Tuteliamo il riso italiano!
La Commissione europea potrebbe dare libero accesso, a dazio zero, all’importazione di 76.000 tonnellate di riso indica dal Vietnam (30.000 Basmati/Jasmine, 30.000 lavorato Lungo B, 16.000 semigreggio), secondo quanto si apprende da fonti del settore.
Il nuovo accordo, confermato con plauso anche dal vice ministro allo Sviluppo Economico, Carlo Calenda, si inquadra nel sistema di preferenze generalizzate, non reciproco, che l’UE concede ai Paesi in via di sviluppo per accedere al mercato europeo. Attualmente, secondo questo regime commerciale, il riso importato nell’UE a dazio zero supera le 300.000 tonnellate.
Le commissioni agricoltura e ambiente M5S della Camera scendono in campo in difesa degli agricoltori.
“Abbiamo già affrontato il problema – spiegano i deputati M5S della commissione agricoltura – trattando delle importazioni di riso dalla Cambogia, anche queste agevolate e aumentate grazie agli azzeramenti o alle progressive riduzioni dei dazi della tariffa doganale comune, a danno del comparto risicolo nazionale”.
Anche in commissione ambiente siamo assolutamente contrari a questo tipo di accordi. Il nostro Paese produce più del 50% di riso dell’UE, posizionandosi come principale produttore con circa 1 milione e 400 mila tonnellate di riso greggio, da cui si ottiene 1 milione di tonnellate di riso lavorato e un fatturato, rispettivamente, di 500 milioni e 1,55 miliardi di euro.
Le aziende risicole italiane danno lavoro a 10 mila cittadini. Non capiamo come si possa parlare di difesa del Made in Italy, se si continua a importare riso dalla Cambogia, dal Myanmar e adesso dal Vietnam. Il governo sta inflazionando il settore, ignorando gli agricoltori e confondendo i cittadini, dando la precedenza, come sempre, agli accordi commerciali e ai profitti.
Ma di chi?
Mi piacerebbe molto sapere come il ministro Martina intenda proteggere il settore italiano da quest’ultima trovata. E’ nostra ferma intenzione chiederlo direttamente a lui, perché si prenda la responsabilità di spiegare agli agricoltori preoccupati come verranno tutelati i loro prodotti e le loro fatiche.
Martina, Prima di pensare a “nutrire il pianeta” a suon di pubblicità a McDonald’s o Coca Cola, pensa a non affamare ulteriormente gli agricoltori italiani, che dovresti rappresentare!