Tutto il mondo nel piatto
Quest’anno la Giornata Mondiale dell’Ambiente sarà strettamente legata all’alimentazione.
Alimentazione e ambiente sono intimamente collegati a doppio filo dai termini “risorsa” e “spreco”.
Cibo e natura presentano risorse finite da salvaguardare. Se dall’ambiente traiamo il cibo, anche ogni piccolo spreco è un “mattone”, nella peggiore delle ipotesi, non riconvertibile e ricostruibile, che togliamo allo stesso luogo che ci protegge e appunto nutre.
Ieri, martedì 03 giugno 2014, alla Camera sono state presentate numerose mozioni sul tema della riduzione degli sprechi alimentari, tra cui una del MoVimento 5 Stelle a prima firma Chiara Gagnarli.
Quindi attenti a cosa mettete nel piatto, è più importante di quello che sembri!
Cibarsi può sembrare un gesto banale, ma fermatevi a riflettere un attimo.
Non lo è per la vostra salute e nemmeno per l’ambiente.
Provate stasera dopo cena a trascrivere su un foglio da dove arrivano i cibi che avete appena mangiato.
Molti sono stati acquistati in supermercato o al mercato locale. Prima di arrivare a voi che lungo viaggio attorno al mondo hanno fatto?
Un’associazione ambientalista europea, gli Amici della Terra, ha provato a ricostruire un atlante mondiale degli alimenti prodotti da allevamento industriale di animali.
Tra i dati interessanti e che ho già citato, sotto il profilo quantitativo a livello mondiale le produzioni animali sono responsabili del 18% delle emissioni complessive di gas serra (The Lancet, Volume 370, Issue 9594, Pages 1253 – 1263, 6 October 2007).
Pensate quindi a quanto segue: cosa accadrebbe se per raggiungere gli obiettivi del Protocollo di Kyoto (riduzione del 5,2% delle emissioni di gas serra entro il 2012) cercassimo di ripensare gli sprechi alimentari legati alle produzioni animali derivanti dall’allevamento intensivo?
Se per assurdo eliminassimo del tutto questo tipo di produzioni, non solo avremmo centrato l’obiettivo, ma lo avremmo raggiunto triplicandone addirittura la portata!
Altri dati interessanti sulle produzioni animali sono contenuti nel rapporto FAO 2006, noto con il titolo “Livestock’s Long Shadow Food and Agriculture Organization & Livestock, Enviroment and Development Initiative”.
Per esempio: sapete che dal 1961 al 2002 più del 60% della produzione globale di mais e di orzo è stata usata per l’alimentazione animale (oltre ovviamente a ingentissime quantità di legumi e di altre piante, nonché di farina di pesce)?
Sapete che l’area del pianeta adibita a pascolo è il 26% delle terre emerse non coperte dai ghiacci; in aggiunta, la produzione di foraggio e mangimi occupa il 33 % del totale delle terre coltivabili: complessivamente, le produzioni animali occupano il 70% dei terreni agricoli e il 30% della superficie delle terre emerse?
Pensiamoci ogni volta che mangiamo… tutto il mondo nel nostro piatto!
Trovate tutto l’Atlante qui (disponibile solo in inglese).
Mirko Busto capogruppo M5S VIII commissione Ambiente
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