, saremo in grado di agire in modo concertato per portare avanti azioni anti-sanguisughe a livello pan-europeo.
Proprio come stiamo facendo con la Campagna Stop TTIP e con il continuo lavoro del M5S!